Psincopatici @ Urbania CinemaLux (Urbino) – 03/2018

Psincopatici è il nome dietro cui agiscono Tommaso e Alessandro.
Che poi Tommaso sarebbe Tommy il Buono (già comparso altrove) nelle mie incursioni.
Quando mi hanno detto di avere una band mi hanno incuriosito, la curiosità è cresciuta quando mi hanno detto di essere due batteristi e che Tommaso ha deciso, dal nulla, di mettersi dietro le tastiere. Devo dire che non ho provato scetticismo poiché i due ragazzi hanno l’aria di saperne ampiamente.
Arrivato a casa ho messo su i loro brani ed ho passato un paio d’ore nell’ascolto attento, molto attento. Li ho trovati fantastici, mi hanno ricordato un certo post-rock di matrice americana che si fonde con influenze europee che vedono i Port-Royal su tutti. La cupa psichedelia onnipresente, le trame sapienti di batteria e l’effetto talvolta ipnotico che hanno le composizioni sono meravigliosamente costruite e quello che ho pensato, mentre assaporavo ogni variazione di frequenza era che volevo assolutamente vederli ed ascoltarli in un contesto live.

L’occasione è arrivata. “Powaqqatsi” è il secondo episodio della trilogia “Qatsi” di Geoffrey Reggio, musiche di Philip Glass, gli Psincopatici decidono di sostituirsi al compositore americano, in un’operazione che per molti potrebbe essere considerata ai limiti della follia ma che invece dà allo spettacolo dei notevoli punti di forza perché quello che i due musicisti fanno nei loro movimenti è un capolavoro di dinamica e armonia che si unisce alle immagini dando un totale che è molto di più della somma delle parti.

C’è inoltre un’altra questione non trascurabile, ossia che gli Psincopatici hanno un messaggio da trasmettere o quantomeno da rafforzare che è quello di Reggio, ossia di dare voce ai muti e luce a quelli che vivono nell’oscurità, cercano un modo per rendere visibili gli invisibili. Gli uomini sono ridotti ad altro, ad esseri brulicanti e crudeli, deboli e prepotenti (terribili le violenze sull’innocenza degli animali). La forza delle immagini atterrisce lo spettatore e la musica fa vibrare ogni fibra, l’unico limite alla bellezza è la terribile realtà che il film tratta, sapientemente ritratta e filmata.

Per me più che uno spettacolo è stata un’esperienza e posso solo augurare agli Psincopatici di portare il messaggio il più lontano possibile perché non ci si nasconda più dietro un “non lo sapevo”.

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Nicholas Ciuferri

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