L’uomo/cyborg: Tecnologia & Natura…

«Noi creeremo nel Cyberspazio una civiltà della Mente»: dalla "Dichiarazione d'indipendenza del Cyberspazio" di John Perr

Dai robot futuristi fino al cyborg: ibrido genetico e modello estetico attuale. Di fatto, tecnologia e natura entrano in rapporto molto più stretto tra loro se parti di macchina vengono impiantate sull’uomo. Un uomo nuovo? Un uomo macchina? Un superuomo? Solo leggende e fantasticherie di cinema e tv o un rischio reale? Ormai questa idea circola nelle nostre menti da più di un secolo. Pare che la possibilità di fare del bene lasci sempre uno spiraglio al caos, che qui equivale alla perdita di umanità.

 

Tecnologia e natura, o anche macchina e uomo.

Diciamo che se vogliamo restringere il campo, possiamo concentrarci su questi due protagonisti. Precedentemente abbiamo visto come l’uomo può essere aiutato dalla tecnologia anche nella sua vita di tutti i giorni. E sicuramente non c’era da discutere, mettendola in dubbio, sulla convenienza dell’intervento della tecnologia.

Ora concentriamoci però sul rapporto macchina-uomo e decliniamo i diversi rapporti: macchina e uomo, uomo macchina, macchina per uomo. Tecnologia e natura, nel modo da noi indagato, rispondono a quest’ultimo tipo di rapporto, che vede la/le macchina/e al servizio dell’uomo, per rendergli migliore la vita o comunque aiutarlo nelle sue attività. Se affrontiamo gli altri tipi di rapporto, ci accorgiamo che dire “macchina e uomo” è un po’ troppo generico e che forse è meglio parlare direttamente di “uomo macchina“. Già avevamo introdotto questo argomento, affrontando il tema tecnologia e natura, parlando dei ‘Cyborg’, anche serie animata degli anni Ottanta. Non ci eravamo potuti esimere dal fare un cenno anche all’evenienza del fatto che l’uomo potesse farsi sopraffare dalla tecnologia. La strofa ricordata diceva «Nessuno e tutti, tutti e nessuno..», potrebbe essere questo un cenno sulla possibilità di perdita della propria umanità se l’uomo si lascia sopraffare dalla macchina? Se l’uomo diventa cyborg, la componente umana dove va a finire?

Perché ci poniamo queste domande? Perché limitarci a parlare di tecnologia e natura è limitante, in quanto abbiamo visto come i rapporti si coniugano nei modi più diversi e perché ormai l’immagine dell’uomo macchina è entrata a far pare della nostra fantasia e della nostra cultura e della nostra estetica.

Siamo qui riuniti per ripercorre la storia della figura dell’uomo macchina che è entrata a far parte della nostra fantasia.

  • Il primo essere che riuniva in sé le qualità della macchina fu creato e immaginato da Marinetti, il padre del Futurismo, agli inizi del Novecento. Tecnologia e natura nell’uomo macchina si fondono con le idee nietzschiane dell’oltre-uomo. Simbolo di immortalità e perfettibilità, la macchina diventa per l’uomo il mezzo grazie al quale egli può andare oltre i propri limiti. E così questa idea entrerà a far parte dell’immaginario collettivo e permarrà in tutto il Novecento.
  • Ancora nel primo dopoguerra infatti, Marinetti ripropone il tema tecnologia e natura creando dei personaggi ibridi, degli uomini macchina che saranno riproposti anche dal regista Deed nel film “L’uomo meccanico“, in cui i robot diventano rappresentanti addirittura del bene e del male.
  • Ovviamente le espressioni di questa tematica non si erano fermate qui e non si fermeranno qui. Con gli uomini-robot si vuole riflettere sulla nuova estetica dell’uomo durante la crescita industriale e la possibilità dell’uomo di umanizzare la macchina sfruttandone al contempo la sua incorruttibilità.
  • Da qui si arriva, verso la fine degli anni Venti, ad introdurre anche il tema del robot che assume sembianze umane, quindi del robot che si traveste da uomo, più che dell’uomo che si traveste da robot.
  • La commistione fra tecnologia e natura intorno agli anni Cinquanta trova nuova visibilità nei racconti di Asimov.
  • Ma sarà solo negli anni Ottanta che avranno grande successo e diffusione grazie al film “Blade Runner“.

I cyborg infatti fino ad allora erano stato assimilati molto ai robot. Invece adesso l’idea è molto diversa, in quanto l’uomo si è impossessato delle potenzialità della macchina, presentandosi però ancora agile nella sua umanità.

  • Sempre a quel periodo infatti risale l’opera “Ranxerox” di Stefano Tamburini.
  • Passando attraverso operazioni di fusione forzate come in “Robocop” o “Terminator“, dove la fusione fra tecnologia e natura è molto più naturale, abbiamo, come già detto, “Blade Runner” come prima espressione di questa naturalezza e spontaneità.
  • Insieme all’opera “Videodrome” di Cronemberg, del 1983, possiamo in maniera critica constatare come il cyborg sia un’espressione della società, del flusso comunicativo e quindi quasi spontanea.

Eccoci allora al vaneggiato, ma forse non tanto lontano, nuovo stadio evolutivo dell’uomo.

Dall’impiantare una mano meccanica per aiutare qualcuno che è privo di questo arto, al potenziamento macchinoso di uomini da utilizzare magari come macchine da guerra, pare di essere un po’ nella situazione descritta nella serie tv “Dark Angel“, il passo è breve? Il rapporto tra tecnologia e natura è indagato da quella disciplina che dovrebbe guadarci le spalle e che prende il nome di bioetica? Io non lo so, ma se così non fosse, allora dovrebbe!

Roberto Morra

 

Share Button
Written By
More from Roberto Morra

Land Art: fusione tra creatività, ambiente e leggi della natura

Una forma d'arte nata negli anni Sessanta per esaltare il rapporto tra...
Read More

8 Comments

  • seee.. la bioetica. è sempre in mano agli uomini, gli stessi che rischiano di trasformare tutto in robot,così come la politica in corruzione

  • ho letto con interesse l’articolo.
    Mi sono venuti alla mente molti film e racconti, nonche` videogiochi che trattano proprio questo tema (la serie Deus Ex per esempio…).
    io sinceramente non sono molto orientato a questa “automazione”, nonostante io lavori in questo campo da oltre 25 anni.
    Credo che l’uso di impianti, per fini medici sia valido, ma quando si tratta di usarli come “potenziamento” oppure per diventire immortali, allora non mi piace piu`. Mi sembra una aberrazione del naturale ciclo della natura, della vita stessa.

  • credo anch’io che la fusione sinergica tra artificialità e natura sia un argomento sempre più rilevante oltre che invasivo nella società odierna. la maschera fantascientifica che gli è stata affibbiata la rende apparentemente lontana…. ma la tecnologia abitudinaria la rende vicinissima ormai…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.