Una società diversa, una società migliore, una società meno capitalista: questo è quello che prevede il Progetto Venus, elaborato dal designer Jacque Fresco, e che non sembra una cosa del tutto irrealizzabile, sempre se tutto sia sincero. Vediamo in cosa consiste
Il concetto che sta alla base di questo progetto è quello di un’economia basata sulle risorse, cioè una possibilità di gestire le risorse offerte dalla Terra prendendosi però, contemporaneamente, cura dell’umanità, stando attenti che questa gestione sia sostenibile ed efficiente.
Per fortuna, a parte tutte queste belle parole, il progetto non rimane su un piano ideale, ma si cala nel concreto e quindi affronta tutti le questioni che caratterizzano l’attuale società, come le abitazioni e i mezzi di trasporto.
Le basi del progetto Venus
Ci sono dei capisaldi da cui non si può prescindere, delle considerazioni di fondo che devono essere tenute sempre presenti nell’elaborazione di un piano/progetto che coinvolga qualcuno o qualcosa.
Questi capisaldi riguardano il fatto che le risorse del mondo sono patrimonio comune di tutte le persone e che queste persone non dovrebbero essere divise da confini artificiali; che invece di avere economie basate sul denaro, si dovrebbero avere economie basate sulle risorse; da questo viene la necessità di compiere delle bonifiche e ripristinare l’ambiente naturale; si dovrebbe superare il concetto di Governo come organo di gestione della società; le nuove tecnologie dovrebbero essere condivise con tutti i popoli della terra; si dovrebbe investire ancora di più sulle energie rinnovabili; e tutta un’altra serie di capisaldi che riguardano l’uguaglianza umana e la preparazione emotiva ed intellettuale che dovremo acquisire per affrontare al meglio queste sfide..
..che poi sono tutte cose che, chi più chi meno, hanno già detto pensatori e filosofi secoli fa, da una prospettiva economica come Marx a una più antropologica come nel caso di Russeau, che pure era già stato preceduto.
Per un approfondimento, è possibile anche consultare il pdf del Venus Project.
Riflessioni storiche
Diciamo che sulla carta è tutto molto bello e condivisibile, ma è realmente realizzabile? I grandi cambiamenti hanno bisogno di tempo.
Lo stesso Marx non pensava ad una rivoluzione proletaria che risolvesse tutto.
La rivoluzione francese ha cancellato secoli di monarchia, ma a che prezzo? E poi la monarchia non è stata cancellata dalla sera alla mattina: in alcuni casi neanche voleva essere eliminata completamente in realtà! La rivoluzione è stata causata da una serie di situazioni che viveva la Francia di allora e neanche è stata risolutiva.
La rivoluzione inglese più di un secolo prima mica ha cancellato la monarchia dopotutto.
Forse i cambiamenti veri e duraturi si hanno grazie ad una consapevolezza condivisa in base alla quale ognuno fa il suo piccolo, che poi sommato a quello degli altri porta al vero cambiamento.
Allora ognuno di noi dovrebbe fare qualcosa. Se non vai a votare, che ti lamenti a fare? Non è che le cose cambiano se non fai niente. Una pianta si secca se non la annaffi..
Le ragioni dell’evoluzione
Dopotutto la nostra cara evoluzione che fa? In cosa consiste? Nel riuscire ad adattarci al meglio alle condizioni esterne mutate. Chi va avanti è quello con la modifica genetica più conveniente: sono sopravvissute le giraffe col collo lungo, non quelle col collo corto.
Ma l’evoluzione non consiste anche nel saper fare? Ci adattiamo ai cambiamenti esterni grazie all’evoluzione è vero, ma questa capacità di adattamento consiste, secondo me, anche nella capacità di saper fare. Non si parla di forse di Homo Faber?
L’effettività reale del progetto (?)
Lo stesso J. Franco ammette che non c’è nessuna ideologia o punto di vista utopistico dietro l’ideazione del Venus Poject. Tutto ciò che esso prevede è realmente realizzabile in un lasso di tempo di dieci anni.
Io non metto in dubbio che tutto questo sia realizzabile, ma come già dicevo i tempi sarebbero molto più lunghi.
Tornando all’esempio fatto sopra, la rivoluzione francese non portò ad una situazione stabile e ci vollero ben più di dieci anni perché gli accadimenti del 1789 dessero i loro frutti.
In questo caso poi non parliamo di una sola nazione, ma di tutto il mondo. Quante teste dobbiamo rendere consapevoli? Il numero è abbastanza esorbitante.
Ovviamente è nata tutta una filosofia-ideologia-movimento di pensiero intorno a questo progetto, dal nome Zeitgeist, il ché rende un po’ tutto questo discorso molto ambiguo, ma confesso di non essermi informato ulteriormente, anche sembrerebbe dire le stesse cose che hanno detto molti altri, secondo me.
Si tratta di lunghi film-documentari dove a fianco del tradizionale complottismo si accompagna anche un forte messaggio, di fatto una chiamata a cambiare il mondo elevandosi intellettualmente e spiritualmente come specie. Il più famoso di questi prodotti è la serie di web movie Zeitgeist del videomaker Peter Joseph.
Ebbene, secondo i ricercatori Charlotte Ward e David Voas il Movimento Zeitgeist è infatti una forma di conspirituality, neologismo formato dalle parole conspiracy (cospirazione) e spirituality (spiritualità). Nel loro lavoro “The Emergence of Conspirituality“, pubblicato sulla rivista specializzata Journal of Contemporary Religion, i due studiosi descrivono una nuova forma di spiritualità che fonde le caratteristiche della New Age (cambiamento globale di coscienza, risveglio quantico, ecc…) con quelle delle teorie del complotto (cospirazioni governative e controllo di massa). Secondo gli autori, man mano che le religioni tradizionali perdono la presa sul quotidiano, sempre più persone stanno colmando il vuoto spirituale con questo strano ibrido, ed è chiaro che anche questi nuovi trend possono essere manipolati dalle élite che in un qualche modo ci controllano. Possiamo in effetti anche esser d’accordo con lo scetticismo contro questi “movimenti”… anche se, sarebbe cosa e buona giusta affrancarsi certo da nuovi proselitismi ma indubbiamente valorizzare quei messaggi di pace e solidarietà, perché tra tante bufale, indubbiamente, questi movimenti ci ricordano il fatto che cambiare si può… si deve!
Roberto Morra
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dopo l’entusiasmo del primo zeitgest la cosa si è ridimensionata alla scoperta di molte inesattezze , anche se il discorso di fondo ci può sempre stare, ovvio !
Mentre il venus project è un qualcosa di molto più concreto e autorevole . il messaggio è importante , anzi necessario di questi tempi !
bè come dice Morra non è niente di nuovo, pero’ ce ne fossero,certo……