Di lunedì sera non t’aspetti la fila fuori al locale, e se la trovi, capisci subito che non sta per suonare il solito gruppetto.
Che anche chiamarlo gruppo (o “band”, se siete fichi) è difficile, perché Tito Larriva è la vera band, le tarantule che gli stanno attorno spesso muoiono per essere poi sostituite con altre -vi basta andare su YuoTube e cercare qualche video per rendervi conto di quanti componenti sono cambiati nel corso degli anni- ma sempre all’altezza del caso.
L’Init stasera ha fatto il botto, tanto che la barista sembra sull’orlo di una crisi di nervi perché tutti vogliono una birra d’ordinanza per l’arrivo sul palco di quel tizio là, si, quel signore grassoccio con un cappello a cilindro rosa, occhiali da sole, attorniato da quattro ragazzini (due, ragazzine).
Silenzio. I nuovi componenti non sembrano male, ma l’inizio non è un granché, forse sono i pezzi ad essere un po’ mosci, o forse è solo una questione di Diesel.
Ed è così.
Dopo tre-quattro pezzi, ecco che si parte, Tito inizia a scaldarsi, a stendere sudore sulle corde della chitarra, a farci sentire quell’alchimia che è riuscito a creare solo lui, quel mix leggero e potente di puro rock con echi sudamericani e mariachi, caldi e ballerecci.
Inconfondibile.
E, di fatti, il pubblico sembra iniziare a capire che è il momento di pogare, di scatenarsi, come succede di rado, a Roma soprattutto.
Nonostante e ovviamente i pezzi più apprezzati siano i più famosi, come “Pistolero“, “After Dark” e “Machete“, quelli che hanno fatto la fortuna di Tito Larriva essendo le colonne portanti di film Cult di Robert Rodriguez e Quentin Tarantino, la gente si scatena anche su pezzi nuovi e mai ascoltati, segno che piace il loro sound, non la hit.
Poi mettici pure che tra un pezzo e l’altro Tito (che non sa mai se parlare inglese o spagnolo, e opta per un mix quasi incomprensibile) ti racconta aneddoti da Bar Sport, solo che gli aneddoti sono riferiti, ad esempio, al fatto che quando ha lavorato con Johnny Depp si stupì del fatto che gli arrivasse al mento, e Tito non è di certo un giocatore di basket…
Insomma, con un tipo così, con pezzi così, col pubblico in delirio, non poteva che finire che con una lunghissima After Dark in stile “Dal tramonto all’alba” con trenta persone sul palco tirate su da Tito in persona, a ballare, non proprio come Salma Hayek ma più come Tarantolati, ma va benissimo così, divertimento puro…è finita…che dire?
Viva Mexico, Viva Tito!
Olè.
Marco Caponera
Foto: Francesco D’Amore
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http://youtu.be/qesXcZrWShw
Tito & Tarantula – live @ Init Club 10/2012
“Angry Cockroaches”
mitici!!!
ogni volta che tornano in Italia gira il video di Salma Hayek per giorni, ahahahah!!!
è sempre un piacere!
grazie di questo bel report.mi da l'illusione di non essermelo perso. 🙁
fenomeno del rock sanguigno d'altri tempi!
concordo con la recensione, io c'ero, e mi sono pure divertito molto
un sound inconfondibile ed irresistibile,associata all'estetica cinematografica di tarantino,un mix perfetto
adesso si! belle foto. è un altro bravo fotoreporter ma adesso vi riconosco! 🙂
Yeah! ottimo live report. c'ero anch'io. d'accordo con il testo e con le foto! 😉