Possiamo essere eroi… anche solo con l’Olismo

Dal fallimento del Meccanicismo, ridefiniamo l’eroismo e per farlo passiamo attraverso la visione Olistica... rendendo il mondo un posto forse più equilibrato

Normalità. Cos’è la normalità? Come si distingue un normale da un anormale? A meno che non siate nel mondo di Herry Potter con la distinzione tra maghi e babbani, o in qualche altre serie fantasy/fantascientifica, una persona normale credo sia colei che si conforma alle norme morali e comportamentali (e mentali) condivise e diffuse nella società in cui vive. L’adeguamento è un frutto dell’educazione e del vivere fin dalla nascita a contatto con certe regole. Lo spirito critico si può sviluppare dopo, ma non è sempre così forte da rompere gli schemi completamente. Sicuramente rompere gli schemi può essere produttivo e accettabile: pensiamo al movimento delle suffragette, che chiedeva il voto politico anche per le donne, alle quali era negato. Uscire dagli schemi non è quindi sempre controproducente. Quando c’è qualcuno che esce fuori dagli schemi e, facendolo, apporta dei vantaggi alla società, allora diventa una specie di eroe. Pensate al successo di Licoln, che si è battuto per l’abolizione della schiavitù in una società schiavistica come quella degli Stati Uniti nell’Ottocento. La storia dell’eroe può essere spesso particolare, in quanto inizialmente ciò che fa e il modo in cui pensa non sono accettati dalla società (pensate ai protagonisti di “Heroes” per esempio) e tutto ciò dura fino a quando non si ha quel famoso vantaggio sociale di cui sopra.

 

RIFLESSIONI PRELIMINARI

Riflettiamo, e facciamo una riflessione alquanto ampia. L’uomo è un essere naturale ed ha sempre cercato di capire la natura che lo circonda, se non anche di controllarla. È così che è nata la filosofia. Proprio in base a questo, facciamo una distinzione fra la cultura di stampo tipicamente Occidentale e le altre culture. La cultura occidentale ha sviluppato un tipico atteggiamento di indagine e poi di controllo della natura che circonda l’uomo e solo recentemente ha sviluppato una visione più olistica, per cui noi siamo una parte del tutto e con esso costituiamo una unità. Questo tipo di atteggiamento è già largamente diffuso nelle filosofie orientali, per esempio.
Il tipo di atteggiamento tipicamente occidentale influisce anche sulla considerazione di ciò che può essere ritenuto normale e ciò che invece non risponde agli schemi condivisi.

 

OLISMO

La visione olistica deriva il proprio nome dal termine greco “olos” che vuol dire “il tutto”-“totalità”. L’atteggiamento olistico ha una maggiore considerazione del legame tra livello spirituale (psichico) e livello fisico. La malattia è ad esempio vista come uno squilibrio tra questi due livelli e la guarigione può essere ottenuta ottenendo l’equilibrio perduto. Nella cultura occidentale non mancano i punti di vista olistici. Si pensi alle teorie di Jung, quello degli Archetipi e dell’inconscio collettivo, che parlava proprio di manifestazione fisica dei malesseri emotivi. La sensibilizzazione sempre maggiore nei confronti della visione olistica si sta diffondendo anche in occidente. Non ci sono più solo casi come quello di Jung.

 

MECCANICISMO

L’atteggiamento tipicamente occidentale, cioè quello che vede separate la realtà spirituale e quella fisica, è detto meccanicismo. Il meccanicismo, che ha uno dei suoi maggiori rappresentanti in Cartesio, fautore anche della dicotomia anima-corpo, vede tutto come causale: ogni evento è causato da altro. Ma la causa non segue un finalità trascendentale: la causalità è puramente meccanica, quindi è tutto legato da un rapporto di causa-effetto. La visione meccanicistica esclude qualsiasi tipo di finalismo, quindi la visione evoluzionistica di Darwin escludeva il creazionismo: tutto si è evoluto per delle cause casuali, non è stato creato per un determinato scopo/fine. È da ricordare, ed è importante, che le teorie darwiniane non erano teorie del più forte nel senso che il più forte sottomette il più debole. Nella teoria evoluzionistica il più forte è da intendersi come colui che meglio sa adattarsi alle condizioni che lo circondano, e questo grazie a delle modifiche genetiche del tutto casuali. Dato che l’evoluzione prevede dei tempi molto lunghi, ecco che è nato il bisogno di controllare ciò che ci circonda, per non aspettare che l’evoluzione facesse il suo corso.

 

CHE FARE?

Questo modo di fare ha però portato alla situazione che tutti conosciamo. Non è più vantaggioso allora recuperare un atteggiamento olistico e lasciare che la natura faccia il suo corso? Ecco come gli anticonformisti che fanno così diventano degli eroi. Ma non possiamo essere tutti un po’ eroi? Con un atteggiamento maggiormente olistico potremmo essere tutti un po’ eroi, nel nostro piccolo, allora.

 

CONSIDERAZIONI DI CARATTERE ETICO/MORALE
(Considerazione del tutto personale)

Se uscire dagli schemi non è sempre controproducente, non è neanche detto che gli schemi non siano giusti. Lo spirito critico è necessario proprio a questo: capire quali sono gli schemi accettabili e quali quelli contro i quali si può andare. Quindi credo sia ottimo l’insegnamento biblico-kantiano del «Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te»: la regola da tenere presente, se si vogliono rompere gli schemi, è secondo me quella del rispetto altrui come unico requisito per seguire il flusso naturale delle cose.

 

Roberto Morra

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Senza nulla togliere al Meccanicismo, che sarà servito pure a qualcosa, vi lascio a questo video… per fare solo un esempio:

 

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