Tinto Brass: tra sesso, trasgressione e protesi al silicone

L'autenticità del sesso vissuto come piacere e complicità, una fantasia come allucinogeno contro l’'abitudine

«Il culo è lo specchio dell’ anima», «Dimmi che culo c’hai e ti dirò chi sei»… l’elogio del culo di Tinto Brass si svela essere un canto erotico all’autenticità. «La fedeltà di coppia oggi è la vera trasgressione», ha recentemente dichiarato in un’intervista il maestro, contro tutti i siliconati stereotipi di massa.

 

 

Ȓ in quest’’epoca di trasgressione normalizzata, di divertentismo, a “Ibiza” tutti negli stessi posti, a fare tutti le stesse stupide cose e magari vestiti pure tutti uguali”, che un vecchio anarchico, a suo modo rivoluzionario, ci dà la chiave per liberarci da questa noiosa e impegnativa pseudoribellione. “«La fedeltà di coppia oggi è la vera trasgressione»”. Autore frase: Tinto Brass, che in un ’intervista a “La Repubblica” confessa il suo profondo amore per la moglie con cui è stato legato per oltre cinquant’anni, fino alla sua morte.

Ecco allora che il sesso vissuto come piacere alimentato dal desiderio, dalla complicità e dalla fantasia diventa l’’allucinogeno contro l’’abitudine.

Quest’’idea, così semplice, mi sembra però davvero carica di erotismo. Di piccoli silenzi, ricerche misteriose, sguardi maliziosi e calze velate che accarezzano le gambe. Concetto a suo modo antico che ci riporta al rapporto e alla visione della pelle come primo elemento esperienziale.

In effetti abbiamo, diciamolo pure, introiettato tutta la volgarità siliconica di corpi esagerati e meccanizzati. Dappertutto supersantos e protesi scientificamente testate; direi un inno al petrolio/silicio…. Colpevolmente anche io, alla notizia delle infedeltà di Capitan Petraeus la prima cosa che ho pensato è: “«Ovvio.. con quella moglie»”. Ecco mi hanno masterizzato il cervello.… Invece, dobbiamo dirlo con forza, in quella canuta capigliatura ci sta tutta la sicurezza e la superiorità di una donna che non ha bisogno di conferme adolescenziali.

In questo turbinio di amazzoni gommate, immagino, allora, il maestro e la sua “in là con gli anni” moglie mentre si divertono tra le lenzuola chiusi all’’occhio del mondo e con la bomba H nella testa. Un inno al sesso tra pelle cadente e mani rugose. Perché la bellezza sta nell’’autenticità, nella verità e non in persone che riproducono sterili stereotipi rimanendone fagocitati sulla presunta via della libertà. Se anche il patinato calendario Pirelli ha coperto le proprie modelle che, sotto la direzione di McCurry ha immortalato donne al mercato o lungo strade sperdute, significa che la crisi ha portato davvero qualcosa di buono scovando nel grigio quotidiano lampi di luce divina.

La realtà è che in tutta questa indigestione ventennale di trasgressione ci siamo disabituati a guardare il nostro corpo e la nostra anima come invece che come oggetto industriale. Disabituati a pelle secca & C. Ma è nell’’elogio del sedere, come ci insegna l’’ormai tradizionalista regista italiano, che si esprime tutta una cultura. E se prima era grande e rigoglioso oggi si rinsecchisce avversando appunto quella naturalezza affascinante del “così è se vi pare“.

 

Sophia Loren – nello spogliarello in “Ieri, Oggi, Domani” (Taglia 44)

 

L’’estetica, quindi, segue il passo di un’ entità superiore maoista che ogni anno decide in quale tipologia di stoffe o identità dobbiamo calarci. Ma un pantalone a vita bassa non potrà andar bene per tutti, se non come costruttore di insicurezze curabili grazie alla trasgressione di massa indotta e in principio su indicata. E allora se le femministe rimproveravano al Sig. Brass una certa considerazione della donna come oggetto, le richiamiamo a raccolta oggi per elevare strali nei confronti di quel virus malefico che si insinua nelle menti già in giovane età facendoci credere che va meglio una protesi ieri che un seno cadente oggi così a futura memoria, lasceremo in eredità un mucchietto di ossa e due sacchetti di imperituro silicone.

Evilia Di Lonardo

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