La Terza Repubblica

Mentre gli inquirenti si risvegliano, il partito dei ricchi si organizza, viaggiando su Italo e dimenticando il sud

L’Italia è nata dal compromesso. Mazziniani a parte, nessuno se ne fregava dell’unità. I raffinati piemontesi non si scomodarono nemmeno a dichiarare guerra ai Borboni che regnavano al sud, essendovi pure imparentati. Si fecero solo consegnare uno stato bello e fatto in regalo da Garibaldi, a sua volta aiutato da equilibri internazionali favorevoli. Senza sentimenti unitari, mantenere la corona al di sotto di Gaeta era difficilissimo. Una tesi che mi persuade è che si poteva riuscire nell’intento soltanto dando potere alla creme de la creme che offrivano i territori, l’unica categoria in grado di stabilizzare il nuovo assetto ponendo fine a disordini e malcontenti con ogni mezzo. Questo fior fiore della società sarebbe diventato la classe dirigente di questo paese, rivelandosi capace di governare adoperando soltanto gli unici due strumenti originari, la clientela e la verga: nascono clientelismo e mafia.

 

Gli italiani che creano il Pil sono da sempre gli unici tartassati. Eppure sono riusciti comunque a garantirci benessere, nonostante la presenza parassitaria di politici che hanno saccheggiato le ricchezze, un po’ magnandosele un po’ redistribuendole su logiche clientelari. Ciò dimostra senza retorica che questo paese è pieno di eccellenze. La sua vera malattia è sempre stata una classe dirigente pessima perché nata pessima per i vizi genetici che ho accennato sopra. Nell’evolversi della vita pubblica questo tipo di ricostruzione trova soprattutto conferme.

 

Una nazione che nasce sul compromesso è una nazione devota all’immobilismo. È una nazione completamente a digiuno d’una parola che oggi manca come l’aria, il merito. Non a caso abbiamo avuto per lo più governi ultraconservatori e ultracentristi che avevano il coraggio di schierarsi con l’Usa senza odiare l’Urss. Non a caso siamo il paese del compromesso storico tra cattolici e comunisti. Non a caso siamo il paese in cui in teoria comanda il governo centrale, ma in pratica esiste(va) il potere industriale al nord, esiste il potere bancario al centro ed esiste quello mafioso al sud. Ma senza volare tanto in alto, non a caso siamo il paese delle raccomandazioni.

 

La tendenza al compromesso si è riverberata sulla politica, emergendo in tutta la sua forza nella Prima Repubblica.

La Democrazia Cristiana è sempre andata alla continua, costante e pedissequa ricerca di spaccare il centro del baricentro. Se una parete era bianca, un democristiano era capace di sostenere che non lo era, sembrava. Prendeva un po’ di tempo, fiutava le correnti e senza esitazioni diceva che era grigia, se solo serviva ad accaparrarsi qualche ministero. Però sono brave persone, si ripeteva entrando nelle urne. Infatti la prima repubblica può essere definita proprio così, la repubblica delle brave persone. Queste brave persone ti assumevano alle poste o nei carabinieri, ti consentivano di strutturare una vita intera sfogando nel frigorifero, ma facevano i froci col culo degli altri. Gli altri erano gli italiani eccellenti che creavano il Pil, gli unici che hanno tenuto veramente in piedi questo paese sin da quando è nato. Una volta che un politico sistemava qualcuno, diventava il suo creditore morale ed otteneva il voto delle zie e dei parenti.

Se volete male a un democristiano non provate a rubargli la moglie. Non gli fate niente, risponderebbe riciclandosi in un’altra famiglia. Se lo volete colpire veramente dovete condannarlo a schierarsi.

 

È stato per questo che la discesa in campo di Berlusconi ha segnato l’inizio d’un cambiamento. La Seconda Repubblica ha condannato i vecchi volponi a fare ciò che non avrebbero voluto neppure sotto tortura, schierarsi.

Come ho già scritto (vedi l’articolo “Qui (non) succede un quarantotto“), Silvio è stato essenzialmente uno spartitraffico. Chi lo amava passava a destra, chi l’odiava a sinistra, questa è stata l’unica, vera differenza. Dopo le dimissioni, la “simpatia” e l’odio hanno lasciato il posto all’unica, vera differenza di oggi, il botton down della camicia (vedi l’articolo: “Il partito del botton down“). Ma mi ripeto, oggi Silvio è stanco di mantenere il suo potere economico facendo i comizi. Coi comizi conosci comunque qualche ragazza, ottieni comunque qualche numero di telefono, ma che palle quei convegni ai quali devi presenziare per forza, poi è normale che ti addormenti. Mediaset va male,è iniziata la sua parabola discendente. Prorompono rete e crisi mondiale, il biscione non lo salvi più aggiungendo alla Costituzione sì la vita è tutta un quiz. Fare politica attiva non paga come prima, non a caso appena sono crollati i titoli delle sue società si è dimesso da Presidente del Consiglio.

Con l’attuale congiuntura economica mondiale la nuova politica del Cavaliere è il mantenimento del suo impero economico ponendosi sulla difensiva, cioè limitando i danni. Questa nuova perestrojka alla milanese sta segnando l’inizio ufficiale della Terza Repubblica. Il tempo ci dirà se sul certificato di morte della seconda ci sarà il suggello di una nuova tangentopoli, visto l’arresto di Fiorito e le indagini in Piemonte ed Emilia. Ma resta il dato più importante, Silvio non si vuole ripresentare. Berlusconi s’è piegato al compromesso, la vera natura dell’Italia. L’uomo della discesa in campo ha lasciato campo libero ai vecchi democristiani, che già si sfregano le mani potendo ritornare al loro posto. Ma figuriamoci se faceva dimettere la Polverini se era ancora in lotta! Nell’ultima uscita è sembrato un uomo fisicamente stanco che ripeteva la lezioncina appena ricevuta da economisti certamente non di destra. Il che non mi sorprende, essendo consapevole che al di là di anacronistiche etichette il suo elettorato sia soprattutto popolare. Ma queste mosse sono solo campagna elettorale, gli servono esclusivamente per evitare una debacle senza precedenti che nella spartizione “neo-pentapartitica” alle porte lo costringerebbe alla fetta più piccola della torta. Insomma, con la terza repubblica l’Italia è ritornata alla sua vera natura, il sovraffollamento del centro del baricentro. Ma se la storia si ripete sempre, le sfumature cambiano.

La differenza tra prima e terza repubblica è che non si può più fare clientela, la zizzinella è finita. Per questo l’attuale ricomposizione del potere centrista non si può considerare una ripetizione della Dc. Il centro si dovrà rassegnare alle unioni civili, Don Camillo e Peppone sono finiti. Senza la possibilità di redistribuire ricchezza facendo i froci col culo del Pil, non si mantiene più il potere con le sistemazioni.

I nuovi mezzi del conservatorismo saranno le stronzate di “Ce lo chiede l’Europa“, la soap opera che va in onda ogni giorno destinata a sostituire Beautiful. Ci faranno il lavaggio del cervello ogni volta che verrà il tempo di andare alle urne, condizionandole col rischio di populismo e fascismo. Vien da pensare che poiché i neo-democristiani con l’immobilismo vanno a nozze, il vero matrimonio del secolo sarà con quel pachiderma lentissimo che è l’Europa dei tecnocrati, altro che William e Kate. Ma la verga, quella non la devono riporre. In fondo non l’hanno mai usata loro in prima persona, mica so’ fessi.

Questa differenza impedisce di poter riparlare di Democrazia Cristiana vera e propria. I nostri politici non serviranno più loro stessi buttandoci l’osso dell’assunzione, ma serviranno i potentati riducendoci carne e ossa. Come ho già scritto (vedi l’articolo “Qui (non) succede un quarantotto“), poiché senza redistribuzione e senza merito s’allargherà la forbice tra ricchi e poveri, il nuovo blocco partitico che gestirà il potere può essere chiamato più propriamente partito dei ricchi. No, non pensate alla destra e alla sinistra. Il partito dei ricchi è un centro neo-democristiano che riflette il Dna dell’Italia, il compromesso. Sarà capace di sembrare di destra alla sinistra e di sinistra alla destra, come vuole la migliore tradizione della nostra classe dirigente.

 

La scorsa settimana il Tg1 montiano ha riservato ad Italo una pubblicità gigantesca. Montezemolo è stato intervistato con tanto di marchio NTV bene in vista, mentre un Frecciargento si schiantava a Brindisi contro un Tir. Volevo chiedervi una cosa. Mi fate il nome di una azienda, dico una sola, che oggi assume giovani a tempo indeterminato? Lo ha fatto NTV. Negli ultimi mesi le tasse aumentano senza freni e i servizi le seguono a ruota. Volevo farvi un’altra domanda. Mi dite una sola cosa, dico una sola, che costa in meno rispetto all’anno scorso? Ve lo dico io, il biglietto dell’alta velocità. Manco a dirlo, azioniste di NTV sono banche e assicurazioni. Altro azionista è Diego Della Valle, amico di Mastella e proprietario di Tod’s. Guarda caso, proprio nelle stesse ore dell’intervista l’imprenditore marchigiano ha fatto la voce grossa con un Marchionne che vorrebbe portare la Fiat all’estero, usando parole politichesi come operai e posto di lavoro.

Voglio dire che tutti i rappresentanti dei potentati italiani si stanno organizzando per controllare la politica senza più l’anomala frattura di berlusconiana memoria. Da un lato si prendono l’immagine di quelli che assumono a tempo indeterminato sui treni, altro che quella cattivona della Fiat. Ma mi chiedo chi glielo fa fare in un’epoca in cui se assumi a tre mesi nessuno ti dice niente. Dall’altro si prendono i servizi, cioè l’ultima cosa che una famiglia può tagliare dopo il cibo.

Manca solo la ciliegina sulla torta, un’immagine che li faccia apparire come dei novellini. Il chirurgo plastico ricostruirà l’imene affidando questo gruppo di vergini a qualcuno che metta d’accordo la destra e la sinistra arroccandosi al centro. Per esempio un Matteo Renzi, che è giovane, ricco, figlio di democristiani ed ex margheritino. Insomma, più centro di così si muore. In quest’ottica l’agenda Monti e l’eventuale Monti bis avranno l’unica funzione di sedimentare nell’opinione pubblica la grande ammucchiata di partiti che solo l’anno scorso si contrastavano alacremente, seppur divisi soltanto da un nome ed un cognome. Convinciamoci presto che negli anni a venire ci concederanno le urne soltanto quando avranno la certezza di poter ritornare alla cara, vecchia e italianissima spartizione dei ministeri.

Anziché passare il tempo a sbucciarsi le ginocchia a forza di ringraziare la Madonna per quel che si ritrova, Barbara Berlusconi ha già fatto capire da che parte starà. Qualche settimana fa ha lodato Renzi per la seconda volta, criticando il padre. Il padre, che s’è rotto di fare i comizi, sta a sua volta cercando di conquistare dall’interno il futuro primo partito italiano tirando la volata al sindaco di Firenze. Dal momento che questa volta non lo può guidare, il Cavaliere si sta preparando almeno a salirci su Italo, il carro dei vincitori. Salire a bordo e incontrare De Benedetti sarebbe come fare la tombola. Per esempio, in un clima diverso non sarebbe impossibile ottenere uno sconto per il lodo Mondadori. Visto? La nuova politica della limitazione dei danni non è mica poi così malaccio.

Italo copre solo l’Italia che conta. Torino, Milano e Venezia al nord con Padova; Bologna, Firenze e Roma al centro; Napoli al sud. Più giù chissenefrega, come pensarono i Savoia quando fecero l’Italia. Dal momento che santi in paradiso non ne hanno, che li assista il Padreterno. Però se davvero vuole farlo impari presto l’arte d’arrangiarsi come un vero terrone. Se Cristo si vuole fermare ad Eboli stavolta si deve accontentare di scendere prima, è Salerno l’ultima stazione di NTV. Ma forse la Terza Repubblica qualcosa di buono la porterà, rafforzerà il sentimento nazionale più di una partita dell’Italia. Poiché nord e centro che non contano non avranno trattamenti di favore, finalmente ci sentiremo tutti meridionali. Benvenuti al sud.

Giuseppe Pastore

Almamegretta – “Sud”

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14 Comments

  • ragazzi questo è il nostro futuro: esperimento schiavistico dell'europa comandata dalle banche colioniste
    il nostro immobilismo per il loro impero

  • ci puoi mettere la mano sul fuoco su questo articolo!
    davvero complimenti. sto rileggendo tutti quelli scritti da questo autore
    grazie

    • bè, renzi passa da Cl a Craxi, dalle sue idee su inceneritori e nucleare, fino alla cena ad Arcore. E quella condanna di cui nessuno parla… fate un giro in rete per capire.
      comqe, questo è tra gli articoli più acuti letti fino ad oggi

  • un'ammucchiata centrista per tornare all'immobilismo!!!?!?!?!?
    stavolta vado via dall'Italia
    grazie per avermi avvertito e complimenti per questo articolo,l'autore è stato chiaro e divinatorio..si sente nell'aria in effetti, dopo aver letto queste righe così chiare.
    si sta realizzando il disegno che il nwo ha per l'europa d'altronde: la manodopera delle banche

  • stanno svendendo l'italia… e i privati collusi con la massoneria fanno festa.
    il centri diverrà ancora il nostro celerino

  • per spodestare questa classe politica parassitaria che ci immobilizza dovremmo aspettare un cambio generazionale che molto probabilmente non porterebbe niente di nuovo, giacché le dinamiche di inserimento sono sempre le stesse. è ovvio che ci vorrebbe una presa di posizione democratica da parte del popolo,ma è un cane che si morde la coda

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