TodaysArt 2017: arte digitale e creatività trans-disciplinare in un unico Festival

In Olanda si svolgerà a breve un’importante mostra di arte contemporanea internazionale, che ha visto ormai svariate edizioni..

Location dell’installazione sarà l’Aia, che mette a disposizione diversi luoghi che ospiteranno le diverse parti della mostra (Teatro Nazionale di Den Haag). TodaysArt è una vero e proprio Festival che ospiterà vari artisti ed è calato nell’ambito della cultura contemporanea e digitale. Potrete trovare vari interventi artistici, ma anche workshop e panel.

In cosa consiste la mostra

C’è un’affermazione di un artista svedese, tale Jonas Lund, da cui si origina tutto il Festival. L’artista succitato sostiene che la nostra vita è in realtà manovrata, o magari semplicemente condizionata (n.d.a.), dai dati che ci circondano. Questi dati inoltre rappresentano qualcosa di inafferrabile e ampio, che sfugge al controllo umano.
Questa affermazione, che estrapolata dal contesto secondo me è un tantino paranoica, e quand’anche fosse vera impedirebbe di godersi il buono che esiste, costituisce il punto di partenza di questa nuova edizione di TodaysArt 2017. L’obiettivo della mostra è quello di cercare di fare luce su questo oceano di dati che ci circonda, o almeno renderci più critici e sensibili a certe tematiche, di modo che possiamo avere, nelle nostre vite, un pochettino di consapevolezza in più.
Anche la scenografia in cui si calano le installazioni hanno il fine di fare questo: sono usate come sfondo delle location classiche, come il teatro storico della città. Questo infatti ci aiuta a comprendere il contrasto e credo che il trovarci di fronte a due cose tanto diverse, che nonostante tutto trovano un dialogo, ci aiuti a mettere in moto il nostro senso critico. Anche le produzioni, poste le une di fianco alle altre, possono essere molto diverse tra loro e questo serve sempre a raggiungere quel fine.

Esempi di opere in esposizione

Un’opera in esposizione sarà dedicata al nostro corpo, in particolare a tutte le attività che agiscono al suo interno: ci si può rendere conto di ciò che accade fuori anche partendo da quello che accade dentro. Così l’esperienza che ci si presenta è immersiva ed è composta da luci e suoni, tutti volti a rendere l’idea dei battiti cardiaci, delle attività cerebrali, della conduttività della pelle e della contrazione muscolare.
Corpo umano e spazio virtuale sono anche al centro dell’opera “The Stranger“: qui c’è una rappresentazione di quale potrebbe essere l’applicazione della motion capture in ambito legale.
Altra installazione in mostra è “Quantum Music” che ci propone un’innovativa connessione tra musica e fisica quantistica. Infatti a prendere parte a questa creazione sono stati scienziati e ingegneri, insieme ad un duo di pianisti, al fine di presentare il mondo della fisica quantistica ad un pubblico ampio.
C’è poi “Force Field“, in cui una serie di gocce d’acqua risuonano, vibrano e si assemblano grazie alla forza del suono. Quest’installazione vuole farci conoscere la tridimensionalità e fisicità del suono e dell’acqua, ma allo stesso tempo ci vuol rendere edotti sul comportamento dei corpi celesti e di quelli sub-atomici.

Al centro della mostra

Quell’artista dalle affermazioni paranoiche offre al Festival un’opera che indaga il tema centrale dell’intero Festival, che è poi a lui ispirato. La sua opera è costituita da realizzazioni a muro che ripropongono una serie di domande relative ai big data e degli algoritmi che ci circondano. Inoltre dà al visitatore la possibilità di lasciare un feedback a proposito della sua esperienza nella mostra. Questi feedback sono poi raccolti e danno vita ad un’altra installazione video, nella quale è possibile vedere un futuro distopico in cui è centrale l’attenzione sulle emozioni espresse nei feedback stessi.
Stesso ragionamento alla base dell’opera “Greenscreen” che proietta i passanti, a loro insaputa, su uno schermo verde. Quello che l’artista vuol dimostrare è la nostra inconsapevolezza di essere spesso attori di qualcosa senza saperlo.
Nell’opera “Predictive Art Bot” entra in scena la nostra tanto discussa intelligenza artificiale e il suo rapporto con la creatività, in relazione all’arte ovviamente. A fare ciò è una “intelligenza artificiale” rappresentata da un computer che combina titoli di articoli riguardanti l’arte digitale, attivismo politico, democrazia e fake news. Tutto questo al fine di creare dei titoli per delle opere futuristiche che devono ancora essere compiute.

Altre attività del Festival

I panel e i workshop, talk e presentazioni, ruotano tutti intorno al mondo complesso degli algoritmi, democrazia ed etica in un mondo tecnologico, il futuro della musica.

 

Roberto Morra

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