Nel 2013 ha pubblicato “Una nessuna e centomila“, il suo primo disco, ed è volata al Sziget Festival di Budapest; nel 2014 ha dato alle stampe il secondo disco “Come in cielo così in terra” ed il suo brano “Sotto il cielo dell’Ilva” ha aperto il Primo Maggio di Taranto; nel 2015 è volata (di nuovo) al Sziget ed ha calcato con brio e grinta il palco del Festival di Sanremo; dopo aver attraversato l’Italia in tour con Blablacar, il 2016 si apre con una campagna di crowdfunding per l’acquisto di un furgone (e se volete contribuire qui potete farlo); UNA sembra essere inarrestabile!
– Ti abbiamo vista calcare il palco di Sanremo piena di grinta ed entusiasmo, in cosa si differenzia l’esibizione all’Ariston rispetto agli altri Festival e concerti?
Sanremo è un festival storico, ha una tradizione lunga sessant’anni, e per quanto risulti sceso di hype in seguito alla nascita dei Talent, resta sempre un traguardo simbolico di realizzazione artistica, soprattutto perché una diretta Rai offre un certo lustro a quel che si fa. Di fatto però non è proprio vero, nel senso che il successo di un artista pop può anche decollare a prescindere da Sanremo e dai Talent, basti pensare a Fedez, e devo dire che ho visto spesso artisti davvero validi appassirsi e scomparire del tutto dopo Sanremo.
– Il Festival di Sanremo, checché se ne dica, è sicuramente una delle vetrine più importanti per arrivare a più pubblico possibile e tu ci hai dimostrato di poter cantare su palchi così importanti senza snaturarsi; a cosa hai pensato prima, durante e dopo l’esibizione sul palco di Sanremo?
A non snaturarmi mai e poi mai, né per Sanremo né per il Miami!
– Sui social, su youtube e sul blog rispondi praticamente a tutti i commenti dei tuoi fan/amici/sostenitori; quasi UNA-Gianni Morandi! Che tipo di rapporto hai con il tuo pubblico?
Credo che i social si chiamino “Social” perché sono uno strumento di socializzazione, se un’artista decide di avere una pagina gestita da lui stesso e condivide momenti della propria quotidianità e del proprio lavoro, dovrebbe essere un piacere ma anche un dovere morale interagire con le persone coinvolte, altrimenti sarebbe il solito gioco autoreferenziale, poco diverso dalla televisione o dalla radio che sono media unidirezionali.
– Se fossi una nuova ascoltatrice, e non avessi visto Sanremo, quali sono i brani da cui mi consiglieresti di iniziare a scoprirti?
Sicuramente “Sotto il cielo dell’Ilva”, “Fuori Sede”, “Qui ed Ora”, “Mario ti amo”, “#Scopamici”. Ma anche “Amare stanca!”.
– Nel 2013 hai suonato a Parigi, Bruxelles, Berlino e Napoli, macinando 4000 km in 5 giorni nell’UNconventional Tour di cui hai scritto “Ho scelto delle librerie perché tra i libri mi sento al sicuro, ho scelto posti lontani, perché quando ci allontaniamo da ciò che conosciamo bene, spesso ci avviciniamo di più a noi stessi” che cosa hai scoperto di te stessa durante quei giorni?
Che suonare all’estero è molto gratificante e viaggiare apre la mente, ma se vivessi in Germania o in Belgio penso che l’Italia e in particolare la Puglia, la mia regione, mi mancherebbero troppo… Perché anche se sono molto critica nei confronti del mio paese, ne sono innamorata.
– Nel tuo secondo disco “Come in cielo così in terra” abbiamo scoperto una scrittura nuova, più quotidiana, fatta di emigrazione, relazioni da-non-definire-relazioni-perché-che-ansia, persone influenti sul proprio percorso di crescita, il lavoro ai tempi della crisi… Che cosa è cambiato nel tuo modo di scrivere (e/o nella tua vita), rispetto a prima?
Credo di aver fatto un grande passo in avanti in Come in cielo così in terra, soprattutto nell’utilizzo di un linguaggio più semplice e diretto. Sai spesso tendiamo a pensare che “semplice” sia sinonimo di superficiale. Sbagliamo a crederlo, la semplicità è una virtù potentissima e l’abilità di scrivere in maniera semplice e autentica è quanto di più bello e contemporaneamente difficile ci sia al mondo, soprattutto per chi come me è attratto dalle complicazioni!
– C’è un’artista italiana con cui vorresti collaborare?
Se fossi più collaborativa con me stessa, saremmo un duo vincente, a volte mi licenzio da sola!
Scherzi a parte, mi piacerebbe molto collaborare con Nada, la sua voce grave e graffiante, il suo coraggio di affrontare i cambiamenti, la sua esperienza trasversale passata dai lustri del pop sanremese degli esordi agli abbaglianti odierni dell’indie più ortodosso, fanno di lei un esempio e un punto di riferimento per molte cantautrici esordenti.
Giorgia Molinari
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Mi piace Una. Ora anche come persona. Carina l’ intervista
Un vago ricordo di lei a san remo. i singoli non sono male. ascolterò l’album …
artista interessante.un pop diretto dal’ interpretazione ruvida ma profonda
complimenti a Molinari per avercela fatta conoscere meglio
bella tipa. nell’intervista ma non mi fa impazzire la sua musica . testi a tratti interessanti ma poi non lascia segni Si puo’ attendere il prossimo disco ……
secondo me e’ una bella realta’ nostrana … anche all’ estero..
bella, profonda e simpatica intervista di Molinari….. 😉
Non conoscevo Una, grazie di avermela fatta conoscere