Mi chiedo se potrà mai esistere un attore più bravo di Alfredo James Pacino da Nuova York. Sì, lui, Al, questo signore famoso di origini siciliane. Andiamone orgogliosi, c’è tantissimo d’Italia nelle sue cose. I tratti somatici sono indiscutibilmente i nostri. E che dire della voce calda e del taglio dei suoi vestiti, che indossa in maniera tragicamente, terribilmente italiana. Che carisma, che fascino. E’ l’opposto di Claudio Amendola, nonostante superbamente doppiato dal padre all’epoca della pubblicità del Vernel. Sebbene abbiamo una tradizione eccellente di doppiatori, ho scelto un frammento in lingua originale perché i film doppiati non mi piacciono. Non mi piacciono perché viene meno la possibilità di giudicare l’attore nella capacità d’acquisire altri accenti. Io amo l’abilità d’arrivare attraverso il lavoro ad un accento diverso, mentre il doppiaggio m’impedirebbe d’apprezzare questa qualità. Il fatto è che più a monte m’annoiano a morte tutte le cose che non sono vere, come quell’italiano dalla dizione perfetta che non esiste. Non esiste, non lo parla nessuno. Forse lo parlano solo gli intellettuali da birra del giorno nelle movide delle varie città per darsi le arie. Sono quelli che criticano il sistema marcio mentre con l’altro dito mantengono una canna, che è illegale ma non fa niente. Gente poco interessante, come la dizione perfetta. Per questo v’ho proposto un video in lingua originale di “Scent of Woman“, il capolavoro che celebra la capacità che ha l’intuito di… seguire le persone simili. Vorrei provare a farvi scuotere come questo pezzo scuote me.
Questa scena mi fa ribollire il sangue perché rappresenta la passione in pellicola nonostante il pudore della ripresa. La sua eccellenza risiede nella mirabile descrizione di questa vitale emozione senza cadere nemmeno nell’osé. Per descrivere l’ardore non c’è bisogno di vedere seni e sederi come un gelato confezionato. È sufficiente la bellezza di questa ragazza, che è struggente. Quanto profuma, quanto si sente. È educata, non è arrogante come quelle che salgono sui suv. È imbarazzata, non è sfacciata come quelle che troneggiano in tivvù. È seta, è seta, non è lana. Tra lei e il tenente colonnello Frank Slade c’è il rapporto più rispettoso che possa mai esserci. Lui, che è un galantuomo, non è interessato a fare centro, nonostante passerebbe ore ed ore a sentirne l’odore. Lascia che la generosità di svezzare una persona che ritiene meritevole prevalga sull’egoismo del momento. Ma quale donna non verrebbe straziata da questo tripudio di sicurezza? Questo terreno fertile è il ragazzo che accompagna l’orbo protagonista per mantenersi agli studi, la cui timidezza e la cui educazione affogano le sue qualità esattamente all’opposto della sfrontatezza dei figli di papà che lo circondano. Il collante di questa magnifica scena è un tango che dà a tutti la chiara sensazione di descrivere una passione da sud del mondo. Pur avendo una netta predilezione per la musica classica, riconosco che questa scena è da tango. “Por una cabeza” calza proprio a pennello, da quel gran pezzo di donne, cavalli, profumi e passioni qual è.
Tango, eleganza, passione, generosità. Il “Waldorf Astoria” è l’anello di congiunzione tra l’Europa elegante e l’America dominante. Questo albergo monumentale non poteva essere consegnato alla storia in maniera migliore che nella consacrazione di questa scena. Ma proprio appena sembra di ritornare sulla terra dopo questa valanga di emozioni, il discorso di Frank Slade ci toglie il respiro una seconda volta. Questo monologo edificante va ascoltato in italiano. Vale la pena esserne travolti senza passare dai sottotitoli.
Giuseppe Pastore
qualcosa di sovra-umano..
magistrale
aaah… i monologhi di al pacino, aaaahhh..
oscar degli oscar!
straordinario!
il più grande (si lo so, insieme a de niro ma..)
mitico, sublime!
grande pastore. non solo di politica si vive,anche di passione!
è il più grande di tutti.scandaloso che abbia solo un oscar
ne meritava almeno altri due!
bell'articolo/tributo
un monologo così attuale oggi!