Total Black!

Tornano gli Uomini In Black: Austerity o tentativo di passare inosservati?

Il nodo non era solo Silvio B.,  il nodo in realtà è una matassa ben più inestricabile, almeno a giudicare dalla situazione attuale della realtà che ci circonda. Allora slacciamoci del tutto!

Quello che ci viene detto è che la “crisi” è la grande artefice della disfatta economica dell’attuale Italia, e che di conseguenza la finanza non può arginare questo fenomeno macroeconomico.

In realtà quello che sta accadendo è molto meno trascendentale di quello che ci vogliono far credere. Se l’Italia sta con la melma alle ginocchia, è perché fin’ora è stata governata dai peggiori, e non dai migliori come ci si aspetterebbe da una democrazia occidentale. Questo argomento sembra ormai retorico, per la miriade di volte che è stato affrontato, in ogni modo e da ogni prospettiva, ma affrontare un discorso non vuol dire risolverlo, ed in Italia è davvero lungi dall’esserlo.

Fino ad oggi i politici non hanno mai nominato dei collaboratori competenti, ma bensì i più fedeli, così come nel mondo della finanza e dell’imprenditoria, creando così un circolo vizioso tendente al baratro economico e culturale cui ci stiamo dirigendo.

Chi ha le giuste conoscenze, e chi ha più peli sullo stomaco, per asservirsi, viene promosso a posizioni di prestigio e dirigenziali, anche se manca del tutto delle competenze che sarebbero richieste a ricoprire quel ruolo. Anche questa ormai sembra retorica, ma non lo è. Quanti deputati non sanno la Costituzione? Quanti preti non conoscono i 10 comandamenti? E quanti top manager non conoscono il prezzo di un litro di latte?

Figli, amici, amanti, cugini… se non si hanno “santi in paradiso” al massimo si può aspirare al ruolo di segreteria, segreteria del raccomandato di turno. In occidente, nel così detto progredito Occidente, questo non accade, o quantomeno accade in modo molto meno visibile, e quasi sempre sono i migliori ad ottenere i ruoli migliori, in Italia invece no.

Come uscirne? Il problema è ormai di così grande diffusione che la gente nemmeno se ne rende più conto, la legalità è ormai un feticcio folkloristico di cui la maggior parte delle persone ride mentre conversa al bar. E i giovani che fanno? Ce ne sono almeno tre tipi: Quello che si adatta, da buon cerebroleso e si affida al fato, sperando di ottenere qualcosa; quello che scappa e va via dall’Italia alla ricerca di un posto migliore; e quello che cerca di restare per cambiare le cose dall’interno.

Io non ho niente contro le raccomandazioni in sé, soprattutto nel libero mercato, ma quelle raccomandazioni debbono servire a mettere in contatto persone davvero valide con il mondo del lavoro, persone che hanno studiato e conosciuto le caratteristiche della mansione che andranno a svolgere.

 

Mondo a parte è quello della moda, il caro, adorato e stupendo fashion-business, dove cari lettori vi assicuro che la “meritocrazia” esiste davvero, e molti giovani senza amicizie iniziali e/o parenti hanno potuto iniziare una carriera e costruire dei sogni. Certo non mancano i casi di clientelismo famigliare, ma questo è ovvio, se un padre ha fondato una maison, è logico che passi poi alla generazione successiva, ma statene certi, il management sarà sempre scelto in base alla meritocrazia. Esistono contest, concorsi e scuole validissime, da cui escono menti creative e brillanti, che se non valessero sarebbero subito fatte fuori.

Giovani che hanno realizzato i loro sogni esistono, partiti da paesini di provincia, adesso, dopo proficui studi disegnano per le più importanti maison di Parigi, New York e Milano.

 

Ed è proprio il mondo della moda, che come sempre osserva, analizza e reinterpreta i tempi che la società vive, realizzando abiti e accessori che ne rispecchino il mood, ha riportato prepotentemente il “nero”, il Total Black, in verità mai passato di moda e sempre attuale, eppur mai come in questo periodo se ne vede in giro, anche per le strade.

Soprattutto tra gli uomini e i manager, uomini e donne che in passato, in periodi più spensierati della finanza e della società, avevano tentato un azzardo usando giacche colorate e cravatte fantasiose, con l’ausilio dell’impatto del fashion-icon-manager-figlio-nipote di, Mr. Lapo Elkann.

Oggi tutti quei simbolici tentativi di cambiamento sono stati riannientati dal total black che la moda propone, e che i manager comprano e indossano quasi a volersi rendere invisibili agli occhi della gente, visto ormai che il gioco è stato scoperto.

Il nero è comunque simbolo, non solo secondo me, di eleganza assoluta e di prosperità, e questo i designer lo sanno; ed è proprio qui il magico apporto del mondo della moda a questa situazione di regressione economica

Lo spiego meglio. Le persone comprano il nero perché nella loro ignoranza credono che sia un colore atono e triste, quindi attiri poco l’attenzione ed esprima il loro stato di depressione e sfiducia nel futuro, invece gli stilisti e gli esperti di moda sanno che il nero è un marcatore di personalità e carisma. Sanno che il nero non distoglie l’attenzione dagli occhi, ma è visibile e razionalizzabile da parte del cervello nelle sue declinazioni e realizzazioni solo dopo accurata ispezione, lo dice anche la psicologia. Quindi per strada o nei palazzi del potere, il nero è una sorta di uniformante sociale, da cui forse potranno ripartire colloqui e collaborazioni, basati sulla meritocrazia e non sulla “mignottocrazia” o sulla “fedelecrazia”.

Come quando eravamo bambini e tutti indossavamo il grembiule all’asilo, la maestra non si curava del tuo cognome, o di chi eri, ma solo del tuo sguardo, della tua bravura e del tuo carisma.

Ecco posso affermare che la moda ha osannato e portato oggi il nero ad essere una nuova forma di grembiule per tutti gli adulti del pianeta Italia.

Quindi cari consumatori, e cari italiani a cui sta a cuore il futuro del paese, cercate per qualche periodo di vestirvi di nero, così forse le cose cambieranno un po’, e riconosceremo lontano un miglio le persone poco meritevoli che vestiranno ancora a colori, puntando sul fisico, sull’apparenza o sulle conoscenze per ambire ad un lavoro o ad un incarico. Lo ha fatto addirittura Paris Hilton… :o)

Vestiamoci di nero e forse l’Italia riprenderà colore!

Andrea Algieri

 

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