*Grassetti (sottolineati) per approfondimenti:
In California l’uso di cannabis a scopo terapeutico è legale, e lo è già da più di un decennio (le leggi che in questo stato concernono la cannabis coprono ogni aspetto possibile relativo alla pianta). Tanto che, a Los Angeles, per agevolare chi voglia curarsi in questo modo, sono stati installati distributori automatici che erogano marijuana. “Chapeau” alla California, dunque, dalla quale molti paesi potrebbero magari prendere esempio.
Laddove la marijuana non è più un tabù, la richiesta di servirsi di quest’ultima per scopi curativi è infatti generalmente crescente e, negli Stati nei quali non ne è stato ancora legalizzato l’uso, sono in molti ad optare per il “fai da te”, coltivando le piante in casa. Internet, intanto, pullula di negozi online nei quali è possibile acquistare semi e altri prodotti. Sono particolarmente richiesti i semi di tipo autofiorente, che offrono una rapida fioritura, non necessitano di particolari cure, né di tante ore di esposizione alla luce, e producono piante di piccole dimensioni che si possono nascondere facilmente.
I distributori automatici installati a Los Angeles ci mettono davanti a una realtà all’avanguardia.
La sofisticata tecnologia di cui sono dotati li protegge da potenziali usi criminosi e ne assicura un corretto funzionamento. Oltretutto, vista l’entità del fenomeno relativo alla cannabis, non si può dimenticare come ad esso sia collegato anche un interesse di tipo economico. Dati alla mano, infatti, il settore della marijuana sta creando un vero e proprio business per alcuni stati, costituendo una vera e propria opportunità in termini di crescita ed occupazione. Rimanendo comunque concentrati sulla sfera medica, non vi sono dubbi sulla bontà della scelta di Los Angeles, che ha trovato un utile sistema per monitorare il consumo di questa sostanza.
Ma qual è il meccanismo di funzionamento dei distributori? È presto detto. Per poter rifornirsi di cannabis, anzitutto si deve essere in possesso della Medical Cannabis ID Card, una tessera magnetica che stabilisce l’idoneità di chi la possiede a poter usare cannabis a scopi terapeutici. Questa carta è nata nel 2003 a seguito del Medical Marijuana Program, un primo passo verso un controllo più severo dell’uso della marijuana, vincolato all’identità del richiedente.
Per far funzionare il distributore, oltre alla carta, serve l’impronta digitale del “malato”, che viene letta e identificata dal touch screen. A questo punto, la persona può consultare il menu e selezionare una delle circa 800 diverse tipologie di marijuana disponibili nel distributore.
Los Angeles fa dunque da apripista, ma presto le macchine erogatrici saranno disponibili anche a San Diego, e se ne prevede l’estensione a tutto lo Stato. C’è ragionevolmente da immaginarsi che nel prossimo futuro si possa arrivare a legalizzare la cannabis a scopo medico anche in tanti altri Stati, resta da vedere in che modi e in che tempi.
ma che spettacolo!
noi arriviamo sempre dopo eh..
addirittura il “fai da te”???
e mi pare il minimo. per la sclerosi multipla è miracolosa!
devo rimediare questi semi autofiorenti
🙂
quando capiranno il business che si stanno perdendo,forse..
troveranno il modo di rapinare quei distributori… mmmh… 🙂
bè,sembra una tecnologia abbastanza sicura,però certo,rapinano banche immaginiamo un distributore
ad ogni modo mi sembra una cosa davvero encomiabile per chi vuole curarsi con la canapa,vista l'impossibilità finora di reperirla a scopi medici
ma non bastavano le farmacie? ora addirittura un'urgenza tale abbisognano le terapie con la canapa????
è solo business! 😉