Lo Stato Sociale è un gruppo musicale elettro-pop bolognese nato nel 2009 a casa di Albi: «Giocando tra drum machine, tastiere midi, sinth e Pc in casa».
I tre Dj di “Radio Città Fujiko Bologna“, cioè Alberto Cazzola, Lodovico Guenzi e Alberto Guidetti, amici dalle superiori, hanno inventato una esilarante e piccola avventura musicale, e tra l’organizzazione di feste ed eventi hanno poi lanciato Lo Stato Sociale.
Già dal nome il gruppo è inspirato alla “Musica della Mutua” pensata da Albi dalla fu “F.l.Op Record”, così l’iniziativa diventa una sorta di idea keynesiana, una musica del cuore… per un’utopia in musica fornita dalla “mutua assistita”, con una forte propensione all’ironia.
Nel 2011 quindi la formazione si amplia con l’ingresso di Enrico Roberto e Francesco Draicchio. Nel 2012 esce il loro primo album, “Turisti della Democrazia”.
Ora è uscito “L’Italia Peggiore“, secondo album del gruppo.
Arriviamo dunque a Roma, 28 Ottobre Auditorium Parco della Musica, per presentare il tour che parte venerdì. Alberto e Lodo sono seduti davanti a me mangiando un kebab visto che il Red dell’Auditorium è caro ed anche pieno. Ci facciamo uno scambio di battute su delle sedie di ferro non poco scomode.
– Come nasce Lo Stato Sociale?
Lodo: Ci siamo trovati a casa di Albi e senza pensarci abbiamo scritto una decina di brani. All’inizio non ci prendevamo sul serio, ma organizzavamo delle feste, e abbiamo cominciato a cantarle; poi dopo poco la gente cantava le nostre canzoni..
Alberto: Scriviamo tanto. Siamo dei grafomani, ci inviamo testi che buttiamo giù, poi succede qualunque cosa… senti il desiderio di esprimerlo. Lodo, usa la parte migliore di se e con la chitarra imposta la traccia musicale, poi assieme limiamo. La cosa prende la forma di un caos totale, così Matteo della “Canniccia Dischi” lima definitivamente le cose, mette ordine e abbiamo una canzone.
– Siete influenzati dagli Skiantos? Magari dagli Area o da Elio?
Alberto: La nostra è la pura essenza degli anni 90. Siamo in effetti influenzati da tutti e tre… ma con uno sguardo distaccato, tra l’ironico e l’incazzato. Siamo lo specchio della nostra generazione e se devo pensare a chi vorrei assomigliare penso a Corrado Guzzanti, al suo modo lieve e geniale di mostrare le cose orrende e squallide dell’Italia con una leggerezza enorme.
– Parliamo del disco. Partiamo dal primo ed irriverente estratto “C’eravamo tanto sbagliati”.. Nel testo leggo:
«A chi le ha viste tutte e deve raccontartele assolutamente.
A chi vuole scherzare su tutti e si prende sempre sul serio.
A chi è per la democrazia del televoto e la rivoluzione del digitale.
La libertà di pagare a rate e tutti i tuoi piccoli diritti da schiavo.
A chi te lo dice da regista, musicista, attore artista.
Te lo dice e intanto se lo dice da solo.
A chi non sta né a destra né a sinistra.
Che se fosse su una strada finirebbe investito».
Lodo: C’è l’ho con gli ipocriti, in realtà è un autocritica. Io faccio il tifo per i perdenti e quando le cose si mettono male, o mi rendo conto di non essere nel giusto, mi faccio un’esame di coscienza. Spesso ti accorgi che chi ti da consigli sbagliati è quello che poi non li segue. E comunque si… è un testo nichilista, scanzonato e alle volte graffiante. Noi almeno non ci prendiamo sul serio.
– Parliamo del singolo “Questo è un Grande Paese” con la collaborazione di Piotta e Max Collini degli Offlaga Disco Pax, e la piccola Guzzanti. Il video è stato per oltre una settimana tra i clip più popolari su YouTube superando le 200.000 visualizzazioni in meno di 10 giorni. Oggi staziona a 750,000. Come è nata la collaborazione?
Alberto: Tommaso (Zanello in arte il Piotta) ci ha incontrato ed è subito nata una collaborazione. Parlando gli abbiamo raccontato cosa volevamo fare, ed è subito entrato in empatia, in un attimo. C’è l’ha nelle sue corde, era un incontro naturale. E ci siamo divertiti con un pezzo fantastico.
– “Senza macchine che vadano a fuoco”… è un testo più serio?
Lodo: Si. Io ero a Roma il 14 dicembre quando ci sono stati gli scontri e una camionetta della polizia andava a fuoco. Ho cercato di dare un’immagine di quella sensazione, una’idea di quel momento. Ma il testo dice: «Sbirri al telefono che brindano alla morte delle zecche. Bottegai piangono nei calici delle loro tasche, ma anche tu eri ubriaca quando mi dicevi quella volta: Se non la posso ballare allora no, non è la rivolta». Tuttavia, non si tratta di un manifesto politico. Noi non facciamo “Manifesti”. Noi non riusciamo a capire cosa ci succede attorno. Siamo arrabbiati e offesi, ma non vogliamo fare alcun Manifesto.
– Peccato non ci sia Albi.. ma chiudiamo parlando un po’ di “Forse Più Tardi un Mango Adesso”?
Alberto: Beh, lui è fatto cosi.. Era a Bali e scriveva sulla spiaggia… qualcuno gli ha chiesto se voleva un ananas e lui gli ha detto di no.. così l’ha scritto. È un testo che affronta il problema del precariato, dal suo punto di vista.
Insomma, si tratta di un disco allegro e spensierato per Lo Stato Sociale, un lavoro che va via come una musica d’estate, con una forte dose di nichilismo e autoironia.
Il disco rimane dunque piacevole, la dose di nichilismo non può comunque essere considerata punk. Loro sembrano divertirsi e i test rimangono sempre spregiudicati ed ironici. Non manca mai la sequela di luoghi comuni e di nonsense, quanto il punto di vista del misero venditore di mango, delle shampiste e dei tronisti..
Li aspettiamo a Roma a Novembre… per il resto staremo a vedere, aspettando che non ci siano macchine che vadano a fuoco.
“L’Italia Peggiore” sarà in Tour dal 31 ottobre:
31/10 – Rimini – Velvet Club
05/11 Padova Geox Live Club, Gran Teatro Geox
06/11 – Milano – Alcatraz
08/11 – Perugia – Urban Live Music Club
14/11 – Bologna – Locomotiv Club
15/11 – Bologna – Locomotiv Club SOLD OUT
22/11 – Torino – Hiroshima Mon Amour
28/11 – Roma – Ausgang Produzioni c/o Atlantico Live Club
29/11 – Brindisi – Dopolavoro
06/12 – Firenze – Auditorium Flog
12/12 – Catania – Barbara Disco Lab
Due biglietti saranno in omaggio per la data del 28 Novembre all’Atlantico di Roma… uno ve lo regalerà Uki, e l’altro i nostri amici di qubemusic.it, quindi seguiteci… vi terremo aggiornati!
Daniele De Sanctis
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troppo fortiiiii!!!!!! 😀
eh bè,non poteva mancare qui su Uki Lo Stato Sociale…una delle voci più pungenti del panorama musicale italiano
grande Uki! E Lo Stato Sociale a me piacciono. Grazie a D.De Santis per questa bella intervista..
il solito fiume di parole corrosive….ma quanto son fatte bene!
il singolo sembra anche avere una ventata nuova,quasi pop..e non è poco! (o forse è un brutto segno…,eh eh eh eh..)
A me non piacciono proprio. Possono strapparmi un sarcastico ghigno ma poi mi stufano…
Bé è tutto centrato sui testi. Su una base elettro synth molto semplice e senza pretese….
Però sono uno spasso dai…
È da questa bella intervista mi sembrano pure coerenti , semplici artisti che sanno pensare
Brillanti istantanee sull’ipocrisia dell’Italia peggiore….adoro!!!!
Su Uki sempre il meglio. Complimenti al De Sanctis!!!
interessantissimi direi…
ringrazio e faccio i complimenti ad alberto e lodovico che sono stati onesti e simpatici