Maurizio Chi: il suo viaggio dalla Sicilia all’Australia, passando per terre e suoni inesplorati

Il nuovo album in dialetto del cantautore siciliano: un viaggio artistico a riscoprire le proprie radici

Maurizio Chisari, in arte Maurizio Chi, nasce in Sicilia nel 1983. Le influenze artistiche e sonore sono di casa, i genitori di Maurizio sono insegnanti di danza, avvicinandosi sin da bambino sia alla danza che alla musica tant’è che ad oggi svolge due lavori, quello di autore e cantautore e quello di paratore atletico per danzatori.
Crescendo si avvicina alla musica ed alla sua propensione verso la scritta, inizia così a partecipare a diversi concorsi, Radar, AlscoltAutori, Premio Fabrizio DeAndrè, Area Sanremo, tra cui anche il concorso per autori “Genova x voi 2016”, che lo porta a diventare autore per Universal Music Publishing.
Nel 2016 esce il suo primo album dal titolo “Due” anticipato dall’uscita dei singoli: “Gli occhi al mare”, “Malintenti”, “Nudo” e in ultimo “Bianco”. Nelle principali città italiane si esibisce per un totale di 30 date che lo vedono protagonista per due anni nella presentazione del suo album d’esordio tra club, piazze e teatri.
Al culmine di questo viaggio esplorativo dell’Italia e della diffusione della sua musica, Maurizio Chi veste i panni del protagonista nel tour “Musiche in miniatura”, itinerante in dieci regioni della penisola, nei teatri storici più piccoli e belli d’Italia del quale è anche ideatore, al suo fianco una band internazionale.
Nell’era del crowdfunding Maurizio registra il suo primo album in inglese, regalando ai partecipanti della raccolta la possibilità di assistere, dal vivo, alla presentazione dell’opera che infondo è in arte anche loro.
La pubblicazione dell’album prevista per il 2020 viene rimandata ed intanto Maurizio si trasferisce in Australia a Sidney, dove attualmente vive.

Pochi mesi dopo il suo arrivo incontra il mandoloncellista e chitarrista australiano, con sangue siciliano nelle viene Luke Wright (la nonna dell’isola di Lipari). Questo incontro non può che accende la scintilla e porta ad un cambio di rotta per Maurizio, che desidera sperimentare le sue origini, la sua natura vera da siciliano.
Il 21 aprile viene presentata al pubblico “La Jaggia“, il singolo che anticipa l’album “D’amuri e raggia”, uscita completata il 21 maggio 2021.
Il progetto è interamente in siciliano, frutto di ricerche e sperimentazioni, studiate, captate e incollare tra di loro in terra australiana da Maurizio e Luke. Registrato presso lo studio Damien Gerard Sound Studios nella Central Coast con la supervisione dell’ingegnere del suono americano Andrew Back. A collaborare alle registrazioni anche il batterista e percussionista australiano di origini libanesi Micheal Nouri. Il mastering del disco, invece, è stato realizzato presso gli studi King Willy Soundin Tasmania.

D’amuri e raggia” (“D’amore e rabbia”), è introspettivo ma racchiude in sé una visione molto articolata ed allo stesso tempo lucida della vita, una visione che accomuna tutti noi, una sorta di rappresentazione di come, queste emozioni, debbano necessariamente fondersi per permetterci di sentire la presenza della vita e con esse la possibilità di un attimo di felicità.
L’amore di cui parla Maurizio è un amore che si adatta, cambia, non una sola ed unica forma di amore, ma più facce di un prisma su cui permettere al sole di battere per creare la giusta rifrazione di luce che genera colori, colori di cui l’amore si compone.
Questa volta Maurizio canta l’amore per sé stessi e la consapevolezza che se quello che crediamo amore ci rende infelici, per quanto doloroso e faticoso possa essere il processo di separazione, la scelta migliore è quella di lasciare andare, per quanto, per lasciare andare sia necessario coraggio e amor proprio.

In “D’amuri e raggia”, produzione e scrittura fanno passi avanti, si allontana dalle tradizioni folk, ma non perde i tratti distintivi delle sfumature siciliane che identificano Maurizio.
Il dialetto in questo caso non rappresenta un arcaico ricordo del passato, ma è un linguaggio musicale contemporaneo ed in continua evoluzione.
Composto da otto tracce, il disco si presenta come un concentrato di tracce fatte di sperimentazioni e fusioni culturali, musicali e strumentali. Maurizio Chi ha deciso di fare a meno del suono elettronico, per creare in studio concedendosi la possibilità di suonare ogni strumento sfruttando, esaltando e scoprendone potenzialità e bellezza.

L’aceddu intra na’ jaggia si nun canta d’amuri canta raggia”/“Un uccello dentro una gabbia se non canta d’amore canta rabbia”.
Questo proverbio siciliano ispira Maurizio nella stesura e produzione del primo brano del suo ultimo album “La Jaggia”, una frase racchiude il suo tormento, il fulcro delle sue scelte e della decisione di andar via. Scritta durante la pandemia la canzone esprime la “prigionia”, non intesa come privazione a cui tutti noi stiamo stati costretti nel nostro ultimo anno, ma è più una dedica a tutte quelle persone che faticano a conquistarsi la propria libertà e scegliere di dire basta e cambiare pagina, aprendo la propria gabbia.
I suoni sono delicati e cadenzati, una litania che invoca un senso di libertà da cercare fuori dai muri di una prigione si cui spesso, siamo noi stessi a costruirne i muri.
Con L’ossa co’ Sali“, Maurizio parla fuori dai denti, non le manda a dire ed usa la musica come mezzo per diffondere l’idea che l’invidia è uno dei muri portanti della chiusura mentale del nostro tempo. È una traccia acustica, “l’ossa co’ sali”/”Le ossa con il sale” è una frase siciliana con cui Maurizio racconta di sé rivolgendosi anche a qualche collega che ha avuto da ridire sul suo trasferimento all’estero.
Empatica ed emozionante, “Ammenzu l’Africa” è il racconto di Maurizio e del suo provare sulla pelle la sensazione di sentirsi immigrato in Australia, tanto da comporre un brano per tutte le persone che dall’Italia sono andate a vivere all’estero. Con un ritmo leggero e delicato racconta le scelte di chi parte per sé stessi e par la famiglia sacrificando il suo tempo, che come spiega Maurizio è l’unica ricchezza che hai.
Si lascia ascoltare serenamente, un sottofondo che ti fa ballare ma pensare che spesso le nostre libertà sono il risultato di sacrifici di qualcun altro.
Allazzarimi i scarpi” è soave e delicata, poche note, precise e taglienti. Non è una canzone, è qualcosa di più, un insegnamento, una lezione di vita. Maurizio scrive questa canzone quando ha soli 18 anni ma la pubblica in un album che può esaltarne suoni, parole ed emozioni.
“Allazzarimi i’ scarpi” /”Allacciarmi le scarpe” è una poesia di pochi versi in cui tutti gli insegnamenti della madre vengono concentrati in ciò che Maurizio ha dovuto imparare fin da subito, l’indipendenza.
Ultimo dei brani è “A’ comu jègghiè“. Già contenuta nell’album “Due”, “A’comu jègghiè”/”Cosi come viene” trova una collocazione perfetta nel nuovo album, un brano contro il razzismo e la discriminazione, racconta l’accettazione delle culture diverse quando si è ospiti di una terra che non è la propria cosi come accade nella nuova vita di Maurizio in Australia.

Un album che si lascia ascoltare, ti porta in giro per il mondo nel suo mix di culture e suoni. Leggero nei suoni ma forte nel messaggio che trasmette, una lettera, una poesia e un racconto di come le prigioni mentali e fisiche sono il primo ostacolo alla nostra possibilità di vivere nelle libertà che desideriamo, ma che spesso siamo noi stessi ad allontanare.

Anna Mimmo

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