Mistero in fondo al mar Baltico?

Un'immagine radio ha rivelato uno strano "oggetto" misterioso nei fondali del mar Baltico

Ad oggi anche il responsabile del gruppo “Ocean X”, che sta studiando questo “mistero”, si è convinto che su quei fondali non c’è nessuna navicella aliena. Ma poco tempo fa, prima di rassegnarsi definitivamente, ha dichiarato che potrebbe trattarsi di una città misteriosa, come la famosa Atlantite.

 

 

Nel mar Baltico si nasconde qualcosa. Forse un Ufo? Forse Atlantide? La sempre cercata e mai trovata Atlantide? Il cosiddetto continente perduto? O forse sono solo rocce, di diversa natura, depositatesi lì in tempi remotissimi… tutte le analisi sono state fatte solo su dei campioni, non disponiamo ancora di una visione globale di ciò che veramente si nasconde lì in fondo.

Un complotto, un complotto tra le onde del mare..”:  è il titolo e l’inizio del ritornello di una serie a cartoni animati composta da ventisei episodi andata in onda a metà degli anni Novanta. La serie non ha avuto un grande seguito, anche se la sigla, cantata da Cristina D’Avena, era abbastanza coinvolgente.

Perché ci interessa questo riferimento altamente culturale (che fa molto cultura pop)? Perché c’è qualcosa tra le onde del mare, già! Quale mare? Il mar Baltico. Dove si trova il mar Baltico? È un mare interno all’oceano Atlantico che bagna: Svezia, Finlandia, una piccolissima parte della Russia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Germania.. Dopo questa breve lezioncina di geografia, chiariamo perché un complotto: perché c’è qualcosa di misterioso che sta nascosto sui fondali di questo mare e non si riesce a capire bene cosa sia.

In un primo momento si riteneva che fossero i resti di un Ufo. Dopotutto, quando c’è qualcosa di misterioso, parlare di astronavi aliene è sempre la cosa più facile (e magari non sempre la più sbagliata)! Le ultimissime indiscrezioni invece avrebbero fatto dietrofront e parlerebbero di più semplici materiali di ristagno, risalenti all’ultima glaciazione. Il responsabile del gruppoOcean X” che si occupa della ricerca nel mar Baltico, Peter Lindberg, chiarisce questo punto, però si lascia “scappare” delle informazioni, o da bravo scienziato ci aggiorna su ogni singola scoperta in maniera oggettiva.. fate voi, e ci dà la possibilità di fare delle ipotesi molto suggestive e viaggiare con la fantasia, perché ancora una volta aleggia lo spirito di Atlantide, mito/leggenda che ha smosso la fantasia di tanti scrittori. Affronta anche lui la questione Atlantide perché afferma che l’oggetto in questione possiede delle strutture a scala molto strane, e che la loro costruzione sarebbe databile anche a prima dell’ultima glaciazione, cioè prima di 20.000 anni fa. Se fosse un oggetto naturale, potrebbe trattarsi anche di un asteroide penetrato nel ghiaccio al tempo dell’ultima glaciazione, oppure di un vulcano sottomarino, anche se i geologi poco sono convinti del fatto che lì sotto ci sia un vulcano.

 

C’è poi la consulenza di un professore dell’Università di Stoccolma, tale Volker Brucher, diciamo che le sue spiegazioni ci fanno un po’ cadere le braccia perché sono davvero poco suggestive, ma almeno sono più chiare, lineari e meno vaghe. Dunque, cosa dice il prof?  Dopo aver analizzato dei campioni che gli sono stati mandati, ha affermato che trattavasi di frantumi di roccia vulcanica, ma i geologi non dicevano che era poco probabile che ci fosse un vulcano lì sotto? E Brucher?  Non è egli stesso un geologo? Chiariamo. Secondo quanto precisa il prof, la maggior parte delle rocce sono delle rocce metamorfiche, dei graniti e delle arenarie. Come ci sono finite delle rocce vulcaniche? Presto detto: secondo un’ipotesi, e si è abbastanza certi che le cose siano andate così, ci sarebbe stata una valle glaciale che avrebbe trasportato rocce di diversa provenienza, comprese quelle vulcaniche. Infatti Brucher spiega che quella regione settentrionale del Baltico è stata fortemente influenzata da processi di glaciazione e disgelo; e che ci sia stata la formazione di rocce a causa di processi glaciali e post-glaciale e che parte di esse sia stata trasportata dai ghiacciai. Alla fine dell’era glaciale, i ghiacciai si sarebbero sciolti, lasciando affondare sul fondo marino le rocce che si erano portati dietro. Queste hanno il nome di massi erratici o di bilanciamento, dei nomi che suonano davvero poco romantici!

Le spiegazioni di Brucher sono, abbiamo detto, poco affascinanti e immaginifiche e fantasiose, però fanno un po’ di chiarezza nel marasma di ipotesi, illazioni e ritrattazioni, problemi dati dall’assenza di materiale certo su cui basarsi, che sono state fatte intorno a quel qualcosa che sta adagiato sul fondo del mar Baltico.

Roberto Morra

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