National Geographic Festival delle Scienze 2018

Con oltre 340 eventi – di cui più di 40 incontri con scienziati di livello internazionale, filosofi, ricercatori, innovatori, artisti – la XIII edizione ha guidato il pubblico alla scoperta delle Cause delle cose: l’intricata rete di relazioni causa-effetto con cui ogni giorno abbiamo a che fare

Capire il pianeta, per imparare a rispettarlo. Un obiettivo molto facile da definire a parole, ma mai così complicato da realizzare, soprattutto al giorno d’oggi. Eppure, fare almeno un minuscolo passo in questa direzione è stato proprio lo scopo del National Geographic Festival delle Scienze, rassegna divulgativa giunta ormai alla 13esima edizione, con il patrocinio del National Geographic, dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che si è svolta tra il 16 e il 22 aprile scorsi nella cornice dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Rispondere ad una questione così annosa richiede una serie di tortuosi passaggi di lato, tutti conducenti ad un’altra domanda: “perché avvengono le cose?Instillare una riflessione, o almeno una punta di consapevolezza sul tema è fondamentale, ormai.

A rimarcare questo concetto è un’inquietante opera d’arte, posta strategicamente all’ingresso: una balena riprodotta con 250kg di plastica, corrispondente alla quantità gettata in media ogni secondo nei mari di tutto il mondo. E sullo stesso argomento sono stati tutti gli oltre 300 eventi organizzati nell’ambito, in modo tale da abbracciare la scienza e le discipline scientifiche in tutta la loro interezza.

Consapevolezza e responsabilità sono scienza, in effetti, inteso nel significato primo del termine, quello etimologico, forse c’è il più puro e veritiero tra tutti: “conoscere”. Serve conoscere per poter agire, e il sapere passa attraverso le discipline più varie, a cominciare dell’arte, che sia fotografica (impressionante la carrellata di specie animali in via d’estinzione per causa umana), sia dialogica, in forma di dibattito, o conferenza. Forse è già tardi, forse no, ma crederci non costa nulla. E magari, agendo fin da ora, possiamo continuare a lottare per la salvaguardia ambientale convincendoci, come diceva un certo Michele Salvemini qualche anno fa, che “la fine di Gaia non arriverà”.

 

Federico Ciampi

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