METTICI IL CUORE! Cos’è e come creare la realtà. Dal Vangelo secondo la scienza (Vol. IV)

L'emozione è ciò che ci tiene in vita; forte e reale quanto la forza di gravità. La realtà è energia in movimento, come orientarla spetta ai sentimenti

Legge di attrazione, pensieri positivi e bla, bla, bla..! Tutta fuffa se il potere della mente non viene “tarato” secondo la natura di determinate frequenze. Se non impariamo a fare questo, la nostra famigerata “mente” non sarà in grado di realizzare assolutamente nulla di quello che desideriamo! Ma allora, cos’è che “pompa” il giusto ritmo alla vibrazione che necessitiamo per realizzare i nostri desideri? Un pensiero verso un uomo o una donna che ci eccita, basterebbe a farvi compromettere a pieno? Converrete con me che fino a quel punto sarebbe solo un’afona “miccia” mentale (il più delle volte mendace, perché sfaccendata solo a giudicare cosa è bello e cosa è brutto -fino a creare le stesse rogne con cui poi dovrà convivere). Piuttosto, è quando ci rilassiamo, iniziando a pensare profondamente all’oggetto del nostro desiderio, che pian piano inizia ad affiorare ciò che davvero ci stuzzica; prima di questa “sensazione” (la sola in grado di qualificare il nostro desiderio), si tratta solo di un impulso, come negli animali. È l’emozione infatti la sola forza in grado di condire e rendere così “reale” ogni pensiero o percezione, un sentire che equivale a un “toccare con mano”, come ghermire realmente un profumo… da gustarne a pieno la vibrazione. L’emozione è il sale di ogni esperienza! Quella è la forza… l’energia che ci eccita davvero. Un’energia che esiste, è naturale! Ebbene, solo attraverso quella vibrazione la sincronicità dell’evoluzione potrà modificare la nostra vita. Perché tutto questo è energia in movimento. Sarà solo in quell’istante che l’energia da noi scaturita potrà vibrare in modo talmente tanto forte da condizionare il campo quantistico che ci circonda, il quale solo a quel punto sarebbe “indotto”, per risonanza e sincronicità, a vibrare di quella stessa frequenza. Un vortice inarrestabile si mette allora in moto. Infinite possibilità, tutte condensate sotto il nostro sguardo: l’Overture di ciò che abbiamo immaginato si compie inequivocabilmente. D’altronde, la forza dell’odio, della paura, così come dell’amore e delle passioni, sono per l’essere umano potenti, reali e condizionanti tanto quanto la forza di gravità, l’elettromagnetismo o la forza nucleare. Sono forze reali che ci toccano, in ogni istante. Incidono su di noi, alla pari per intensità, possibilità e tormentata inoppugnabilità. Sono delle forze della natura entrambe… fanno parte dei “moti” della vita, ogni emozione è uno strusciarsi di quanti. L’emozione è l’unica cosa che ci tiene in vita.

 

 La luna può essere mezza, può essere tonda… ma, ché se ne dica, non è mai storta! È una legge di natura!

Cercherò di trasmettervi l’importanza delle implicazioni del campo magnetico del nostro sistema cardiaco, soprattutto riguardo la sua influenza sulla realtà manifesta, il tutto avallato da alcune informazioni “scientifiche” riprese da diversi libri da me studiati –in calce troverete le fonti. Qua e la ho inserito anche alcuni frammenti presi dalla rete. In ogni caso, io non sono uno scienziato, sia chiaro.. sono solo uno che sperimenta su se stesso quello in cui crede.

 

 

L’ACCORDO TRA SCIENZA E TRADIZIONI SPIRITUALI: DALL’IMPLICAZIONE DELLE SCOPERTE NEUROBIOLOGICHE RIGUARDO IL CAMPO ELETTROMAGNETICO DEL SISTEMA CARDIACO, ALL’ANALOGA VISIONE DELLE SCIENZE ESOTERICHE

Abbiamo detto che, secondo la scienza attuale, così come un ologramma è il risultato di onde di interferenza che il nostro cervello interpreta come immagine tridimensionale, l’universo non sarebbe altro che l’interpretazione che il nostro cervello da di onde luminose.

L’idea di una realtà che non è altro che inganno dei nostri sensi è presente nell’originario pensiero filosofico e religioso di tutte le civiltà esistite ed esistenti sulla Terra. Ovviamente anche noi stessi che “vediamo” siamo “inganni”, al pari di ciò che è “fuori di noi”. Siamo ologrammi che leggono ologrammi, per questo tutto ci sembra reale anche se forse non lo è. È per noi impossibile comprendere razionalmente dove, quale e quando sia la vera realtà di cui esprimiamo solo la forma. Essa è invero un’unica vibrazione energetica, che può oscillare secondo infinite frequenze.

Inoltre la scienza insegna che dal Vuoto/brodo primordiale “nasce” il potenziale di ogni forma energetico-materalizzata esistente nell’InFinito, si tratta del cosiddetto “Vuoto quantomeccanico”, ma è anche il Brahama dell’ideologia orientale e se vogliamo anche il “Dio” (YHWH, Allah, ecc…) del mondo occidentale nella sua accezione originale ed esoterica, dal quale Tutto derivava ed al quale Tutto è collegato e vive. Nell’Essere (Infinito) è quindi presente (l’Infinito) ogni particella esistente, atomo, molecola, cellula, essere vivente od inanimato.

Di fatto, oggi anche alcuni filosofi della scienza cominciano a credere che esista una CoScienza dell’UniVerso, prodotta dall’Esseità stessa (per la sua tendenza auto-riflessiva) e presente in ogni suo punto od Ente dell’Universo; e questa CoScienza si osserva e si interroga su ciò che l’ha generata… come direbbero gli esoteristi. Di fatto, l’auto-coscienza dell’UniVerso è la proprietà intrinseca che l’Esseità possiede nel generare al suo interno ed in ogni punto di sé, una qualche forma di vita intelligente, in grado di effettuare osservazioni su di sé e sulle cause della propria esistenza, secondo il “Principio Antropico” (generando così il , l’ “Io“).

 

Allora, quanto descritto nella prima parte di questo “speciale”, ci spiega il perché dell’insistenza nelle culture spirituali di tutto il mondo sul concetto di Amore, intesa come “emozione primordiale”, una vibrazione talmente forte da ergersi ad assoluta (giacché tendente allo sviluppo della vita ordinata), poiché è la base energetica da cui tutto si emana e dunque evolve. Essa è infatti la forza che unisce tutto, come l’empatia dell’amore che genera compassione e partecipazione per tutte le “forme” viventi.

I mistici lo “concepivano” come l’energia più pura, la forza elettromagnetica in grado di fare quei “miracoli” che oggi la scienza studia in laboratorio (Dante scriveva: «L’amor che move il sole e l’altre stelle». Paradiso XXXIII,145) .

Era la sostanza dell’Essere trascendentale, la divinità impersonale e onnicomprendente.

Al contrario, i religiosi faziosi lo “concettualizzavano” (dunque vittime dell’ingannevole mente) attraverso Colui che usiamo chiamare Dio (un’entità personale dunque..).

A questo punto è bene chiarire un fatto. Questa forza celestiale chiamata anche “Amore” era giustappunto fatta coincidere con la “forza del cuore”, per così dire: l’energia del cuore, tuttavia, non ha alcuna sfumatura sentimentale -in senso cultural-romantico, così come l’Essere divino non si cura dell’uomo, giacché non è un Entità personale (un “qualcuno” che ci guarda dall’alto..), ma è Essere, è “sostanza” dell’energia quantistica del cosmo: l’esseità naturale che evolve. L’amore, come forza energetica primaria (quella tanto decantata dai mistici), è la madre delle emozioni -l’energia che, allo stadio spazio-tempo, si identifica con il concetto di “Volontà” di cui abbiamo tanto parlato nei capitoli precedenti. Nondimeno, è qualcosa di ancor più puro delle emozioni che hanno a che fare con il nostro stadio energetico (quello relativo e fenomenico): le nostre emozioni materialistiche infatti vanno e vengono, sono soggette alle situazioni, hanno degli alti e bassi. L’amore che qui s’intende invece è costante: è un sintonizzarsi con se stessi (ovvero sulla nostra essenza: sull’Essere). Infatti: le emozioni legate all’innamoramento passano, mentre l’amore resta.

«Un’unica Forza, l’Amore, unisce e da vita ad infiniti mondi», affermava Giordano Bruno. Abbiamo visto come questa “forza” potrebbe “coincidere” con un aspetto dell’ “energia nucleare” che i fisici oggi chiamano “debole”. Quindi la forza elettrodebole, in realtà, è il lato “luminoso” della Forza che muove tre generazioni di materia –solo una è osservabile e soggetta alle leggi naturali (quella degli atomi), le altre due sono super-naturali (materia ed energia oscura) –l’Aria, l’Acqua e il Fuoco: i tre diversi generi di materia studiati anche dall’ermetismo esoterico e alchemico. In ogni caso è proprio questa forza invisibile che genera l’energia elettromagnetica di cui abbiamo parlato finora. Tuttavia, l’elettromagnetico riflette una realtà frammentata e a bassa energia, molto inferiore a quella del delicato, ma possente, “campo debole”, che “muove il sole e le altre stelle” e che noi possiamo lambire solo attraverso il campo energetico del nostro sistema cardiaco e cerebrale.

 

Ebbene, ogni essere vivente comunica le proprie emozioni; per l’uomo tra l’altro le parole e la mente sono importantissime: nell’emozione di proferir parola c’è sempre un’onda vibrazionale… ma le parole non sono la mente, semplicemente l’attraversano. La mente è fatta di parole, ma al subconscio arriva più esattamente l’informazione insita a quell’emozione. Lo scopo di questo “speciale” è di fatto quello di ficcarvi nella zucca che è la sensazione il vero veicolo dell’informazione pura… i pensieri e la parola sono i “mezzi”, ma l’informazione è nell’emozione!!!

L’energia infatti non codifica certo il “significato delle parole”, ma sa invece risuonare con l’informazione quantistica contenuta nell’emozione, in quanto la sensazione altro non è che un’onda vibrazionale, ossia energia.

Perciò se io affermo una cosa in modo distaccato e insensibile, sto certamente parlando, e l’unica onda che si propaga, in modo più rilevante, è dunque quella del pensiero disinteressato, che da sola non può fare molto per la realizzazione della nostra vita.

Se invece io affermo un qualcosa con emozione e partecipazione, oltre al pensiero (che contiene il “significato” dell’affermazione e che è codificato dalla mente nell’intersoggettività sociale per capirci..) verrà chiamata in causa in modo rimarchevole anche l’emozione, la quale frequenza, questa si, potrà innescare la risonanza giusta perattrarre energie simpatiche/simili che ci circondano in natura. È la sensazione infatti che, canalizzando il pensiero, vibra e risuona con le frequenze dell’universo; è attraverso di essa che ognuno di noi è co-creatore della propria realtà in natura.

Di fatto, poiché tutto è energia, anche noi siamo fatti di energia che vibra ad una certa frequenza. Come accennato, la “qualità” di questa vibrazione fa si che certe frequenze siano armoniche o caotiche. Così, sappiamo che l’energia si solidifica facendosi coscienza individuale, attraverso il movimento soggettivizzante dell’energia cosmica stessa (avendo a che fare dunque con la materia). Ebbene, se in quell’istante noi vibriamo di frequenze armoniche, restiamo allora connessi e in salute, se invece… su un altro livello di vibrazioni, ossia quelle mentali del pensiero, iniziamo a influenzare quella frequenza armonica trasformandola in modo disarmonico, allora, si produrranno pensieri e sensazioni negative, dunque stress e di conseguenza disfunzioni fisiologiche.

Questo è possibile perché il “campo debole” si muove dall’energia oscura delle stelle fino a discendere nello stadio frequenziale della materia che ci compone: dalle sue altissime energie originarie fino a quelle basse osservate. Con le sue altissime frequenze questa “luce pesante” può ripiegare le nostre proteine in nano-secondi, un fatto questo che è ancora un mistero per scienza e medicina, le quali, pur riconoscendo il vincolo tra la salute del corpo umano e i suoi “spinnucleari, ancora non riescono a comprendere la “luce energetica” che li “anima”!

 

Allora, per rimanere nell’esatta natura delle frequenze armoniche bisogna accordare i nostri pensieri secondo la giusta frequenza della matrice d’onda (il campo quantico morfogenetico), e questo è possibile solo grazie a ciò che le incanala per natura: ossia attraverso le frequenze generate dal campo magnetico del sistema cardiaco. E’ il suo sistema nervoso ed endocrino, infatti, il meccanismo quantistico e sincronico (ciò che gli Orientali hanno ricostruito attraverso l’intervento dei Chakra) che mantiene intatta l’energia cosmica della Matrice quantica; e questo è possibile grazie ad un flusso elettromagnetico che noi chiamiamo appunto sensazioni.

Di conseguenza, si tratta dello stesso processo in grado anche di rendere disarmonica la sinergia quantica non appena iniziamo a vibrare su altre frequenze da quelle “morfiche” dell’Essere, quando infatti il nostro pensiero le riceverà come emozioni distruttive, trasferendole alla nostra mente attraverso informazioni negative, che poi causeranno non a caso stress e infelicità, se non malattie… (una sorta di avvertimento per dirci che nella nostra vita c’è qualcosa che non va.. La natura non lascia niente al caso).

Abbiamo ben spiegato nei capitoli precedenti come i campi elettromagnetici generati dal nostro cuore permeano ogni cellula e possono agire come un segnale sincronizzatore per il corpo in maniera analoga all’informazione portata dalle onde radio… questa “neurobiologia influenza la nostra intersoggettività, il nostro approccio al mondo e dunque la realtà della nostra vita.

Spiego meglio: se desideriamo una cosa e vogliamo ottenerla, dobbiamo sintonizzarci sulla specifica frequenza in grado di “toccare” ciò che vogliamo. L’Osservatore riceve tutte le frequenze ed è quindi l’unico in grado di sintonizzarsi su specifiche frequenze. L’Osservatore può focalizzarsi, dispiegare e ripiegare la materia collassandola in base alle frequenze su cui è sintonizzato. Noi siamo come dei diapason che vibrano in base alle frequenze delle nostre intenzioni, che attirano e fanno vibrare, sulle medesime frequenze, altri diapason che sono in risonanza nell’universo. Tutto già coesiste, quindi basta sintonizzarsi e rimanere sintonizzati su quelle frequenze.

 

Il nostro Campo informazionale è un sistema in equilibrio tra la componete elettrica, ossia il pensiero, e quella magnetica, cioè l’emozione; quando queste seguono il flusso emanato dalla “frequenza madre” (della Matrice morfogenetica dell’universo) allora esse sonoa bordodella frequenza evolutiva dell’intero campo quantistico, che in quel caso è pur sempre “veicolata” dalla nostra volontà/emozione che abbiamo scelto (giacché ci rende felici). A quel punto la carica elettromagnetica collassa (manifesta) proprio quell’esperienza intenzionale. Così si crea la realtà più spettacolare… direi.

Perciò il cuore è la più potente risorsa dell’uomo per pensare in modo efficace, assumere decisioni valide e agire con coerenza ed efficienza.

 

Non solo, sono le emozioni che mutano il nostro DNA, agiscono parallelamente sul nostro cervello, influenzando i nostri pensieri, le nostre credenze e le nostre azioni, e lo fanno quando permettiamo ai nostri pensieri di vibrare coerenti col campo magnetico del sistema cardiaco stesso.

 

Quando una persona vive emozioni e pensieriseparativi” (paura, collera, diffidenza, invidia, ecc…), i tracciati della frequenza cardiaca e quello delle onde cerebrali sono disarmonici, incoerenti, uno va da una parte e l’altro va dall’altra. E’ il caos, la porta che apre al malessere, il tipico “mal di vivere”, con tutte le conseguenze negative su soma e psiche che potete immaginare.

Quando invece la persona nutre emozioni e pensieriunitivi“, intuitivi ed elevati (amorecompassione, gentilezza, cooperazione, rispetto, ecc…), non solo il tracciato della frequenza cardiaca e quello delle onde cerebrali sono armoniose, ma si è scoperto che è proprio il cuore a guidare la danza, le onde cerebrali non possono fare naturalmente altro che sincronizzarsi sulle variazioni del ritmo cardiaco. A quel punto i due sono perfettamente allineati, entrando in uno stato di coerenza, di benessere che produce energia creativa. Tra l’altro, Johann Wolfgang von Goethe affermava: «Le passioni sono difetti o virtù solamente se portate all’estremo».

 

Pertanto, se vogliamo cambiare la realtà, ma soprattutto la nostra vita, dobbiamo metterci il cuore ancor prima del pensiero, in ogni caso non si potrà prescindere da esso, perché dipenderà dalle sensazioni se il nostro pensiero trasferirà le giuste informazioni alla mente, ossia a quei flussi cognitivi in grado di influenzare il nostro stato esistenziale e materiale, e soprattutto le nostre azioni… è la mente che infatti, successivamente, determinerà il buono o il cattivo tempo.

 

 

COMPRENDERE E AFFRANCARSI DALL’ANTONIMIA MENTE/EMOZIONE SIGNIFICA VIVERE AL DI L DEL BENE E DEL MALE. [ COME VINCERE OGNI PAURA E VIVERE NELL’ENTUSIASMO]

Certo, il fatto di aver capito tutto questo non ci risolve la situazione, soprattutto non la facilita. Credete che non sappia quanto sia difficile rimanere compassionevoli e calmi quando il primo stronzo di turno ci frega il parcheggio che stavamo cercando da un’ora?

Vi confido un sospetto amici, per vincere in questo gioco che è la vita, serve una volontà di ferro così come è indispensabile per affrontare la società che ci circonda: bisognerà essere compassionevoli fino al limite di sopportazione… se vogliamo riequilibrare l’agghiacciante egotismo che oggi avversa l’umanità intera! Infatti, dobbiamo tirar fuori le palle se vogliamo che la nostra vita spumeggi di indimenticabili esperienze pirotecniche per cui sarà valsa la pena vivere.

In sostanza, non dobbiamo perderci negli aggrovigliati giudizi frutto dei processi mentali che ci fanno subito giudicare ad esempio lo “stronzo” che ci ha fregato il parcheggio, ma dobbiamo semmai sentire l’intuizione che ci offrono le sensazioni rispetto a quella data situazione. Non di rado, se quello è uno stronzo è uno stronzo.. non c’è dubbio, ma incazzarsi su questa cosa a noi non porta nulla di buono (se non ad uno sfogo che ogni tanto ci può anche stare..). Così, meglio sarebbe, se dopo aver “compreso” l’emozione del caso, usassimo semmai la mente, adesso si, al fine di trovare la soluzione più utile per reagire in modo adeguato alla circostanza (di cui ormai abbiamo consapevolezza), essa è infatti uno stratagemma che la natura ci ha dato fin dai primi tempi utile alla nostra sopravvivenza. Ma se non abbiamo in primis “letto” correttamente quell’evento… rischiamo sempre di farci o fare del male. Magari se reagiamo male, quello stronzo che ci ha fregato il parcheggio è un energumeno che potrebbe romperci le chiappe, o peggio: è un mafioso… chi può dirlo?

Ad esempio, oggi perfino la scienza applicata dimostra che le decisioni e i giudizi di tipo morale sono più rapidi e drastici; tuttavia, la scelta di affrontare un problema considerandolo di rilevanza morale oppure da valutare in termini di puri costi e benefici risulta essere molto variabile. A stabilirlo è uno studio condotto da ricercatori della New York University, della Lehigh University a Bethlehem, in Pennsylvania, dell’Università del Nebraska-Lincoln a Lincoln e dell’Università di Toronto, che riferiscono sulla rivista on line “PLoS ONE” i risultati ottenuti nel corso di tre differenti esperimenti su un gruppo di una settantina di volontari.
«Il modo in cui le persone prendono una decisione ne influenza il comportamento» spiega Dominic Packer, uno degli autori dello studio. «Quando si basano su preoccupazioni pratiche -per esempio pensando in termini di denaro- possono agire in modo contrario ai loro principi». «I nostri risultati suggeriscono che il modo in cui si inquadra un problema può avere conseguenze importanti», aggiunge Ingrid Haas, coautrice dello studio. «Quando una questione ricade nel dominio dell’etica, i giudizi diventano più drastici, e si è più propensi a ritenere che abbiano valore universale», ossia che debbano essere rispettati da tutti, indipendentemente dal contesto.

 

> Spesso è proprio il nostro comportamento impulsivo a farci fare una serie di cazzate di cui poi ci pentiremo amaramente. O meglio, se non siamo ben allenati a comprendere e mantenere quell’impulsopurosecondo l’informazione che rappresenta, allora, di fronte ad una situazione difficile spesso l’uomo agisce, si d’impulso, ma inquadrandola come fosse un’incontro di pugilato… su con la difesa! Non di rado capita di attaccare anche quando sarebbe il caso di non fare neanche un passo. Si trova insomma la prima regola di condotta immediatamente disponibile all’interno del nostroarchivio mentale”, e ci risiamo. Quelle “regole di condotta” non sono altro che le solite “costruzioni” prodotte dal “senso comune” e dunque da una cervellotica razionalità della mente, che in quel momento sta semplicemente cercando di risolvere una certa situazione problematica attraverso la propria esperienza accumulata. È un circolo vizioso! Diventa un’azione tendenziosa… verso un fine “artificiale”. È come un data base di un computer che in pochi secondi calcola la risposta idonea ad un evento per reagire in modo meccanico. Un’azione impulsiva è una reazione del genere, si dice impulsiva solo perché è celere e di solito esagitata, ma in verità è una reazione che proviene da una ragnatela razionale che abbiamo archiviata nella mente: la prima risposta immediatamente disponibile a quell’azione. E poi, siccome il più delle volte è frenetica e non consona, affermiamo ipocritamente che è irrazionale! Ma è convulsa solo perché è spinta da emozioni d’insicurezza e paura.

Nondimeno, quell’impulso si carica di una sorta di pseudo-irrazionalità romantica, quando quell’attitudine diventa una particolarità fuori dal coro, che magari caratterizza un individuo particolarmente virtuoso. Come un artista per fare un esempio… quante volte abbiamo sentito decantare la follia di certi musicisti, attori o poeti. Questo potrebbe accadere quando un individuo particolarmente sensibile riesce nonostante tutto, con quell’impulso, a creare effetti eccezionali, e questo è possibile solo quando si è riusciti, in qualche modo, a mantenere quell’impulso “puro”, cioè ancora fedele alla suainformazione” e non ai comuni schemi mentali (tant’è che si dice che gli artisti siano “anticonformisti“).

Di fatto, è proprio con quell’impulso che noi dovremmo cominciare a lavorare, dobbiamo quindi imparare a seguire l’istinto, che dovrà però essere spinto da emozioni costruttive e non certo distruttive… sta qui il bandolo della matassa! In quell’istante dovremmo essere in grado di agire seguendo sentimenti costruttivi e non quelli generati dalla paura. Quantomeno, si sta parlando di libero arbitrio ma soprattutto di libertà (da ogni condizionamento..), di una libertà che sia apertura mentale e non assenza di regole (giacché in una società c’è pur bisogno di alcune “norme”..). Ad ogni modo come si suol dire, quando le voci che sentirete dentro di voi saranno più forti di quelle che provengono dall’esterno, allora sarete padroni di voi stessi!

 

> Allo stesso modo, dobbiamo considerare il cul de sac di tale questione. Infatti, anche ragionare troppo a come risolvere quella situazione problematica, rischia di non salvarci da quella stessa fumosa ragnatela che, non di rado, ci incastra in paralogismi e situazioni sempre più insofferenti.

Rischiamo in sostanza di impantanarci in una “ratioesasperata: perché si tratta di questo quando rimaniamo a rimuginare secondo le solite “costruzioni mentali”. Una siffatta “ratio” non è quasi mai in grado di “leggere davvero la situazione per quello che è”, giacché non fa altro che ingarbugliarla di infiniti significati in eccedenza, di improbabili altre accezioni che andranno a scuotere ancora altre ansiose emozioni ed inquietudini, sebbene spesso siano mascherate da unasoluzione” che crediamo di aver trovato!

 

L’unico modo percomprenderela veraessenzadi un evento/situazione, è piuttosto quello di discernere la suainformazione pura”, la sua “funzione d’onda”… la sua vera natura affrancata da ogni costruzione del “senso comune”.

Ecco perché dobbiamo semmai usare la “ragione” (non tanto la “razionalità“… che serve ad altro: a funzioni e scopi strumentali..) per placare e sbrogliare la ragnatela dei nostri pensieri, usare nel caso una “facoltàdi pensiero, un discernimento, che ci fa “sentire” le emozioni… è in quel momento che i pensieri –attraverso la consapevolezza– saranno canalizzati al meglio per creare la “nostra realtà”! In ogni caso, dobbiamo fare in modo di ragionare con le emozioni adatte, piuttosto che lasciare che le emozioni ragionino per noi!

Imparato questo arriveremo presto ad agire d’istinto, d’impulso… ma secondo il flusso cosmico delle leggi di natura, e quindi in modo da creare eventi costruttivi.

 

Ad ogni modo, se vogliamo dirla tutta, poiché sappiamo che è nel presente incondizionato che l’energia è, cioè l’istante in cui l’osservatore ha la prima percezione elementare della sua realtà: quando sentite un’emozione, un’impulso, certi che sia un’ “intuizione a fare qualcosa”… fatelo! Non state li a pensarci… agite! Cogliete l’attimoè nel presente che l’emozione interagisce con la realtà… manifestandola! O lo fate subito, in modo spassionale, imparziale e disinteressato, o lasciate perdere. Aspettare, significherebbe infatti dare tempo alla ragnatela della mente di entrare in gioco. Tuttavia, è sempre necessario fare attenzione ai soliti schemi d’azione, abbiamo visto che agire immediatamente può essere pericoloso nel caso in cui non abbiamo imparato a riconoscere nell’istante stesso le emozioni costruttive. Un bullo reagirà sempre con violenza e aggressività se viene pungolato… a meno che non decida di ragionare, e provare a cambiare abitudini d’azione.

In effetti, è anche vero che questo sappiamo in un certo qual modo farlo tutti. Non è difficile sentire il presente. Difficile è semmai avere quel lampo di lucidità nell’abbandonare, in quel preciso istante, gli schemi mentali. È l’autoscatto della mente, che parte appunto automaticamente, a fregarci! È chiaro che se vogliono tutti sanno sentire l’immediato sentimento che si prova di fronte una situazione che viviamo; ma se riuscissimo a fermarci a quel “momento”, senza caricarlo di ulteriori giudizi e significati, tutti potremmo agire d’istinto attraverso l’intuizione naturale, seguendo il nostro cuore (perché la comprensione raggiunta non può far altro che creare effetti costruttivi, al di la del bene e del male)!

 

Tuttavia, oggi noi non siamo certo educati a vivere in questo modo. Vi faccio un esempio figlio dei nostri tempi, quando cioè ognuno di noi non “medita” sulle proprie emozioni, quando il suo “desiderio” non utilizza pensieri costruttivi ma utilizza, invece, o l’impulsività distruttiva, o una razionalità fomentata solo da pensieri tarati da emozioni centrate su energie negative (come la paura, il dubbio, l’insicurezza, l’odio, ecc..).

La maggior parte della gente lavora otto ore al giorno, anche di più, e non possiamo certo dire che può godersi una vita del tutto spensierata. Se si hanno problemi finanziari o non si riesce a raggiungere certe soddisfazioni, il primo atteggiamento è sempre quello di accusare il datore di lavoro, l’azienda o il Governo che non si curano di creare una condizione più favorevole al povero e disgraziato lavoratore. Oppure, alcune volte cambiano disperati lavoro, si licenziano per cercarne uno meglio retribuito, ritenendo che la nuova professione o il salario incrementato risolvano il problema. Nella maggioranza dei casi, però, la condizione non si risolve. È quello che fanno tutti. Accettano una busta-paga da sussistenza nella consapevolezza che loro e la loro famiglia dovranno sempre barcamenarsi con problemi finanziari. Ma non fanno altro, aspettano un aumento di stipendio nella convinzione che qualche soldo in più risolverà il problema. Lo accettano, disposti anche a sgobbare in un secondo lavoro, per il quale riceveranno un’altra ricompensa alla fine non certo risolutiva. Questo in fondo è ciò che ci viene insegnato nella nostra società (ecco ancora le “costruzioni mentali” di “senso comune” che ci ingabbiano nelle nostre “ragnatele mentali”).

Lasciando da parte un attimo il discorso che anche l’establishment ha indubbiamente le sue colpe, questo atteggiamento si viene a creare semplicemente perché è sempre stato più facile/comodo apprendere di “lavorare per i soldi”, specie se, in relazione al denaro, il sentimento prevalente è la paura. Di fatto, per la maggior parte dei casi è la paura a indurre molte persone a tenersi stretto un lavoro. La paura di non poter pagare le bollette, di essere licenziati, di non aver abbastanza soldi, di dover ricominciare da zero. Così molti diventano schiavi del denaro… e si arrabbiano con il loro capo.

Quasi tutti hanno un prezzo. E lo hanno a causa delle emozioni umane che chiamiamo paura e avidità. In primo luogo, il timore di essere squattrinati ci motiva a lavorare duro; poi, riscossa la paga, l’avidità o l’ambizione ci inducono a pensare alle cose acquistabili con i soldi. Così si fissa un “modello”. Ossia quel modello che consiste nell’alzarsi dal letto, andare al lavoro, pagare le tasse, rialzarsi dal letto, andare al lavoro, pagare le bollette… In questo modo, la vita è dominata per sempre dalle due emozioni, paura e ingordigia, e di conseguenza anche i nostri pensieri… finanche come pensiamo e interpretiamo la nostra realtà (che sarà quella che coerentemente ci si presenterà ogni giorno). “Pagateli meglio e perpetueranno il ciclo aumentando anche le loro spese”… siamo schiavi del sistema, di una razionalità vessatoria, dell’egotismo prodotto da emozioni allo sbando! Quando abbiamo pensato di trovare un lavoro -oltre a scegliere tra una limitata gamma di possibilità coerenti con ciò che abbiamo studiato a scuola- non lo abbiamo quasi mai fatto in funzione di una libertà personale-finanziaria, ma in cerca di una sicurezza: la sicurezza del posto fisso o di un reddito sicuro. Le Istituzioni inoculano la paura, in modo che la gente senta il bisogno di sicurezza.

Il problema è che noi, immersi nella caotica vita quotidiana, siamo abituati ad ascoltare solo la nostra mente e non una realecomprensioneper mezzo dell’intuizione emotiva. E la nostra mente lavora nel frastuono di se stessa. È come se fossimo in una discoteca in cui risulterebbe impossibile sentire il grillo della nostra coscienza finanche lo tenessimo in mano; mentre potremmo sentirlo anche a decine di metri di distanza se fossimo di notte in un bosco. Infatti, le intuizioni emotive appaiono nel silenzio, hanno bisogno di calmare la mente, di lasciare andare i pensieri più ponderosi, come non a caso insegnano le pratiche di meditazione trascendentale. Bisogna “ragionare”, non pensare, si tratta di una diversa “facoltà di pensiero”, è la “ragione”. Non abbiate paura… non è difficile.

 

Bisogna innanzitutto dire la verità… dirci la verità su come ci sentiamo. Non dobbiamo dirla a nessuno, solo a noi stessi.

Tuttavia, assumersi ogni responsabilità dei propri pensieri e delle proprie scelte con la consapevolezza che le esperienze che si vivono dipendono solo da noi può apparire estremamente impegnativo, è “scomodo”, sicuramente una grande responsabilità; meglio allora fare ed agire solo in funzione di tutto ciò che “tutti” sostengono sia “giusto” o “normale”… siamo dei codardi, lo so. È sempre la paura che ci frega!

In realtà, nel tempo, l’agire solo in funzione del senso comune e non della propria natura, delle proprie reali esigenze, si rivela non solo impossibile, ma distruttivo ed estremamente faticoso; sebbene sembri una scorciatoia, una paraculata godereccia: a lungo andare è la via più tremenda da sopportare, quella che ci metterà faccia a faccia con i propri rammarichi.

Di fatto, si finisce sempre per giudicare continuamente ogni cosa, si cerca di controllare, calcolare e prevedere tutto, di capire cosa gli altri si aspettano per poter soddisfare le loro aspettative o giustificarsi se non ci si riesce; a lungo andare, ottenere qualsiasi cosa è una lotta continua che richiede enorme impegno, capacità di calcolo, tattica e sforzo. Chi vive in questo modo ha sempre il desiderio di poter controllare o prevedere il comportamento di eventi e di chiunque (quello che la scienza vorrebbe fare con la natura..). Giudica con grande severità e spesso con disprezzo chiunque non abbia un comportamento consono al senso comune. Ogni cosa dev’essere confrontata, giudicata e classificata sulla base di schemi mentali e se le cose vanno male si cerca poi sempre la causa o il colpevole al di fuori di se stessi.

 

Così è nato il concetto di Satana, il responsabile di tutti i Mali (“è colpa sua!”, non certo nostra… è lui che ci seduce!). Non a caso però Dante, nel XXVII Canto de “L’Inferno” fa dire al Diavolo: «Forse tu non pensavi ch’io loico fossi!»; così come in un episodio del “Faust” di Goethe in cui Mefistofele, assunte le sembianze del professor Faust, suggerisce a una matricola, che chiede consigli per il suo piano di studi, di iscriversi prima di tutto a un corso di logica. Sono quelle logiche mentali infatti, che imprigionano la vita, sono quelle che ci snaturano rendendoci “dis-umani”. Quello è il Male.

La razionalità è certo utile all’uomo, eppure se diventa solo una “ratio” accecata, essa si trasforma allora in una giostra dell’orrore. Non a caso Albert Einstein affermava: «La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto!».

E così, tutte le misterosofie hanno sempre accostato il concetto del male a quella forza contrattiva che frena e sospende l’emanazione, l’evoluzione.. la creazione insita alla Matrice quantica dell’universo.

Tuttavia, si tratta di un processo naturale (i saggi asceti non giudicavano… niente in natura succede a caso) che senza dubbio, qualora fosse troppo caldeggiato ed emancipato, allora, e solo in quel caso, snaturerebbe appunto i “moti creativi” del processo evolutivo.

Quel favorire le “forze costrittive” infatti, secondo le misterosofie, creerebbe una concentrazione estrema di energie negative quantistiche, cioè opposte all’evoluzione, simboleggiate dai saggi appunto dal concetto di “demone”, che è una forza oscura, non è un’entità personale (come il Diavolo antropomorfo della nostra cultura, utile per scaricare le nostre colpe), è piuttosto un sentimento terrifico… il demone della paura, dell’odio, tutte le emozioniseparative”… –non a caso Diavolo viene dal greco “diabolè”, che significa “dividere”, mentre il suo contrario è “symbolé”, che significa unire!

Così se l’uomo si affida troppo ad una ratio esagerata, egli diventa un automa che ha venduto l’anima al diavolo, è come un’azzeccagarbugli che affabula sempre con i rigiri di parole pur di salvarsi dalla dannazione; quegli sproloqui tendenziosi atti a giudicare e costringere il nostro libero arbitrio.

Si tratta di un sentimento che è sintomo della PAURA; è infatti in balia di questa insicurezza (non a caso il serpente dell’Eden è lì per insinuare il dubbio… per mettere alla prova il libero arbitrio) che l’uomo sente il bisogno di controllare, comandare attraverso un freddo egotismo.. raziocinante e liberticida.

 

In fondo, la storia ci insegna che nel neolitico esistevano le società gilaniche, dove tutti erano felici in comunione con la Natura e in parità tra loro, poi vennero gli “Stati”: la “legalità” iniziò a far entrare l’uomo in una spirale di “razionalità formale” divagante. Ancor meglio: da quando con l’avvento della scrittura cuneiforme l’umanità perse il simbolismo della sacra scrittura ideogrammatica, per giungere quindi alla nascita della “razionalità filosoficapost-socratica, l’uomo stesso iniziò a fare un uso della “ratio” completamente tendenzioso… quasi “commerciale” potremmo dire.. La semplificazione portata dalla scrittura cuneiforme infatti, fu un’esigenza dettata dal commercio, del mercato… dell’analisi dei conti! Si sviluppò una mente analitica, a scapito dell’immaginazione intuitiva. Ma il segreto sta nell’equilibrio di queste due attitudini, non nell’esclusività tendenziosa di una sola delle due.

In sostanza, non stiamo qui criticando la “razionalità” in se, infatti, soprattutto nell’epoca moderna essa è stata una virtù efficientissima per la vita umana: per lo sviluppo e il progresso che ha portato alla collettività intera, sia ben chiaro questo. Come al solito è lo squilibrio che si critica, come amava dire Platone è la Ragione ciò che ci rende virtuosi, mentre è la razionalità formale portata al suo estremo che è invece diabolica e distruttiva! L’universo bilancia sempre il piatto. Sta nell’equilibrio la frequenza della beatitudine (..del “Nirvana” direbbero i buddhisti).

Quindi, è bene ricordare che: il demone, o il Diavolo come successivamente abbiamo usato chiamarlo noi, è la simbologia di una logica vessatoria, vale a dire una ratio ormai ceca, dunque insensibile. Così come Dio è invece l’energia cosmica più pura e fondamentale, ovvero l’Amore: l’immaginazione intuitiva, il “Simbolo” archetipico in assoluto. Trasfigurato nelle mitologie si tratta della “forma pura” concepita dall’esoterismo stesso con il concetto di “divinità”, il “Caos” primordiale, il Brahama, cioè Esseità cosmica –niente che abbia a che fare quindi con un’entità personale.

L’Essere divino è l’originale Campo Magnetico che ci tiene uniti (come appunto fa il magnetismo in fisica). Al contrario, il Diavolo altro non è che una vibrazione centrifuga ed entropica dissonante, la più fortemente disarmonica, quindi un’energia irrimediabilmente malsana e ingarbugliata, divisoria, caotica e distruttiva… che per il solo fatto di toglierci dalla retta via diventa la tentazione più seducente (vedi la simbologia del “peccato originale” per fare un esempio).

 

Tra l’altro, non ci sono possibilità di comprendere la vastità e la complessità di uno spazio quantistico nell’evoluzione dell’universo -finanche la nostra vita- con la mente logica, perché niente è come sembra, niente entra nello spazio ristretto di una mente logica… ecco perché alla fine il Diavolo è solo un’ingannevole tentazione. Sarebbe facilissimo liberarsene. È solo questione di volontà, ben determinata certo, si tratta infatti di una decisione risolutiva -le religioni parlavano di “fede”, al riguardo. In verità ciò significa che dobbiamo annullare il giudizio, per cercare piuttosto di essere nella vita.

Ecco che, quando si è nel flusso dell’energia evolutiva, ci si sente realmente liberi, estremamente più leggeri, superiori! Non si ha più paura, non si desidera più controllare gli altri, non si sente più la necessità di giudicare tutti e tutto, di confrontare tutto e tutti con i propri schemi mentali. La propria gioia non dipende più dagli altri. Il proprio equilibrio consente di fare scelte giuste anche solo sulla base delle proprie intuizioni.

Ci si libera dalle proprie paure quando la propria consapevolezza non è più solo quella di “se stessi”, del proprio corpo e della propria mente, ma della propriasensazione emotivo/quantistica e dell’intero sistema in cui si vive: quando si riesce ad apprezzarsi, ad amarsi incondizionatamente per quello che si è, accettandosi anche per quello che non si è o non si è riusciti a essere almeno fino a quel momento. Amando se stessi («Conosci Te Stesso», diceva l’Oracolo di Delfi), si può sviluppare una nuova consapevolezza e sensibilità: la sensibilità che permette di distinguere, quando si provano emozioni, se queste sono l’effetto d’informazioni che sono in sintonia con l’universo quantico e sincronico o se lo sono solo con il campo mentale e le sue paure. Ma soprattutto se lo sono con le persone che ci circondano, non dimentichiamoci che l’ “Om” orientale, considerato la vibrazione dell’amore cosmico (il “creatore”), corrisponde al mantra della Kabballah ebraica (identificato nel cosiddetto 30° Nome di Dio) dell’empatia verso gli altri, nel senso di fratellanza cosmica.. Infatti, per essere è necessario percepire, significa che “io sonosolo grazie agli occhi dell’ “altro“. Ecco che “Avam” secondo la Cabalà è la trentesima energia cosmica con cui l’Essere divino si evolve verso l’Infinito, anzi è la sua essenza primordiale. È il nome dell’amore universale, della perfetta simmetria tra Fuoco e Acqua. I cabalisti lo traducono con “Madre dell’Amore“, non a caso conduce al silenzio mentale e alla tranquillità del cuore. È il punto di equilibrio tra Amore e Forza. Questo Mantra indica l’Unità divina che scende gradualmente nello stadio della materia rettificata (la creazione..), e rappresenta il mondo in uno stato di totale protezione da qualunque attacco delle forze negative (il suo significato metaforico è: “parla e crea gli angeli“, dunque le essenze energetiche, soggettive/auto-coscienti, più vicine alla divina Legge Cosmica, ecco il mito degli “Angeli Custodi“: per l’antico esoterismo infatti, angeli, demoni ed entità varie sono solo licenze poetiche per esprimere concentrazioni di energie positive o negative). L’Avam è inoltre il germe vitale che si connette con l’ “utero” della produttività/creatività infinita dell’evoluzione. In ghematria (la scienza cabalistica che studia la Numerologia delle sacre lettere dell’alfabeto ebraico) il valore numerico di Avam è 47, cioè la frequenza energetica che ci tende all’annullamento dell’ego separato (il demone, o il Diavolo se preferite..).

 

La consapevolezza che si può sviluppare intuendo tutto questo, permette poi di avere il coraggio di seguire le emozioni e le intuizioni prodotte dal flusso dell’energia evolutiva (che è insita alla matrice morfogenetica dell’universo)… le intuizione cioè che ci permetteranno di realizzare la nostra vita e i nostri sogni, perché stiamo navigando lungo il fiume costruttivo della Matrice d’onda che ci rende, per natura, quello che siamo (o che vorremo essere)!

 

 

LE CONDIZIONI PER SFRUTTARE LE RECENTI SCOPERTE DELLA FISICA QUANTISTICA ED ENTRARE NEL FLUSSO DELL’ENERGIA EVOLUTIVA DELL’UNIVERSO. [ CONSIGLI PRATICI PER “REALIZZARE” LA NOSTRA VITA]

Allora, se desideriamo realizzare qualcosa di positivo o i nostri desideri, quando osserviamo il mondo e la nostra vita:

1) pensiamo a quello che vorremmo essere, a quello che vorremmo fare e avere. Cosa importante: pensiamolo in senso positivo. Perché laddove si focalizzerà la nostra interpretazione partirà la creazione della realtà.

Quindi, non dobbiamo dire: “io non voglio avere più debiti”, perché in quel modo ci stiamo focalizzando sui debiti, generando nell’inconscio la paura dei debiti, dunque la sensazione sbagliata, dobbiamo invece concentrarci su ciò che vogliamo. Potremmo piuttosto dire “io voglio vivere con un sacco di soldi”, dire questo, ci predisporrà verso sensazioni positive, dunque costruttive, più idonee per creare la realtà che desideriamo. E così, non siate “contro la guerra” ma siate a “favore della pace”; non siate contro la fame nel mondo, ma per l’abbondanza di cibo per tutti. Spesso siamo abituati a dire “Non me lo posso permettere”. Sarebbe meglio invece dire: “Come posso permettermelo?”. È sull’abbondanza che dobbiamo concentrarci… e semmai ragionare.

 

2) Pensiamo spesso a ciò che desideriamo finché non ci saremo chiariti appieno le idee.

 

3) Poi, quando avremo raggiunto tale risultato, non dobbiamo pensare ad altro –dobbiamo fermare i pensieri, perché sta proprio nell’assecondare troppo il pensiero il vero pericolo; se non stiamo davvero “ragionando”, allora, si tratta solo della solita “diabolica” ragnatela… sempre in agguato, come abbiamo spiegato poc’anzi.

Allora, una volta che abbiamo ben chiaro cosa vogliamo, non dobbiamo immaginare nessun’altra possibilità.

Scacciamo tutti i pensieri negativi dalle nostre costruzioni mentali. Sbarazziamoci di ogni pessimismo. Abbandoniamo qualunque dubbio. Respingiamo la paura, ossia la frequenza che più di tutte rompe la comunicazione tra le vibrazioni cardiache e quelle cerebrali (vale a dire la demoniaca e tentatrice energia dissonante, che separa il cuore dall’anima).

Ma perché vi dico questo? Perché abbiamo le prove di tutto ciò anche in casa della scienza. Certo, stiamo ancora parlando di teorie, pseudoscienze, come le chiamano gli scienziati da manuale, già pronti a confutare qualsiasi teoria, anche nel nome di quel “falsificazionismo” alla Popper, ma forse oggi siamo di fronte ad una razionalità della comunità scientifica che non riesce ancora ad abbandonare le proprie certezze, ormai vetusti “schemi mentali”, appunto, che non ne fanno intuire altri..

Queste nuove teorie sono piene di errori se vengono viste dal punto di vista del vecchio paradigma, ma esse in realtà, rivalutano talmente tanto la realtà che all’interno delle sue nuove “leggi di natura” ogni calcolo torna perfettamente. Si tratta di un nuovo punto di vista, efficace anzi, come mai prima, a spiegare tutto della realtà. Per questo fatto, sarà il nuovo paradigma scientifico del futuro. Servirà un ricambio generazionale nella comunità scientifica prima di trovare nuovi scienziati abituati a ragionare secondo queste nuovevisioni del mondo“.

 

Ebbene, gli effetti sulla nostra realtà dei pensieri e delle emozioni trascendono lo spazio e il tempo. Gli esseri umani sono ricevitori e trasmettitori quantistici. Nessun pensiero è locale: dal momento in cui un pensiero viene creato, è già dappertutto simultaneamente. Come la luce anche noi emettiamo fotoni. Il pensiero intenzionale conscio (cioè emozionale) è la carica elettrica del campo quantico. Quando pensiamo quindi, gli effetti non avvengono nella testa ma nel Campo energetico sottostante e ogni volta che pensiamo lo stiamo modificando.

L’intenzione con un obiettivo specifico, richiede un focus iniziale seguito da un distacco. Prima pensi intenzionalmente a qualcosa, poi te ne distacchi e quel qualcosa accade. Anche perché, la creazione, il momento quantico, è un istante! Essa non viaggia secondo il nostro tempo sensibile, ma oltre la velocità della luce, come nelle particelle subatomiche.

Non è facile mantenere fisso un pensiero senza essere influenzati dall’ambiente. Tutto è in continua evoluzione, tutto è fluido, scorre ed è mutevole e quindi fortemente influenzabile. Solo se spegni temporaneamente le tue aree sensoriali e rallenti la tua mente, la tua coscienza e la tua attenzione cosciente sono in grado di focalizzare intenzionalmente un obiettivo.

Focalizzare, meditare, quindi: concentrarsi sull’intenzione.

Quando si arriva ad essere centrati, bisogna mettere sul lobo frontale la nostra idea e visualizzarla/immaginarla attraverso la sensazione che proveremmo nel momento stesso in cui dovessimo godere davvero di quell’idea.

Di fatto, l’atto di “visualizzare” sta già creando l’evento! I ricercatori dimostrano che il “sognatore” che si distacca dall’ambiente, visualizzando il suo sogno e vivendolo in quel mondo, si protende per realizzarlo modificando la funzione d’onda. Perciò, l’azione è un aspetto del tutto secondario rispetto alla visione, e la visione deve essere sempre accompagnata (e spesso è quasi inevitabile..) dalla relativa sensazione positiva che associamo al desiderio/visione che si sta immaginando.

Ciò che bisogna tener presente dunque è che ogni pensiero e ogni emozione sono un allineamento ad una precisa frequenza che, per effetto dell’elettromagnetismo, stiamo attirando nella nostra vita. Quanto più determiniamo con chiarezza, passione e costanza i nostri sogni/obiettivi, tanto più li attiriamo velocemente. Per raggiungere un obiettivo dobbiamo prima definirlo, e dunque provarne la sensazione positiva, con la massima chiarezza. “Io sono la gioia”, “sto bene con me stesso” per esempio sono pensieri chiari, specifici, intenzionali.. Se il mio problema è stare bene con me stesso, è proprio in quel caso che dobbiamo affermare con positività: “io sto bene con me stesso!“.

In sostanza, dobbiamo disciplinare la nostra mente perché si attenga strettamente al pensiero creativo originale… e nel farlo, fiorirà l’emozione assoluta.

 

4) In questo modo, quando i nostri pensieri saranno limpidi e incrollabili, dobbiamo iniziare ad esprimerli come verità. Dobbiamo pronunciarli ad alta voce.

E’ qui che anche la “parolaacquista finalmente la sua forza, come lo è per i Mantra orientali o nel linguaggio sacro insito alla Kabballah ad esempio. Come quando un attore riesce a rendere un testo vivo, emozionante..

Non a caso, recentemente un èquipe di ricercatori russi ha scoperto che il linguaggio umano segue la stessa sequenza e struttura organizzativa che caratterizza il nostro Dna, ecco quindi dimostrato scientificamente come sia possibile che le vibrazioni sonore di certeparole sacrepossano influenzare sul nostro Dna e dunque sui processi comunicativi che passano per i centri nervosi del cuore e del cervello.

Compreso questo, possiamo servirci della grande autorevolezza che suscita il potere creativo dell’Io sono“. Non a caso la Cabalà insegna che Yahweh si definiva: «Io Sono l’Io Sono» (un passo esoterico ed iniziatico importante anche per capire che Dio siamo noi! Non a caso l’Oracolo esortava: “Conosci te stesso” ..e conoscerai l’universo, Dio).

Dobbiamo infatti dichiarare chi siamo e che esistiamo di fronte al mondo (e scoprire chi siamo.. sarà naturale!), tutto questo è il senso della mitologia biblica. L’intera tradizione esoterica e mistica ci insegna questo. Scoprire noi stessi e svelare il nostro talento, per scoprire quindi gli altri, e di conseguenza l’universo intero.

Lo studio della Bibbia da parte dell’antica tradizione esoterica ebraica, ovvero la Cabalà, ce lo dimostra: infatti, “Io sono” è la dichiarazione creativa più forte in tutto l’universo. Qualunque cosa noi diciamo dopo le parole “Io sono”, mette in moto queste esperienze, le suscita, le porta a noi. Non esiste altra via della quale l’universo abbia nozione circa il proprio funzionamento. Non esiste altra strada da prendere di cui esso sia a conoscenza. Perché attraverso le particolari vibrazioni di quell’emotività si sta confluendo nelle più fondamentali leggi della fisica, che in ogni caso ci compongono fin nel Dna.

Si è scoperto che recitare quelle parole, con l’appropriato temperamento emotivo (con la giusta “pronuncia” direbbero i cabalisti), ci tocca e risuona di una frequenza vicinissima alla matrice d’ondaè una questione di vibrazioni, non è magia, è fisica! Come diceva Neale Donald Walsch: «L’universo risponde alle parole “Io sono” come risponderebbe il genio della lampada». Anche la fumosa moda della cosiddetta “legge di attrazione”, di cui oggi si sparla tanto, afferma questo concetto, un concetto identico a ciò che tutte le misterosofie tramandano da millenni, e che oggi la scienza sta confermando. Albert Einstein affermò: «Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c’è un’altra via. Questa non è filosofia. Questa è fisica».

Usate questa legge, vi prego, non per diventare miliardari o scopatori incalliti, come spinge a fare spesso la new age commerciale, ma per “realizzarevoi stessi, “essere” se stessi… poi se questo comporta soldi e gnocca, tanto meglio! Ma sarà inevitabile! Alla faccia delle élite di potere!

 

Per concludere, quando vuoi qualcosa dalla vita,

> innanzitutto devi rilassarti, e “notare” cosa provi in quel momento <

> poi devi portare l’attenzione sul cuore e mantenerla lì, magari anche posando una mano sul petto <

> Dopodiché, respirando in modo naturale, devi immaginare di inalare una sensazione di calma attraverso il cuore stesso, come se sentissi il suo respiro, questo ti farà sentire molto meglio <

> Infine, dichiara il tuo “Io Sono“, e dì chiaramente cosa vuoi in prima persona e in modo diretto: fallo come se avessi già in mano quella cosa che tanto desideri, devi provare a sentirti come se già stessi vivendo quell’esperienza con tutto il tuo cuore, immaginati la situazione che desideri, al presente.. Ci sei dentro! La scienza dimostra che il cervello non fa differenza tra la realtà vera e vissuta e ciò che si immagina, le risposte magnetiche delle onde cerebrali sono le medesime in entrambi i casi! E poi, non dimenticare mai, che il fattore importante è la sensazione, è quella che muove l’energia di cui hai bisogno… che risuona e dunque attira quella “cosa” che stai desiderando <

> Successivamente, non pensare a nient’altro e vivi rimanendo incantato da quella stessa gioia di vivere, abbandonati a quel sentimento di entusiasmo appena provato, porta nella quotidianità della tua vita quell’emozione d’amore appena provata, ma non quella in senso “romantico”, come abbiamo già detto pocanzi, ma al flusso dell’energia cosmica: al tuo istinto -che allo stadio essenziale è la “cosa” più vicina alle vibrazioni del campo elettromagnetico dell’universo, ergo all’estemporaneità dell’esperienza, al presente <

 

Per capirci, bisogna sposare il famoso principio taoista dellanon-azione”, inteso in realtà nel suo profondo significato di “agire secondo natura in accordo con il cosmo”. Questa “azione non azione“, paradosso cardine di questa filosofia orientale, non è certo un invito alla passività o al darsi al piacere sfrenato senza aver cura di ciò che facciamo, quanto piuttosto ad “agire senza artificiosità”, a seguire il proprio Se, senza l’artificioso intervento della mente, della logica che giudica in modo arbitrario (senza dunque recitare ruoli che non ci appartengono o perseguire obiettivi che ci sono estranei e alienanti). Quando l’individuo si accorda all’armonia dei campi elettromagnetici che vibrano nella Matrice quantica dell’universo, seguendo il proprio (il suo “talento“: la sua naturale abilità), senza sovrapporgli artifici, e quindi dando libero sviluppo alla sua particolare natura: l’azione diventa allora senza sforzo, in questo senso “non-azione”. E così, da li a poco… i nostri sogni diverranno realtà, garantisce la scienza, e non solo lei se è per questo.

Mettiamoci il cuore… e, saliamo il primo gradino con fiducia, non occorre vedere tutta la scala..

Fatale

 .

«Si deve imparare dalla Natura. L’uomo è anche un organismo. La quercia fa molte ghiande, ma la possibilità di diventare alberi esiste solo per poche di loro. La stessa cosa accade all’uomo; molti nascono, ma solo pochi crescono. La gente pensa che questo sia uno spreco, che la Natura sprechi. Non è così. Il resto diventa fertilizzante, ritorna nella terra e crea possibilità per un maggior numero di ghiande, di uomini, di alberi… per un maggior numero di uomini autentici. La Natura dà sempre, ma dà solo possibilità. Per diventare una vera quercia o un vero uomo, si deve fare sforzo».
(Fritz Peters – “La Mia Fanciullezza Con Gurdjieff”)

 .

.

 Fonti:

Niels Bohr, Alain Aspect, James Jeans, Costa de Beauregard, Eddington A.S., Amaury De Riencourt, Trinh Xhuan Thuan, Eugene Wigner, Deborin Abram, Roger Sperry, John Carew Eccles, Eric Nestler, John Hagelin, Gregory Bateson, Roger Penrose, James Jeans, Jacob Needleman, Vittorio Marchi.

G. Gamow (“Trent’anni che sconvolsero la fisica” –Zanichelli), E. Newth (“Breve storia della scienza” –Salani Editore), R. Gerber (“Medicina vibrazionale” –Lampis), C. G. Jung (“La Sincronicità” –Bollati Boringhieri), F. di Trocchio (“Le bugie della scienza” –Oscar Saggi Mondadori), B. Hoffmann (“Albert Einstein creatore e ribelle” –Tascabili Bompiani), F. Coppola (“Il segreto dell’universo” –Istituto Scientia), F. Capra (“Il Tao della fisica” –Adelphi).

– Neurobiologia delle emozioni: Jaak Panksepp, Joseph LeDoux, Antonio Damasio.

 

 

– “Mettici il cuore! (Vol. I)

– “Mettici il Cuore (Vol. II)

– “Mettici il Cuore (Vol. III)

 

Non fate caso alla solita zolfa new age (e soprattutto alla sua relativa tendenziosità..) di alcuni dei video qui sotto selezionati (usati solo perché “traduzioni” più comprensibili, in certi casi, di asserti e teorie scientifiche); si tratta in realtà di trasposizioni interessanti sulle Leggi di Natura che ci hanno “messo al mondo”:

Il modello non è la realtà

La “coerenza” del sistema cardiaco: l’intelligenza del cuore

Il campo magnetico del cuore

“Coerenza” emotiva e co-creazione della realtà

Le modificazioni epigenetiche

Libertà di cambiare

La potenza della focalizzazione del pensiero

http://youtu.be/dXV-SFyotu4

La morte non esiste… l’energia si trasforma

La forza del pensiero

Psicosomatica e creazione della realtà

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19 Comments

  • questo blog è sempre interessantissimo. anche questo argomento è stato trattato in maniera originale, chiaro e innovativo! soprattutto per la differenza che appunto si fa sulla rilevanza delle sensazioni (oltre che dei pensieri)..

  • sono un fisico classico, ma devo dire che le argomentazioni usate dall'autore per prevenire eventuali critiche dalla fisica ufficiali sono molto penetranti… bisogna cambiare visione del mondo, se tutto ciò è vero.
    complimenti, lo ammetto! 😉

    • anch'io ho seguito questi articoli e se da una parte i contenuti scientifici lo rendono un trattato specifico su queste tematiche dall'altro si capisce che l'intento di fatale è quello di parlare dello sviluppo delle potenzialità umane attraverso l'uso della volontà e delle emozioni. se lo considero per quest'ultimo aspetto, è senz'altro uno degli articoli riguardanti la famigerata legge dell'attrazione migliori in circolazione (ho apprezzato il fatto poi che fatale non nomina mai la definizione "legge dell'attrazione" prendendo chiaramente le distanze dalla new age e da questi nuovi movimenti Pnl). Se invece lo consideriamo un trattato (pseudo)scientifico, è chiaro che nello specifico le argomentazioni contengono tutti gli errori che la scienza ufficiale addebita a queste nuove teorie scientifiche. Tuttavia abbiamo visto che fatale difende queste teorie parlando di epistemologia, classificazione orientata e costruzione dei dati, secondo un nuovo paradigma e visione del mondo che abbisogna di essere adottato per avallare queste teorie. da questo punto di vista servirebbe un dibattito scientifico (che è poi quello che descrive appunto fatale in seno alla comunità scientifica di oggi) ma è altrettanto esaustivo ciò che l'autore precisa nell'incipit di ogni capitolo: "io non sono uno scienziato, sia chiaro.. sono solo uno che sperimenta su se stesso quello in cui crede".
      Perciò, sta a noi credere in ciò che "sentiamo" vero… e questo torna a dar ragione all'intero discorso di fatale

  • nessun libro sulla legge dell'attrazione che ho comprato finora vale come questo speciale, per la sua onestà intellettuale e speculativa su questi argomenti.
    meraviglioso uki!

  • quest'ultima parte a mio avviso è meravigliosa per le sue digressioni filosfoche e per come riesce a spiegare l'avvicinamento delle scienze moderne alle antiche tradizoni esoteriche. incredibile sono le analogie con il concetto del Male, del diavolo, ecc… c'è il msenso della vita in questo articolo grandioso.

  • se il Vol. II è una eccezionale spiegazione del nuovo paradigma della fisica quantistica, questa ultima parte è una meravigliosa guida all'uso di queste leggi di natura. cercherò di far tesoro di tutto questo.grazie UKI

  • "…la forza dell’odio, della paura, così come dell’amore e delle passioni, sono per l’essere umano potenti, reali e condizionanti tanto quanto la forza di gravità, l’elettromagnetismo o la forza nucleare. Sono forze reali che ci toccano, in ogni istante. Sono delle forze della natura entrambe… fanno parte dei “moti” della vita, ogni emozione è uno strusciarsi di quanti. …" questa è un'innovativa argomentazione secondo me inconfutabuile! anche dall'esperienza

      • così come: "La luna può essere mezza, può essere tonda… ma, ché se ne dica, non è mai storta! È una legge di natura!"
        vecchio cavallo di battaglia di Uki, e da un po' anche il mio… 😉

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