Vi siete mai chiesti quali sensi siano coinvolti nella fruizione dell’arte? Pensate a quando guardate un quadro o una statua o che ne so: mi risponderete che ad essere coinvolta è la vista, soprattutto.. certo, a meno che non facciate scattare l’allarme provando a toccare il quadro!
Ecco che allora la STRP Biennale 2017, appena conclusasi, che è nei Paesi Bassi, ha proposto come tema proprio il coinvolgimento degli altri sensi, oltre la vista. Infatti il sottotitolo della mostra era proprio “Senses e Sensor“, perché l’attenzione era puntata sulla nuova tecnologia contemporanea, sul grado di commistione fra biologico e tecnologico, tra l’uomo e la macchina, e per farlo la prospettiva adottata è di tipo culturale.
È tutto basato sul percepire
L’equipe che sta dietro la mostra è infatti multidisciplinare, in quanto è formata non solo da artisti, ma anche da designer, programmatori e hacker.
I sensi e le percezioni sono coinvolti nella fruizione di ogni singola opera, che ha il compito, quindi, di farci prendere atto del modo attraverso il quale comprendiamo il mondo: modo che, volendo o nolendo, si basa sulle tecnologie.
Ciò che percepiamo, ciò a cui attraverso la tecnologia ci possiamo avvicinare e riusciamo a conoscere, è il piccolissimo, come le molecole, e il grandissimo, come la via lattea: cose che prima non erano conoscibili, o conoscibili in maniera molto superficiale.
Il ruolo fondamentale dei sensi
Il punto di partenza di tutto ciò, e che la BTRP vuole mettere in mostra, sono i sensi umani: grazie ad essi si sono sviluppate le scienze e le tecnologie ed è su di essi che queste stanno avendo un’influenza determinante (si pensi alle biotecnologie e alle neuroscienze).
Così l’interesse per i sensi umani e le esperienze multisensoriali ha invaso anche il mondo dell’arte, che dobbiamo sentire e alla quale dobbiamo partecipare perché il mondo di oggi non va solo contemplato, quindi l’arte “classica” ha ancora una sua fondamentale importanza, ma va anche vissuto e partecipato.
Domande vitali
Esperienza diretta nell’opera d’arte che è esperienza diretta anche del mondo che ci circonda: che odore ha? E il suo aspetto? Ha un suono? Cosa proviamo?
Queste sono le domande che giorno per giorno dovremmo porci: la tecnologia ha invaso le nostre vite quindi dovremmo anche chiederci qual è il ruolo giocato da queste tecnologie e il nostro rapporto con esse, in quanto non dovremmo essere completamente passivi, ma coscienti di tutto ciò.
Quindi la mostra ha un altro fine: farci capire di cosa sta succedendo intorno a noi (sviluppo tecnologico) e che dobbiamo esserne come minimo spettatori coscienti e non passivi.
Intimità tecnologica
L’interazione con la tecnologia, come dice Kevin Kelley nel suo libro “The Inevitabile”, è qualcosa di inevitabile: la tecnologia inevitabilmente ha plasmato il nostro futuro.
Un telefono o un orologio da polso stavano lì, sulla mensola di casa o legato al polso, quindi entravano poco in rapporto intimo con noi. Attualmente invece ci sono molti altri dispositivi tecnologici molto più vicini, con cui abbiamo un rapporto molto meno distaccato.
Oltre questo, Kelley sottolinea che parallelamente anche i sensi sono molto più sviluppati.
Io penso a quando sento il telefono o il cellulare a distanza: ormai ci ho fatto l’abitudine e sono molto più attento.. e non sono sempre allucinazioni uditive!
Ovviamente Kelley non arriva al livello di “Ghost in the Shell”, cioè ad un livello di una società superteconologica in cui è possibile potenziarsi, facendosi impiantare degli apparati tecnologici. Pensa semmai ad una sempre maggiore sensibilità della tecnologia e ad una maggiore comunicabilità che potremo avere con questa.
Roberto Morra
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e comunque le cose piu’ fiche continuo a trovarle su Uki! grazie Roberto che ci tieni sempre aggiornati sul futuro e l’attualita’ dell’ arte contemporanea
prego samuele! merito di fatale, non mio 😛
Duchamp amerebbe questo tipo di arte contemporanea
le Biennali in Olanda stanno avanti di molto direi
la percezione ovviamente è in tutto. ora la cosa bella e’ come questa venga richiamata nella fruizione…nell’intenzione e nella interpretazione dello spettatore. su questo le tecnologie diventano uno strumento utilissimo per indagare questo stato delle cose
il discorso è nella tecnologia,oggi ovviamente utilizzata dall’arte come all’epoca si cercavano i colori, i marmi o i materiali migliori
è la tecnologia che ha invaso tutto lo spettro dell’esistenza umana
come dice Uki,siamo già cyborg che rischiano di diventare robot , tanto automi/consumatori lo siamo già …
ok amici ma qua si parla di arte…..lasciamoli in pace,anzi mi sembra che la cosa abbia pure uno scopo divulgativo e riflessivo
:)))
ARTE MULTISENSORIALE…E’ BELLISSIMO….E’ COSI’ CHE DOVREBBE ESSERE