Sbattezziamoci tutti!

In tempo di crisi, non solo i politici devono essere ridimensionati

«Entrate nella Borsa di Londra […] Lì l’ebreo, il maomettano e il cristiano si trattano reciprocamente come se fossero della stessa religione, e chiamano infedeli solo quelli che fanno bancarotta».

(Voltaire da Lettere filosofiche, 1734)

 

Soldi e religione. Un legame antico che ancora oggi è di strettissima attualità. Così attuale da essere stato uno dei temi caldi di quest’ultima e travagliata (quanto forse inutile) manovra finanziaria d’urgenza del governo Berlusconi.

Quando si è iniziato a pensare dove andare a tagliare fondi per rattoppare i conti in rosso, molte persone hanno pensato subito alle varie “caste” di privilegiati che non sono stati scalfiti minimamente dalla crisi economica, come quella ecclesiastica.

Ovviamente, molti solerti giornalisti ci hanno informato (solo adesso, come se fosse una novità assoluta) del fatto che tale “casta” non paga tasse sui suoi immobili (dei quali nemmeno si conosce la vera entità) e sopratutto riceve ingenti fondi dallo Stato.

Potremmo discutere ore sull’uso di tali fondi che viene fatto da questi enti religiosi, alcuni meritoriamente utilizzati in opere di vero aiuto sociale, molti altri in bieco affarismo da furbetti del quartierino, ma in realtà a noi interessa capire “perché” la Chiesa Cattolica percepisce fondi anche dei contribuenti che non sono credenti o di altre religioni (in aumento esponenziale) e per quale motivo è praticamente impossibile invertire questa tendenza.

 

L’8 PER MILLE, UN’IMPOSTA SUL VATICANO

E’ bene ricordare (o chiarire) il funzionamento del famoso “8xMille”.

Tutti i cittadini che  presentano dichiarazione dei redditi possono scegliere la destinazione dell’8xMille del gettito IRPEF tra sette opzioni: Stato, Chiesa cattolica, Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, Assemblee di Dio in Italia, Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Unione Comunità Ebraiche Italiane.

Ma è una decisione non-decisione in realtà.

Infatti, se si decide di destinare la propria quota, ad esempio ai Valdesi, questo non andrà direttamente ai Valdesi, ma in realtà si  “conteranno” le scelte effettuate dai contribuenti e si calcoleranno le percentuali ottenute da ogni soggetto ed è in base a queste percentuali che verranno poi ripartiti i fondi totali raccolti, non in base alle scelte dirette.

Per essere più precisi, ogni anno i contribuenti scelgono “direttamente” di donare il loro 8xMille in questo modo:

Nessuna scelta 60.49%

Chiesa Cattolica 34.56%

Stato 4.07%

Chiesa Valdese 0.50%

Comunità Ebraiche 0.16%

Chiesa Luterana 0.12%

Chiese Avventiste 0.10%

Assemblee di Dio 0.08%

(Fonte: Ministero delle Finanze).

Grazie a questa “statistica” e grazie al fatto che la quota di chi non effettua nessuna scelta (la maggioranza) viene automaticamente ripartita in base alle percentuali sovraesposte avremo questo risultato nella distribuzione dei fondi:

Chiesa Cattolica 87.25%

Stato 10.28%

Chiesa Valdese 1.27%

Comunità Ebraiche 0.42%

Chiesa Luterana 0.31%

Chiese Avventiste 0.27%

Assemblee di Dio 0.20%

(Fonte: Ministero delle Finanze).

Per tanto, ogni anno, un ente scelto “solamente” dal 34% della popolazione, che oltre a non pagare tasse, viene a sostenersi con quelle degli altri, sopratutto dei non credenti, intasca qualcosa come 1.000 milione di Euro.

Ebbene, la Chiesa utilizzerà questo immenso capitale per il 43% in spese di culto e solo per il 9% in opere di carità.

 

UN MECCANISMO INTOCCABILE

Purtroppo però, questo meccanismo, realizzato dal Governo Craxi (si, quello al quale vogliono intitolare delle strade) nei nuovi concordati con la Chiesa del 1984, sono di difficile modificabilità. Di fatti, per essere modificati tali trattati abbisognano del consenso di entrambe le parti (ipotesi alquanto utopistica), oppure con un improbabile quanto lunga e laboriosa modifica costituzionale (ricordiamo che le modifiche costituzionali devono essere effettuate con un’approvazione ad ampia maggioranza in Camera e Senato, e poi passate al vaglio referendario).

 

LO SBATTEZZO, UN DIRITTO O UN TABÚ?

In Germania, nel 2010, dopo gli scandali sessuali sui minori, per la prima volta si registrò il superamento delle persone che lasciavano la Chiesa Cattolica contro quelle che ne entravano (numero dei battesimati) 170 mila contro 181.193.

In molti paesi infatti “lasciare” la propria confessione, non solo abbandonando per motivi morali, etici e spirituali la confessione alla quale si è stati iscritti dai proprio genitori in modo forzato e del tutto arbitrario tramite il sacramento del battesimo, significa anche interrompere il rapporto di finanziamento a questi enti.

Per rimanere in Germania, basta una comunicazione scritta e il pagamento di alcune pratiche burocratiche per terminare il proprio vincolo e il proprio finanziamento alla chiesa di appartenenza.

In Italia, per i motivi sovra descritti, è impossibile terminare il proprio finanziamento alla Chiesa Cattolica, ma da qualche anno a questa parte, molte associazioni di agnostici e atei stanno portando avanti l’idea che la fuoriuscita dalla propria chiesa, sia l’unico modo per togliere “potere” alla casta porporata.

Sul sito dello UAAR (Unione Agnostici Atei Razionalisti) si trovano molte informazioni sul come compiere l’atto di Apostasia (come viene definito dal diritto canonico) ovvero lo “Sbattezzamento”.

 

Quest’atto, non ha nulla di vendicativo, ma può servire come chiaro messaggio ad un’istituzione, sorda e muta, che si regge ancora su convenzioni che non collimano con la maggior parte dei modi di vivere degli abitanti della contemporaneità e che anzi le discriminano con campagne insensate e da noi finanziate; tanto per ricordare le più evidenti: preservati, omosessualità, fecondazione assistita, cellule staminali, aborto.

Lo sbattezzamento  è un atto semplice e indolore, in quanto basta inviare un modulo scaricabile da internet alla propria parrocchia di appartenenza, nel quale si chiede la disiscrizione dal registro dei battezzati e quindi degli appartenenti alla Chiesa Cattolica. Un atto tanto semplice, quanto ancora tabù nel nostro paese.

Si pensa ancora che un figlio non battezzato possa essere discriminato, oppure sentirsi diverso dagli altri bambini, come se fosse portare di un virus pericolosissimo, come se le scuole fossero ancora piene di bambini figli di credenti praticanti e integerrimi, quando nella realtà contemporanea si fatica a distinguere un italiano in una classe piene di bambini di ogni razza e religione, figuriamoci un “non battezzato”.

Come è radicata la convinzione tra le persone più adulte che quest’atto possa precluderli non si sa bene cosa.

 

Per essere chiari, le conseguenze di quest’atto non sono irreversibili (si può sempre tornare nella Chiesa Cattolica, il perdono è alla base di tutto da quelle parti) e sono le seguenti:

– esclusione dai sacramenti;

– privazione delle esequie ecclesiastiche in assenza di segni di pentimento;

– esclusione dall’incarico di padrino o madrina per battesimo e confermazione;

– necessità della licenza del Vescovo per l’ammissione al matrimonio canonico.

Insomma, a ben vedere, non conseguenze per le quali ci si possa addormentare la notte con i sensi di colpa, ma purtroppo, in Italia, il problema è dire alle zie e alle nonne che non si può andare in chiesa a prendere l’ostia, e le zie e le nonne, purtroppo, cucinano molto bene.

Se per un attimo però, non pensiamo al cibo dei pranzi di Natale, e ci concentriamo sul fatto di essere stati iscritti contro il nostro volere ad un’associazione che non persegue molti dei fini che si prefissa, che non persegue solo fini solidaristici ma anche e sopratutto affaristici grazie a contributi di chi non vuol contribuire, che ha coperto i peggiori abomini della storia (Fascismo, deportazione degli Ebrei, pedofilia, sottomissione della donna…) se pensiamo a tutto ciò e a tutto il resto scritto in questo articolo, non possiamo che dare ragione ai signori dello UAAR, e convenire sul fatto che l’unico modo per ridimensionare e far si che quest’istituzione torni a camminare con le proprie gambe è renderla “vuota”, costringerla ad indossare il saio e a scendere per strada a capire quali sono i problemi della gente, le esigenze, i modi di vivere, a capirli, a perdonarli per portarli nelle braccia del loro Gesù Cristo, e non in quelle di un banchiere dello Stato del Vaticano.

Marco Caponera

 

 

Il Vaticano veste Prada

da REPORT: l’Impero Finanziario Vaticano

http://youtu.be/1W7tJGrIFOc

 

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9 Comments

  • ci possiamo pure sbattezzare, ma tanto in molti già non seguono più la Chiesa… chi di noi va a messa??
    Il problema è che i loro capitali e profitti rimarrebbero comunque… prolificano tutt'oggi anche in piena crisi di fede o di fedeli.
    Bisognerebbe riscrivere le leggi che li favoriscono… perché è profondamente e spiritualmente ingiusto!

    • eh, il fatto è che se continuamo a delegare sempre, visto i soggetti che ci ritroviamo a rappresentarci, non usciamo più.
      Lo sbattezzo è qualcosa che possiamo fare noi in prima persona, e quando un domani la chiesa andrà a battere cassa, non avrà più il potere e l'onore di parlare a nome della maggior parte degli italiani, ma solo di una piccola parte.
      non è poco

  • non è coerente cazzo!
    non è in sintonia con quello che predicano,come è possibile che nessuno apra gli occhi.
    cioè voglio dire, quando a san pietro si affaccia il papa che dice sulla fame del mondo, ecc… è possibile che nessuno guardi da dove si sta affacciando??? quanti anelli porta al dito! quanti soldi per ogni sua piccola mossa! quante banche amministrano capitali lontani dalla beneficenza! non è possibile!!! è un fatto socialmente inspiegabile

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