Uccisioni I

Racconto breve di Dario Marcucci

Ieri l’altro, trovandoci entrambi oppressi nella tonnara di un vagone metropolitano troppo pieno, feci a Riniero questa domanda:

– Dimmi, Riniero, cosa faresti se ora, in questo preciso momento, al posto delle braccia avessi due lame?
Quello mi guarda riflessivo. Mi guarda anche una grassona, che ha inteso la domanda e mi respira addosso a meno di un centimetro, sul collo.

– Sì – gli ribadisco – proprio due lame, della stessa dimensione e forma delle braccia, ma senza articolazioni (non potresti piegarle)… due lame a doppio taglio, affilate si intende… affilatissime. Che faresti dunque?
– Che farei… – ci pensa un attimo – direi che stenderei queste… queste appendici, ben tese all’altezza delle spalle, e inizierei a ruotare su me stesso. Vorticosamente. Le lame rotanti farebbero il tutto.

Tornando a casa mi ritrovai a pensare alla risposta di Riniero, tutt’altro che peregrina: le lame avrebbero creato un piccolo spazio vuoto attorno all’epicentro della rotazione. Chiunque avesse infilato il becco nel perimetro rotante ci avrebbe rimesso un brano di carne.

Eccolo, lo spazio vitale… nella sua piena e indiscutibile attuazione empirica.

D’improvviso tutto mi fu chiaro, chiarissimo: l’indomani misi in pratica la mia idea.

di Dario Marcucci

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