Dei Timber Timbre in Italia si sa, non se ne è sentito parlare molto e non sorprenderà quindi se ieri in concerto gratuito a Villa Ada non ci fosse una folla immensa a sgomitare per aggiudicarsi un posto in prima fila. Ma non tutti i mali vengono per nuocere ed ecco che la mancanza di un pubblico rumoroso e chiassoso può trasformarsi in realtà nella buona occasione per gustarsi finalmente un concerto di gran classe comodamente seduti fronte palco.
Scelta dunque la fila migliore, non troppo vicina né troppo lontana dalla scena per assicurarsi il giusto sound, ecco salire sul palco alle 22.00 circa Francesco Forni e Ilaria Graziano. Duo minimal fatto di sola voce, chitarra acustica, ukulele e tamburello, Francesco e Ilaria hanno dato un assaggio del loro folk tanto gradevole ed orecchiabile sui pezzi in inglese, quanto meno definito e fruibile su quelli cantati in italiano. Colpa forse di un’acustica non bene equilibrata che dava alla voce troppo volume e alla chitarra acustica un suono decisamente metallico, sta di fatto che già al secondo brano l’attenzione cadeva più facilmente sul simpatico gioco malizioso della mise di lei -in un vestito nero a colletto bianco simil suora e scarpa décolleté rossa- che sulla musica in se stessa.
Piccolo cipiglio iniziale dunque, ma ben poca cosa per far abbassare l’aspettativa e l’entusiasmo verso il vero gruppo protagonista della serata: ed ecco al suono magnetico delle tastiere avvicinarsi in piedi verso il palco una piccola folla quasi come calamita attirata dal magnete. Suggestiva immagine seguita poi dall’apparizione di Taylor Kirk alla chitarra elettrica, frontman e voce del gruppo in camicia e jeans bianco. Ora per chi non sapesse c’è da fare prima una piccola e doverosa precisazione e ricordare come i Timber Timbre siano stati spesso accostati dalla critica a gruppi dalle sonorità difficili e arzicocolate tipo Godspeed You! Black Emperor!. Si comprenderà dunque in questo modo quanto probabilmente non sia così facile riprodurre in un contesto live e in più open air come quello di ieri a Villa Ada degli effetti acustici piuttosto complicati e macchinosi.
E sarà forse proprio per questo motivo che anche la scelta delle canzoni da parte dei Timber Timbre in set list è caduta più su brani cantati, dove Taylor ha dato gran prova del caldo timbro della sua voce –come un novello Elvis Presley senza ciuffo- che su pezzi musicalmente più strutturati. La cosa purtroppo non ha mancato di conferire alla performance tutta un po’ di noia e ripetitività, affogando anche le architetture musicali di pezzi più interessanti come “Women” o “Bad Ritual” nella voce e re-interpretazione canora un po’ troppo forzata ed invadente di Taylor. Bene su “Black Water” forse il pezzo migliore di tutta la serata, meno avvincente invece le performance in solo eseguite a chiusura come bis.
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Insomma un live quello di ieri non di certo privo di qualità forse più apprezzato da chi dei Timber Timbre non sapeva proprio nulla e si trovava li per caso, che da chi invece, con alle spalle un approfondimento in proprio e magari l’acquisto di più di qualche album, si aspettava delle emozioni musicali in più e avrà di certo provato un senso di smarrimento di fronte alla semplicità di stile del gruppo sul palco, ricco in genere sia in songwriting quanto in video e visual, con suggestioni tendenti al dark e al mondo del soprannaturale. Una nota di rispetto invece e doverosa ammirazione va fatta per il ritmo tenuto, più di 10 brani eseguiti senza sosta uno dopo l’altro come solo una vera e propria band di mestiere può e sa fare!
Daniela Masella
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me li sono persi ieri,ma perfetti per il pomeriggio uggioso di oggi
grazie Uki
io non li conoscevo,e da qui posso apprezzarli..per dar ragione a Daniela Masella
non c’ero!!! 🙁 🙁
grazie alla Masella per il post!
LOL
su questi lidi la Masella è una garanzia. Belli i TT…..adoro il loro immaginario dark e folk
un concerto della madonna!!