Sincronicità: il sogno secondo Jung

I sogni sono i cancelli d’ingresso verso un’altra realtà: non sono eventi casuali ma sincronici

Sogno o son desto? In effetti quando si parla del sogno secondo Carl Gustav Jung, cioè quando cerchiamo di capire cos’è il sogno secondo lui, non è facile.

In effetti spiegare il sogno secondo Sigmund Freud è stato molto più semplice: (ora faccio il professorino) calandoci in una prospettiva positivistica (scientifica) di fine 1800, c’è molta più “linearità”, cioè è molto più facile seguire le orme di Freud e trovare una definizione, come mostrato nella serie di articoli a lui dedicata.

Dall’altra parte però va detto che la lettura e spiegazione che ne dà Jung è molto più affascinante, fumosa sì, probabilmente, ma ci apre ad un ventaglio di possibilità interpretative molto più ampio e ci aiuta, come con Kant per le idee di ‘anima’, ‘mondo’ e ‘Dio’ di cui non abbiamo esperienza, a spingerci in avanti con la riflessione, ad essere molto più attenti e consapevoli.

Il sogno secondo Jung: la “Sincronicità”

La cosa più affascinante, o una delle millemila cose affascinanti, è sicuramente il concetto di “Sincronicità“, presentato per la prima volta nel 1930.

La sincronicità è un concetto che serve a spiegare una connessione a-causale, ma comunque significativa, tra stati psichici e la realtà oggettiva e fenomenica… e vuol dire? Significa che niente succede a caso e che tutto ha un senso, seppur recondito. Ok, datemi un attimo, abbiate la pazienza di seguirmi e vi faccio capire. Sarò chiaro, distinto e non tedioso prometto!
Per cominciare dobbiamo citare la cosiddetta “Noosfera“, ossia la complessiva e sovrastante sfera del pensiero umano“, ciò che poi Jung denominerà “Coscienza Collettiva“. Finanche la Neurobiologia oggi pare confermare l’esistenza di una sorta di “Coscienza Integrata” che concentra tutto il pensiero umano; potremmo pensarla come un Campo Energetico Universale quale sorgente delle nostre menti individuali e di tutte le “categorie mentali”, vale a dire gli “Archetipi“. Un “disegno universale” il cui senso noi, che viviamo nel particolare, non riusciamo a cogliere se non attraverso i sogni… che sono invece direttamente collegati al nostro SuperConscio transpersonale – il nostro vero , quella parte del nostro Inconscio che rimane sempre connessa alla Coscienza Integrata.
Quante volte ci sarà capitato di pensare ad una cosa per poi incontrare subito dopo proprio quella stessa cosa. Mentre a un osservatore più materialistico questi eventi potrebbero sembrare semplici coincidenze e attribuirebbe loro scarso significato, Jung, al contrario, credeva che siamo in contatto gli uni con gli altri e con tutta la natura, attraverso l’inconscio collettivo universale. La natura della nostra mente e dell’Inconscio ci permette di condividere una “vibrazione emotiva risonante” da persona a persona, spiegando forse come gli individui si ritrovino insieme in coincidenze apparenti che in realtà sono sincronicità, attratti a vicenda per motivi che saranno chiari in seguito dopo il loro verificarsi.

Il sogno secondo Jung: le differenze con Freud

Allora, prima cosa da dover precisare è questa (e userò una terminologia il più semplice possibile, da non addetti ai lavori, dato che io stesso non lo sono!): il sogno secondo Jung è significante, come per Freud dopotutto, ma che differenza c’è? Potremmo dire che il sogno di Freud guarda al passato, perché come ci siamo detti è espressione/realizzazione di un desiderio. L’ambito quindi è ristretto: i sogni ci indicano cosa segretamente desideriamo, desideri che si situano nel nostro inconscio e che non sveliamo a noi stessi e reprimiamo durante la vita cosciente, quindi l’unico modo che l’”Es” ha di parlarci è attraverso i momenti di incoscienza come durante il sonno. (L’”Es” è la parte di noi desiderante, quella che non rendiamo manifesta al mondo, nella realtà, nella vita di tutti i giorni. Cioè la parte che teniamo nascosta)

Il sogno secondo Jung: a che serve?

Per Jung il sogno è molto di più.
In generale il sogno di Jung guarda al futuro, potremmo dire. Questo vuol dire che ci indica quale è la strada giusta da percorrere, di cosa abbiamo bisogno, dove dobbiamo andare. Con questo abbiamo capito cosa volevo dire col termine “significativo”, andiamo adesso a capire cosa vuol dire “connessione a-causale”.
Parliamo del sogno, giusto? Il sogno che ci vuol dire qualcosa, e quindi ci sono elementi significativi, ma quali elementi prendere in considerazione? Il termine sincronicità è introdotto quando Jung comincia a interessarsi di Fisica Quantistica, che per intenderci in modo semplicistico, è quella fisica che si occupa degli elementi microscopici e tra l’altro delle dimensioni parallele. Ci sono elementi del sogno (stato psichico) che non di rado “accadono”, che vediamo apparire nella realtà, oggettiva e fenomenica. Questa connessione, cioè il rapporto tra ciò che abbiamo sognato e ciò che vediamo, è significativa, ma non in maniera causale, ma è a-causale: cioè un elemento non è causato dall’altro, nel senso che non sono legati tra loro da un rapporto di causa-effetto, tuttavia possiamo trovare un legame significativo tra loro.

Il sogno secondo Jung: coincidenze o no?

Ma allora è casuale? Cioè è una coincidenza? Secondo Jung no, ecco perché significativa. Le coincidenze accadono senza che si possa stabile tra loro in qualche tipo di connessione, come quando pensiamo a un amico e quello ci chiama e noi diciamo che è una coincidenza, magari non lo sentivamo da parecchio, ecco perché ci pensavamo ed ecco perché ci ha chiamato.
Nel sogno non ci sono coincidenze. Ciò che vediamo dentro è in un altro tipo di connessione con ciò che vediamo fuori”. Da dove nasce questa connessione? C’è qualcosa d’altro oltre la realtà che viviamo? È una domanda che per secoli è stata posta e a cui la fisica quantistica ha cercato di dare una risposta scientifica. Oggi possiamo parlare di una “realtà transpsichica” , cioè un’inconscio collettivo che sovradetermina la coscienza personale, in cui la legge di casualità perde la sua validità generale. Infatti ciò che la mente individuale vive come passato, presente e futuro nell’Inconscio si relativizza per diventare a-spaziale e a-temporale.

Il sogno secondo Jung: un esempio di Sinconicità

Un esempio famoso di sincronicità junghiana è quello dello scarabeo: una paziente di Jung gli stava raccontando un sogno, in cui faceva la sua comparsa uno scarabeo, che Jung vide fuori la finestra del suo studio, proprio in quel momento. Forse era un segnale dato dall’Universo, per indicare che quello era l’elemento su cui concentrarsi, dato che lo scarabeo ha un significato preciso…

Roberto Morra

> L’interpretazione dei sogni
> I segreti dei sogni

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4 Comments

  • Molto interessante. In questo senso ovviamente si spiegano molti più fenomenici onirici
    Grazie R Morra per questi tuoi bellissimi approfondimenti

  • dunque i sogni o rappresentano desideri, secondo Freud, oppure sono veri e propri messaggi dall inconscio premonitori, oppure messaggi che indicano un legame, un significato comune tra gli attori della nostra vita …

  • siamo un unita’ comunitaria che dall universale giunge al particolare . i messaggi onirici sono un percorso inverso che dal particolare ci riporta all universale

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