Within Temptation ..e la mutevole “Hydra”

Gli olandesi Within Temptation continuano a mutare, irrefrenabili, nella forma e nello stile

Battezzata nelle acque del gothic metal, genere che ha contribuito a caratterizzarli con pietre miliari come “Enter” (1997) e “Mother Earth” (2000), la band ha successivamente eseguito una brusca virata, a partire da “The Unforgiving” (2011), verso un genere più rock, diretto e ‘commerciale’, una strada non priva di rischi. Pian piano hanno abbandonato il più canonico sound nordeuropeo, per sonorità sempre più pop rock. Per non parlare del grande lavoro di riarrangiamento sui brani più radiofonici dell’ultimo anno in “The Q Music Sessions” (2013), attraverso la riproposizione di cover da Bruno Mars agli One Republic, passando per artisti del calibro di David Guetta, Lana Del Rey e Swedish House Mafia (disponibile per il solo mercato olandese).

Dunque “Hydra” giunge a noi con questo recente background artistico, ma la cosa non è necessariamente un male.

 

In quest’era di contaminazioni musicali i Within Temptation  hanno “osato”. Ma se sei sulla cresta dell’onda ci vuole coraggio per cambiare rotta e spiazzare i fan di lungo corso. Coraggio che non manca certo alla symphonic metal band olandese che continuando a mutare, si è trasformarta in un ‘Hydra’. Secondo l’antica mitologia greca, l’Idra era un gigantesco serpente con molte teste che non poteva essere ucciso tramite decapitazione. L’essenza di questo animale mitologico è la molteplicità. Fu Ercole a ravvedersene, poiché mentre cercava di mozzare una delle sue teste, da questa ne rinascevano due, e di nuovo il fenomeno si ripeteva ad ogni tentativo.

 

Il titolo dell’album si riferisce all’ecletticità musicale della band.

Hydra” è un album che fa della non-linearità un punto di forza per alcuni, ed un punto debole per altri.

Proprio come l’Idra anche l’album dei Within Temptation si rivela imprevedibile, mostrando una band alla ricerca di un sound variegato che si spinge fino a confini finora mai esplorati. Come ad esempio la collaborazione con il rapper americano Xzibit, che a suon di rime risponde al canto di Sharon in un duetto quasi surreale.

All’inizio, “And We Run” sembra il classico brano dei Within Temptation: tastiere, linea gotica, Sharon Den Adel magnifica come sempre. Eppure nel video le scene “fantasy” si alternano a quelle di un uomo di colore in catene tecnologiche: l’uomo è Xzibit, appunto, il celebrato rapper, attore e personaggio televisivo statunitense, conosciuto anche per la trasmissione di MTV “Pimp My Ride”.

L’iniziale “Let Us Burn” è un ottimo biglietto da visita, l’ascolti e dici: «I WT sono tornati, è proprio nel loro stile!».

C’è poi “Paradise (What About Us?)”, feat. Tarja Turnen (ex Nightwish), la quintessenza del gothic metal.

L’apertura a nuove soluzioni artistiche non rimane isolata ad episodi come la già citata “And We Run” ma abbraccia altri brani quali “Edge Of The World”, “Covered By Roses” o le suggestive “Dog Days” e “Tell Me Why”.

L’album si chiude con la ballata molto classica “Whole World is Watching”, feat. Dave Pirner (Soul Asylum). Sebbene il brano sia un’abbraccio totale al pop, Pirner dà quel quid in più che consente a chi ascolta di proseguire senza stoppare.

Sharon Den Adel così descrive il loro ultimo l’avoro: «“Hydrarappresenta metaforicamente le molte facce della nostra musica, e il risultato è esattamente quello che volevamo, ovvero un nuovo crossover».

Ed ancora il chitarrista Robert Westerholt dice: «“Hydraè un titolo perfetto per il nostro nuovo album, perché come il mostro stesso, l’album rappresenta le diverse sfaccettature della nostra musica».

In conclusione, il mio giudizio sul nuovo album è positivo.

 

Quest’ultimo lavoro dei Within Temptation è perfettamente in linea con quelle che erano le loro idee creative; e anche se siamo ormai lontano dai tempi di  di “Jillian” o “Ice Queen”, poco male, perché l’anima è rimasta quella di sempre.

 

La band è in tour estivo.

La tappa italiana è stata il 26 giugno all’Alcatraz di Milano.

Katia Valentini

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