. «…Ci sono cose brutte in giro e a volte non mi basto più
Tu sei la mia Beatrice ispirami l’anima
Tu sei il mio capogiro e provo la vertigine
di sentirmi vivo nella tua luminosità…»
I Marlene Kuntz sono tornati, il 27 Agosto 2013 è uscito il loro nono album: “Nella tua luce“.
Sono tornati per fare delle possibilità offerte dalla rete un mezzo di promozione da usare e assoggettare al loro nuovo mood, meno imbronciato e più in sintonia con i tempi. Sono tornati per promuovere a tutto spiano il loro primo disco interamente autoprodotto. Sono tornati per dirci, a quanto pare, che quello che conta è il modo, come sempre del resto.
TrackList:
Nella tua luce: Una dama visita i poeti, illuminando l’istante inesteso dell’ispirazione. Bei suoni.
Il Genio (L’importanza di essere Oscar Wilde): Strali, invettive e teorie folgoranti. Tiratissima. (Vedi anche: Harold Bloom. “Il Genio“. III Binah. Lustro 6. Oscar Wilde. Pag. 296 – 302). Secondo singolo del disco.
Catastrofe: La luce nera della differenza è un cono invisibile, invincibile, che ci divide dall’altro. Ispirata. Una delle migliori del disco.
Osja, amore mio: Osja e Nadja. Poeta e Musa. Divisi e uniti da un amore invincibile, capace di sopravvivere alla storia e i suoi orrori. Pathos e armonie ad altissimi livelli.
Seduzione: Declinando la seduzione. Altri non si sarebbero nemmeno azzardati. Frastuono ritmico.
Adele: Tutto finisce, per antonomasia l’amore. Mai all’unisono. Un nuovo classico.
Su quelle sponde: Allontanarsi nelle combinazioni, presi nel ritmico agitarsi delle allitterazioni, ulissidi fra i marosi delle variabili, veleggiando sugli specchi, come chiamati alla forma. Notevole.
Giacomo eremita: Un divertissement.
Senza rete: Giù, squassando l’aria, alla velocità della luce. Poderosa.
La tua giornata magnifica: In un gioco di apparenze dissimulate la protagonista di questo brano pur mostrandosi radiosa cela un male oscuro e divorante. Meno immediata ma di buonissima caratura.
Solstizio: Il sole allo zenit spinge l’ombra a coincidere con il corpo, rovesciando il panico nell’atonia poetica. Donne. Hemingway. D’Annunzio. I suoni del passato, l’attitudine del presente. Primo singolo.
Al di là dei meriti che i Marlene Kuntz hanno accumulato negli ultimi 20 anni, dimostrando di essere fra i gruppi nostrani quello che più di altri ha saputo rileggerela migliore tradizione, vestendola di suoni taglienti e liriche cariche di mestizia, anche durante questa prova i kuneesi non hanno deluso. “Nella tua luce” è un disco adulto, carico di quella rara alterità fuori moda, assolutamente necessaria per fare del limite un confine, e produrre nell’ascoltatore uno scarto individuale. Uno scarto ottenuto anche questa volta attraverso la ricerca dei suoni, a cui si sono aggiunte, nel tempo, le tante influenze letterarie che hanno fatto dei testi di Cristiano Godano una scomodissima unità di misura.
Insomma, mettendo da parte lo scetticismo che li circonda da un paio di anni, possiamo dire che questo album mostra un suono compatto eppure screziato, in grado di rivelare l’unica verità in possesso dell’arte, la verità dello stile.
«…Saranno un canto di sirene,
un dolce suono in bolla magica
per ingannare l’inquietudine
di una pace assai probabile,
Certo mi conoscerò,
sempre un poco più di prima,
probabilmente schiverò
l’eventualità meschina della mediocrità…»
Piero Maironi
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