Venerdì 18 ottobre 2019, “Inkiostro – Rassegna di musica buona e giusta” ha ospitato la sonorizzazione dal vivo del film “La passione di Giovanna D’Arco” (1928) di Carl Theodor Dreyer. Per la prima volta il suggestivo scenario della Chiesa di Sant’Oliva (Cori, in provincia di Latina) ha aperto le sue porte al cinema, creando un’alchimia sperimentale tra musica e immagine filmica. Xabier Iriondo (Afterhours) e Corrado Nuccini (Giardini di Mirò) hanno dato vita ad uno spettacolo altamente emotivo, dove la fluidità del suono ha incontrato la forte drammaticità delle immagini create dal regista danese. Qui di seguito l’intervista nella quale i due musicisti spiegano la genesi della sonorizzazione e cosa ha rappresentato per loro questo lavoro decisamente impegnativo ma allo stesso tempo ricco di stimoli e interesse
– Ciao Xabier, ciao Corrado. Innanzitutto complimenti per questo vostro lavoro molto interessante e sicuramente molto stimolante. Volete raccontarci un po’ come è nata l’idea di questa sonorizzazione? Come avete combinato le vostre idee creative durante la realizzazione del progetto?
C: A Modena curo un corso che si chiama “Soundtrakcs – Musica da Film”. Da qualche anno Xabier è ospite fisso e quindi nel momento in cui si è presentata l’opportunità di lavorare ad un progetto bello e complesso come questo, ho pensato a lui.
X: Corrado mi ha proposto di affiancarlo nella sonorizzazione del capolavoro di Dreyer, lui aveva già creato un binario musicale all’interno del quale poter operare, io ho portato i miei strumenti preparati per dare un tocco “materico” alla cosa e chiaramente ho suonato anche la chitarra elettrica così da immaginare dei duetti tra le sei corde.
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– Se si pensa agli albori della storia del cinema, la sonorizzazione dal vivo di un film era un aspetto “naturale” dal quale non si poteva prescindere. Molto spesso si affidava questo compito ad un pianista o addirittura ad un’orchestra: le esecuzioni, comunque, rimanevano all’interno di un codice musicale “classico”. Il vostro lavoro, invece, sposta l’asticella verso l’avanguardia sonora, creando in qualche caso un effetto molto apprezzabile di straniamento: che rapporto c’è tra la fissità delle inquadrature e la fluidità del suono?
X: non penso sia necessario rendere a tutti i costi fluido un timbro durante la fissità delle inquadrature del film, i suoni spesso sono puntiformi e spigolosi, non per forza fluidi. Certamente nella sonorizzazione c’è anche del romanticismo e un certo appeal “blues” che rende alcuni passaggi fluidi e morbidi.
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– Nel vostro lavoro avete tenuto conto delle diverse sonorizzazioni “storiche” che ha avuto il film?
C: Solitamente non guardo i lavori precedenti perché influenzano poi la composizione del lavoro. In questo caso devo dire che la complessità del film ha reso necessario una fase molto attenta di studio e di ricerca. Quindi sì, ho letto, ascoltato e visto tutto quello che è stato fatto prima.
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– “La passione di Giovanna d’Arco” è un film tutto giocato su primi e primissimi piani, un espediente tecnico e concettuale che Dreyer utilizzò per sottolineare il dolore e la grande emotività del personaggio: nell’elaborazione della sonorizzazione siete partiti da questo elemento per sviluppare le vostre idee oppure avete scelto di creare dei suoni che andassero a veicolare anche altre sfumature emotive?
C: Direi entrambe le cose che dici, abbiamo usato le nostre idee per dare vita alla dimensione interiore e quindi anche al dolore, al senso di smarrimento, di stato di grazia di Giovanna d’Arco.
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– Avete in cantiere altre sonorizzazioni o questa rimarrà un unicum?
X: Cercheremo di portare questa sonorizzazione in svariati contesti, il film è straordinario e, a nostro parere, vale la pena di farlo vedere il più possibile accompagnato dai nostri mondi sonori.
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– La vostra performance rimarrà soltanto dal vivo (come d’altronde fu la tradizione del cinema muto) o vi piacerebbe che questa sonorizzazione diventi a tutti gli effetti una colonna sonora originale e sperimentale distribuita con il film?
C: Il film è un capolavoro non solo del cinema ma delle arti visive. Il volto di Giovanna ti resta dentro come ti restano dentro i migliori ritratti di tutti i tempi, e senza il rischio di venir frainteso parlo di Leonardo, Antonello da Messina, Raffaello, Pontormo. Quindi, sì, sarebbe un onore associare la nostra musica ad una edizione speciale di Giovanna che per l’occasione diventa dark.
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Mario Cianfoni
Una cosa fantastica! Una esperienza assolutamente da fare.purtroppo non sono di quelle parti. spero di poter assistere ad una serata cosi’ al piu’ presto
Iriondo è’ un figo pazzesco! Interessantissimo questo progetto con Nuccini. Deve essere un occasione speciale di sperimentazione per musicisti come loro !
Spero passino pure per Novara….
Complimenti a questa sempre speciale rassegna!