Spartito Gastronomico: spaghetti al pistacchio e nocciole con pecorino

Un ricettario di buon gusto con una sinfonia di accordi culinari, per uno stile CoUKIsound di piatti inediti!

La Rubrica vuole essere un mix di musica e cucina. Questa nasce dal voler accordare la musica alla buona cucina, suggerendo ai lettori dei succulenti brani, facili da ri-comporre e in grado di accontentare/conquistare/accostare l’orecchio e lo stomaco più raffinato. Canteremo di ricette e armonie di ingredienti, capaci di toccare le note di ogni palato. Cercando di raggiungere ogni volta una tonalità più alta

«Mi spiace per ora non credo sia un mondo perfetto, domani…» mi butto sullo spaghetto??

..che sia alla chitarra o quadrato ed integrale come quello che ho scelto io, poco conta, la musica che riecheggerà sarà dello stesso alto livello. Eh sì, perché a fare la vera differenza sarà il sound di chi lo arrangerà. Ricordatevi che il sapore conferito al piatto racchiude sempre un po’ del nostro mondo, dei nostri umori e che quindi per dirla a suon di Kubyz: «La spinta creativa, insita e tangibile, convive e condivide un’origine con ciò che sei»… pensaci. Ancora.”

Bastano pochi semplici ingredienti: fantasia, passione, genuinitá e magari una buona compagnia. E visto che io appartengo al team “forever alone” ma a differenza di Coez che ha la matita, io ho la “forchetta molesta”, eccomi tornare tra voi per svelarvi le note del mio ultimo componimento.

Tracklist:

– 70/80 g di spaghetti integrali quadrati
– un pizzico di pepe
– una manciata di pistacchi (meglio se di provenienza sicula)
– qualche nocciola tostata
– una/due spolverate di pecorino romano
– Un tappo di latte senza lattosio
– 5/6 fiori di zucca.

Soundtrack:

Mettiamo su l’acqua e lasciamo bollire per poi cuocere gli spaghetti per circa 12 min.
Nel frattempo incidiamo il condimento, ponendo e riscaldando il latte in una padella antiaderente assieme al pecorino, pepe, nocciole e pistacchi grattugiati e a pezzetti. Lasciamo cuocere i fiori nel forno ventilato a 200 gradi per circa 20/25 minuti, fino a renderli un po’ croccanti. Uniamoli al componimento in padella e scoliamo la pasta, mixando il tutto. Impiattiamo con l’aggiunta di altro pecorino e fiori ed assistiamo alla nascita del singolo “special summer edition” targato da Uki.
A quelli di voi che come il buongustaio Carl Brave, dopo avermi letto staranno pensando: «Ma io so annato pe’ na vita a amatriciane», posso garantire loro che assaporando il connubio di sapori sprigionati da questa preparazione, scopriranno di averci guadagnato nel gusto ma anche nel mantenimento della linea!

Per quanto riguarda la scelta del vino da abbinare, vi rimando ai versi di Inartegibilterra: «Vino bianco o rosso, fai tu!».

A questo punto cosa andremo a cantare al piatto rimasto vuoto nella fase del post- pastum? La canzone di Ghali, ovvio: «I love you, te quiero, baheback, je t’aime». Come al solito, con il suo food love, “Very libera tutti”..

E a proposito di amori, il mio per ora rimane circoscritto alla cucina ma voi che fate coppia potete sempre pensare di eseguire questo pezzo, rivolgendovi così al vostro partner: «Dipingerti in un piatto, questo lo so fare».

Che dirvi? Sono tornata? Chissà.
Di sicuro vi ho pensato e continuerò a farlo ogni qualvolta il tempo mi darà la possibilità di incidere le mie soundkitchen lyrics, just for you! Spero che anche stavolta possiate non restare “Delusa da me”.

Curiosità sul Pecorino romano

Le prime testimonianze storiche su questo formaggio ci giungono dall’antica Roma. Grazie all’alto potere nutriente e alla sua capacità di conservazione per lunghi periodi, era utilizzato come alimento base dell’esercito Romano. Virgilio scrive infatti che la razione giornaliera di ogni legionario era di un oncia (all’incirca 27 grammi) di Pecorino Romano che veniva consegnato insieme alla zuppa di farro e al pane. Non siamo dunque così lontani dai nostri avi nelle abitudini alimentari, visto che questo formaggio si consuma ancora molto sulle nostre tavole, così come il pane e il farro.
Come si prepara il Pecorino Romano?
Il pecorino è un formaggio a pasta dura e cotta. Il formaggio è prodotto solamente con latte intero di pecora. Questo può essere lavorato direttamente a crudo oppure sottoposto a termizzazione ad una temperatura massima di 68 gradi per non più di 15 minuti. La coagulazione del latte si ottiene ad una temperatura compresa fra i 38 ed i 40 gradi con l’impiego di caglio in pasta d’agnello. Avvenuto l’indurimento della cagliata, si procede alla rottura in coaguli che vengono cotti ad una temperatura mai superiore ai 48 gradi. La salatura può essere fatta a secco od in salamoia e la stagionatura si protrae per almeno 5 mesi per il formaggio da tavola e di 8 mesi per il formaggio da grattugia.
Proprietà nutrizionali.
Nutriente, genuino, ricco di calcio, di proteine e di facile digeribilità. Queste le caratteristiche d’oro del formaggio per eccellenza. Il pecorino romano è una grande fonte di energia, per questo i legionari romani ne andavano ghiotti.
Prodotto DOP.
Il Pecorino Romano Dop è tutelato dal Consorzio per la tutela del “formaggio Pecorino Romano” con lo scopo di vigilare sulla produzione e sulla commercializzazione del prodotto e tutelare la denominazione in Italia e all’estero. Inoltre ha l’obiettivo di incrementarne il consumo e di migliorarlo qualitativamente. A Nepi in provincia di Viterbo, ogni anno si svolge una Sagra per la promozione dei prodotti tipici laziali che vede il pecorino romano tra i suoi protagonisti.
Do you know… “Cacio e pepe?“.
Il pecorino romano è uno degli ingredienti protagonisti degli spaghetti cacio e pepe, una ricetta della tradizione contadina romana. Si narra, infatti, che pastori e contadini portavano con sé provviste che si conservavano a lungo come la pasta, il pecorino e il pepe. Da qui la nascita di questo primo piatto, semplice ma in grado di conquistare diverse generazioni.

Veronica Mochi

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