Il debito divino: l’origine ecclesiale del “debito pubblico” e lo sfondo socio-politico del neoliberismo.
Un viaggio alla scoperta dell’origine del male che affligge i popoli, attraverso le pieghe del tempo e dello spazio, alla ricerca della consapevolezza. La finanza ed il debito hanno convertito l’uomo in uno zombie, uno schiavo ormai inconsapevole. Trovare l’origine di questo male potrebbe fornire una soluzione, un antidoto
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Il male è il debito, il debito è il male; è un veleno che ci divora lentamente e di cui non possiamo fare a meno. Siamo dipendenti dal debito, siamo dipendenti da un qualcosa che abbiamo di sana pianta inventato e che non riusciamo più a scrollarci di dosso.
È come un ciclo infinito di bugie, tutte interdipendenti tra loro.
Uki l’aveva intuito, aveva compreso l’enorme flagello, la tortura senza fine a cui l’umanità si stava auto condannando e sentiva il bisogno di accedere ad una fonte che potesse fornirgli le risposte.
Il tempo è la fonte ideale, la storia è la sua espressione, la ciclicità l’anomalia inevitabile. La ciclicità è rappresentata da quel valore che si discosta dalla media ma lo fa sempre e comunque sotto stessa forma e sostanza.
È come se il meccanismo umano non potesse smettere di incepparsi di tanto in tanto e questo, sostanzialmente, è l’unico motivo per cui sembra proprio che la nostra specie non riesca ad imparare nulla dagli errori commessi in passato. Ci raccontiamo una favola, una favola in cui siamo migliori delle precedenti generazioni, ma smettiamo di fare la guerra ed iniziamo a combattere in nome della pace, aborriamo la schiavitù ma imponiamo ai lavoratori le cavigliere elettroniche, vogliamo imparare da tutti ma sempre con la convinzione di essere noi i migliori e quelli a saperne una più degli altri. E poi molto altro ancora… Perché dunque continuiamo a mentire a noi stessi? Sarà forse il debito un meccanismo perverso in grado di assecondare la natura umana? Sarà forse il debito il modo che l’essere umano ha per ripagare l’universo per gli errori commessi? Cos’è il debito? Cos’è questa cosa di cui tutti i giorni sentiamo parlare e di cui non possiamo fare a meno, nonostante sappiamo che la sua natura ci strangolerà sempre di più?
L’unico modo per raggiungere le risposte era cavalcare le pieghe del tempo fino alle origini del male. Non esistevano macchine del tempo in senso lato, ma Uki era consapevole del fatto che tutti noi possiamo essere macchine del tempo, che tramite la profonda meditazione avrebbe potuto raggiungere l’entanglement quantistico, la correlazione delle particelle nello spazio e nel tempo.
Se si esclude l’effetto della causalità e dello scorrimento lineare del tempo, allora ogni luogo, ogni cosa, ogni pensiero può essere raggiunto.
La meditazione avrebbe portato la sua mente dove il tempo non gli consentiva di andare.
Sedendosi, chiudendo gli occhi Uki iniziò a camminare…
Il buio, le luci, gli eventi, i volti, i paesaggi… scorreva tutto velocemente e tutto assieme, senza una precisa collocazione temporale o spaziale. Ecco il viaggio nel tempo, ecco il profondo umano.
Quando Uki riaprì gli occhi si trovò di fronte il mare. Le stelle illuminavano il firmamento buio, scuro, profondo.
La luna si ergeva alta nel cielo ed Uki si poté guardare negli occhi.
Al suo fianco se ne stava lì immobile un uomo con una folta barba, una lunga tunica bianca ed uno sguardo profondo e preoccupato.
Si voltò verso Uki e gli disse:
– «So perché sei qui»
..ed Uki:
«Perché sono qui?»
..e l’uomo:
«Per trovare delle risposte»
..e di nuovo Uki:
«Speravo potessi aiutarmi a trovarle»
..e l’altro:
«Se le avessi non sarei qui, ma posso sempre fornirti le domande che io stesso mi pongo».
Così Uki: «Mi piacerebbe, il mio nome è Uki e tu sei Aristotele»
..e l’uomo:
«Così sembrerebbe, piccolo cyborg dalla faccia di luna. Fortuna che la testa è rimasta quella naturale. Ad ogni modo io non sono soltanto Aristotele, bensì tutto quello che i miei avi sono stati e tutte le loro vittorie e tutte le sconfitte, così come quelle di quelli prima di loro. Sono ancora le stesse domande e la stessa mancanza di risposte».
Uki ed Aristotele iniziarono a parlare.
UKI: Saggio Aristotele, sono venuto fin qui perché speravo che potessi davvero aiutarmi a cambiare il futuro.
ARISTOTELE: In che senso vuoi cambiare il futuro? Vuoi cambiare il tuo futuro? Vuoi cambiare tutti i futuri? O che altro?
UKI: Non lo so, ma esiste nell’uomo del futuro qualcosa che non funziona, qualcosa che lo strangola e di cui sembra allo stesso modo godere.
ARISTOTELE: Giovane amico dalla faccia di luna, io sono esattamente come quell’uomo che tu descrivi e forse non trovo risposta perché non ho il coraggio di pormi la domanda giusta.
UKI: Cosa intendi?
ARISTOTELE: Esattamente quello che intendo.
UKI: Così non mi aiuti, saggio Aristotele; io sono venuto fin qui perché so che tu ti sei interrogato spesso sul significato di società, di economia, di organizzazione, di usura. Ecco io penso che l’usura, ad esempio, possa fornire una sorta di spiegazione a quello che sta succedendo all’umanità e a quello che succederà per secoli a venire da qui, da questo luogo, da questo tempo.
ARISTOTELE: Si è vero, giovane amico, giovane Uki, io mi interrogo sul Tòcos, sull’elemento che schiaccia i rapporti tra gli uomini e che permette al denaro di generarsi da solo e che dunque solleva l’uomo dal compito di controllare la sua sete di potere e di ingiustizia, lasciando che sia un Dio, a governarla, così come fa per tutti gli altri suoi istinti.
UKI: Vuoi dire che non riusciamo a liberarci dall’usura, che non ci liberiamo dal debito, perché altrimenti non avremmo modo di giustificarci?
ARISTOTELE: Come ti ho detto, io mi pongo solo delle domande, non ho le risposte, diversamente non avrei modo di esistere. Posso dirti però che forse noi ci stiamo interrogando sull’origine del male e, forse, non è quello che dobbiamo cercare.
UKI: Cosa intendi, saggio Aristotele?
ARISTOTELE: Intendo dire che potremmo non trovarla mai, poiché forse ci stiamo ponendo la domanda sbagliata. La domanda che ci poniamo aiuta solo a comprendere alcuni dei problemi che ci affliggono e che sono sicuro affliggeranno voi nel futuro così come stanno facendo con noi.
UKI: e che domanda dovrei pormi allora, saggio Aristotele.
ARISTOTELE: e se non dovessimo cercare l’origine del male ma il male in quanto origine? Allora tutto avrebbe senso e sarebbe spiegato. Se tutto venisse dal male e poi solamente dopo il pensiero dell’uomo avesse iniziato a creare diversivi?
UKI: e dove dovrei cercare il male in quanto origine saggio Aristotele? Io pensavo che l’origine del male potesse essere il debito, e che il debito potesse avere origine qui, durante il tempo abitato da una civiltà avanzata ed articolata. Non ho mai pensato che il debito o la brama di potere potessero essere parte di un qualcosa di originario.
ARISTOTELE: Non è qui che devi cercare, giovane amico dalla faccia di luna. Devi superare a ritroso questo tempo e parlare con un Dio. Ci sono molti dei, ma uno di loro è forse quello che cerchi. Trovalo. Ora devo lasciarti amico mio e tu devi lasciare me. Pensa e sono sicuro che saprai in che direzione andare.
Continua…
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Leonardo Pierri
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il male come l’ uomo nasce all origine stessa della civilta’ umana … e’ all origine di tutto… davvero quindi il debito e’ l origine dei nostri mali ??? le domande giuste !!!
Il debito è lo scarto tra chi esercita e chi subisce il potere…. è la merce di scambio. Questo punto di vista quasi psicologico è interessantissimo….. complimenti Pierri, sempre straordinario !!!
Aristotele sa il fatto suo. Pierri eccezionale!
Adoro questo blog ….
dipendenti da un qualcosa che abbiamo di sana pianta inventato. è terribile !
Leonardo mancavi solo tu su questo blog a dircelo in faccia!
Odio Aristotele !
una specie che non impara dai propri errori ( fondamenta dell ‘ evoluzione ) significa che non e’ libera , non e’ libera di essere quel che e’ … questo intanto e’ un aristotelico esatto sillogismo
andro’ avanti in questa lettura per capire meglio
Grazie <3
eravamo abituati ai geniali dialoghi di Fatale……… ben arrivato Leonardo…. ti vogliamo già bene! Siete un blog eccezionale !
ho trovato molto interessante il discorso di Aristotele sulla deresponsabilizzazione delle azioni umane , il rapporto dell’ uomo con dio e il debito
leggerò ancora!!!!
il male è l’origine della civiltà umana???? la brama di potere, la volontà di potenza sono la nostra origine …. visione pessimistica ma è certamente l’inizio della CADUTA!