L’uomo che aveva previsto la Crisi..

Paul Willmott: «Per me è naturale pensare che ci sia qualcosa di sbagliato se tutti sono d’accordo»

Prima di parlarvi di Paul  Willmott, il matematico che predì la crisi finanziaria che ci sta dilaniando, volevo fare una piccola riflessione su quanto sta accendendo negli ultimi giorni nel mondo dell’informazione.

La controinformazione e l’informazione alternativa esistono ormai da anni, ma mai come prima d’ora tante notizie “note” ai più informati sono venute a galla all’improvviso. All’indomani delle dimissioni del governo Berlusconi e dell’insediamento di Mario Monti a capo del Governo “di responsabilità nazionale” la stampa (quella di centrodestra in particolare) si è scatenata, andando a pescare articoli e notizie che fino a due giorni prima erano bollate come il frutto di folli complottisti e dietrologi che tenevano in piedi sciocchi giornali di serie “C”.

La Goldman-Sachs è stata fondata nel 1869 e il suo operato -non sempre limpidissimo- è da decenni argomento di discussione della stampa alternativa (e non solo), ma per l’ingessata stampa italiana è come se la più grande banca d’affari del mondo sia stata fondata qualche mese fa, ed è degna di notizia solo perché il nostro attuale Presidente del Consiglio è stato un suo collaboratore.

Si è parlato di euro come truffa, si è parlato della Banca Centrale Europea, del ruolo delle multinazionali sui governi legittimamente eletti e di quelli fantoccio messi lì dai “mercati”, del gruppo Bilderberg (avrò scritto almeno 10 articoli su quest’argomento negli ultimi 6 anni, ma solo la settimana scorsa ho sentito pronunciare questo nome in tv), di Trilaterale e quant’altro… Tutto questo, ci dovrebbe far riflettere sul modo in cui leggiamo ed elaboriamo le notizie. Perché se queste notizie erano sotto gli occhi di tutti, non sono mai passate sui mezzi di comunicazione di massa come sta succedendo adesso? Per alcuni semplici motivi.

Le notizie per essere fruite dal lettore medio devono essere preparate e confezionate secondo alcuni criteri precisi, secondo delle regole -a volte implicite e non scritte. Nondimeno, con il mescolamento dell’informazione tradizionale all’intrattenimento, quello che in gergo viene definito infotainment (quello per capirci delle Iene e di Striscia la Notizia e non solo), molta gente si è disabituata alla fruizione di notizie più complesse e articolate. Dare dati statistici, avanzare ipotesi, accusare, toccare gli intoccabili è diventato quasi impossibile nel giornalismo “serio”, pena l’indifferenza. Mentre è diventata la regola nell’infotainment, che usa questi mezzi solo per i picchi d’ascolto e per far divertire, senza approfondire realmente. La lacuna che si crea tra informazione “normale” e “infotainment”, oggi, è ricoperto dalla disinformazione. Quindi, la prossima volta che leggete un articolo di “controinformazione” tenete sempre presente queste cose.

Fatta questa precisazione-sfogo, vado a parlarvi dell’articolo che ho trovato molto interessante da proporvi così per intero, e che non è di certo apparso su qualche sito di controinformazione, ma sul noto e autorevole “The Guardian” il primo maggio del 2009.

Buona lettura.

 

> Di Elena MoyaThe Guardian, 1 maggio 2009 (Traduzione di Daniele Destefanis).

Paul Wilmott, uno dei principali matematici finanziari, ha 49 anni, ma ne dimostra 30. La matematica lo tiene in forma, dice rilassandosi, in jeans e scarpe da ginnastica nella sua casa di Bayswater. Wilmott si è creato un nome e ha fatto fortuna applicando la matematica alla finanzia ed ora vanta la guida del più ampio sito internet al mondo di analisi quantitativa. I cosiddetti “Quantsuniscono matematica e finanza per produrre molti dei modelli alla base dei complessi derivati accusati di aver causato la crisi del credito. Wilmott da anni avverte che i modelli usati dalle banche per valutare i propri asset sono sbagliati. «La realtà mi ha dato ragione», dice. «In piedi, davanti ad un pubblico pagante, dissi che confidavano troppo nelle formule e che erano anche troppo pagati». Alcuni si precipitarono fuori dalla conferenza, sbattendo la porta, aggiunge.

Il collasso del sistema bancario ha visto bruciare 1000 miliardi di $ di asset bancari in tutto il mondo, dopo che le complicate formule su cui questi erano costruiti si sono dimostrate sbagliate: gli asset sono stati sopravalutati e si è visto che il rapporto che li lega è diverso da quello che si era pensato all’inizio. Se un mutuosub-prime” collassa, milioni di altri fanno lo stesso.

«Fidarsi delle formule era come stare seduti con la cintura di sicurezza allacciata guidando come pazzi: non serve a salvarti la vita. Le persone che si occupano di gestione sanno ben poco di ciò che dovrebbero; non hanno spirito critico, non hanno testato i dati e non hanno usato la loro immaginazione per cercare vie d’uscita ai problemi». Wilmott è critico anche con la gestione della crisi da parte del Governo.  Secondo lui il piano che garantisce più di 500 miliardi di sterline di titoli tossici delle banche è basato su un modello che non funzionerà perché coinvolge solo due banche (HBOS e Royal Bank of Scotland) lasciando fuori dal programma tutte le altre. Coinvolgendo poche banche non si potrà innescare il processo circolare dei prestiti interbancari che richiederebbe il coinvolgimento di tutte le banche. «I Governi non sanno nulla di questa materia, ci ragionano sopra per due minuti, senza considerare le conseguenze o ascoltare i pareri dei consulenti», afferma Wilmott. «Sono come conigli abbagliati dai fari. Si confrontano solo con quei banchieri che ci hanno cacciati in questo guaio o con parlamentari che non ne capiscono niente. Dovrebbero chiedere consigli a persone come me, che si rendevano conto di ciò che stava per succedere».

Secondo Wilmott, la Financial Services Authority [l’autorità di vigilanza del mercato finanziario britannico, ndt] non è molto migliore. «Non può permettersi di pagare gli uomini migliori; dovremmo mandare coloro che fanno le regole a seguire corsi sugli strumenti derivati, così potrebbero fare qualche domanda alle banche». Wilmott è seccato del numero di “idioti” che hanno gettato il mondo nell’attuale crisi finanziaria. Lui era una delle migliaia di persone che protestavano contro il recente summit del G20. «Perché non c’erano più persone là?» si domanda.

Wilmott è grande sostenitore della matematica e della sua applicazione nella vita di tutti i giorni. In tutto il mondo, schiere di quei banchieri che controllano i principali mercati leggono il suo libro sulla finanza quantitativa. Wilmott fa un passo in più della maggior parte dei suoi colleghi, perché cerca di integrare nella sua analisi la principale sfida alla razionalità che la finanzia mondiale deve affrontare: il comportamento umano. «Si può costruire un modello sulle onde elettromagnetiche: un modello matematico che mostri le molecole di aria che si muovono intorno ad un aeroplano, facendolo volare», dice. «Ma in un modello finanziario i numeri non bastano. I modelli in finanza non funzionano tanto bene: in questo campo bisogna avere sensibilità psicologica, perché le persone non si comportano razionalmente. Non si può sperare che la gente segua le equazioni. In questo campo conta per metà la matematica, per metà l’uomo».

 

Un giocoliere

Figli di un contabile e di un’imprenditrice, Paul e suo fratello sono diventati matematici. Wilmott dice che fin da quando frequentava il liceo a Birkenhead è sempre stato bravo in matematica. E negli affari. Da bambino, mise insieme la sua bella collezione di animali domestici e organizzò uno zoo che i vicini pagavano per visitare. Da universitario, a Oxford, si pagava la birra esibendosi per strada con le clavette da giocoliere. Con gli anni seguirono altre imprese, compreso l’hedge fund da 170 milioni di sterline che ha chiuso circa quattro anni fa dopo che i soci si tirarono indietro. Anche i due figli di Wimott si interessano di matematica; Zachary, 17 anni, si sta preparando per l’esame di A-level in matematica e Oscar, 19 anni, studia Matematica all’Imperial College di Londra. Forse i figli ne hanno seguito l’esempio perché “sono un’entusiasta e loro sono intelligenti”, dice, e precisa che non li ha sommersi di numeri fin da piccoli.

«I matematici non usano numeri, la matematica è astrazione, tutto ciò che usiamo sono simboli. Se continuiamo a educare i giovani a sommare numeri, non andranno oltre un bancone di McDonald’s». L’analisi e l’algebra, che riguardano concetti come la relazione tra variabili, sono molto più funzionali e importanti nella vita. «I politici dicono che la matematica dovrebbe essere più concreta, invece bisogna essere più astratti. La matematica ti abitua a ragionare in un modo del tutto diverso; molti ne sono spaventati, invece è divertente e intellettualmente soddisfacente». Wilmott si è concentrato sui premi pratici e finanziari fin dai tempi di Oxford, quando studiava matematica e prese un dottorato in meccanica dei fluidi. All’università disegnò un modello che analizzava la velocità e l’efficienza di un rasoio a doppia lama per determinare quanto dovrebbero essere distanti le lame, quale angolo, quale velocità rendono la rasatura più efficace. Con gli anni, ha disegnato modelli di turbine per il produttore di jet Rolls Royce e altri modelli per British Steel, British Telecom e per un produttore di esplosivi che aveva bisogno di calcolare come fare saltare nel modo migliore una montagna “vicino al limite della montagna, ma non troppo”, ricorda Wilmott. Oggi viaggia per il mondo tenendo lezioni a banchieri e regolatori sulla finanza quantitativa e sui metodi di valutazione. È impegnato con i suoi studi a 7City, un centro di formazione professionale nella City e con il suo libro quantitativo, pubblicato per la prima volta nel 1993 e costantemente aggiornato. La prossima sfida sarebbe quella di sviluppare un prodotto che renda la vita più confortevole e trasformarlo in un affare, dice.

 

Le costanti

Non sono mai andato a lavorare per una banca, non sono il tipo dell’impiegato. Non rispondo bene agli ordini, sono un po’ viziato e per tutta la vita ho fatto ciò che ho voluto, i miei genitori non mi hanno ostacolato, così ho avuto una vita interessate con un sacco di esperienze diverse. Gli affari e la matematica sono le due costanti della mia vita, almeno di quella professionale. «La matematica rovina la vita personale», ammette. «Alcuni matematici non hanno alcun legame con il mondo reale ed è difficile parlare con loro. Ma io sono una persona abbastanza normale, anche se sono un matematico. Altri non hanno sentimenti, io piango in metà dei film che vedo». Trascorre la vita con la moglie americana e i due figli, sciando e guidando una delle sue tre auto. Altri matematici dimenticano il mondo reale o lo vedono a modo loro, dice. «I parlo dei colori dell’arcobaleno e loro vedono solo bianco e nero». Tuttavia, ammette di applicare la matematica alla vita privata: quando discute con sua moglie, a volte usa il principio del “ragionamento per assurdo” per dimostrare qualcosa. In una conversazione delicata o tesa, tirar fuori argomenti “estremi” può non essere il miglior modo di ottenere consenso, riconosce. Ma l’abitudine “matematica” di sfidare ciò che si dà per assunto è stata sempre una costante della sua vita, e giura che lo sarà sempre. «Per me è naturale pensare che ci sia qualcosa di sbagliato se tutti sono d’accordo».

 Marco Caponera

  

 

Per saperne di più:

Paul Wilmott,  Introduzione alla finanza quantitativa, pp. XXIV – 520, Egea, 2003

Il sito di Wilmott:
www.wilmott.com


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