Quattro anni. Molto tempo è passato tra il disco d’esordio, omonimo, del cantautore e produttore romano Luca D’Aversa, e questa sua nuova release, uscita lo scorso 19 gennaio per DIY Italia/Sony Music. La spiegazione di tutto questo tempo è, forse, già nel titolo stesso del lavoro: “Fuori”. In questi tempi c’è una continua, ossessiva ricerca della velocità, del completare ogni lavoro nel più breve tempo possibile, purché costituisca un risultato seppur minimo, spesso a scapito della qualità. Ma il comporre, l’accumulare esperienza, trovare l’ispirazione e trasferirla fisicamente in suono richiede un lungo lavoro, per completare il quale è necessario mantenere un continuo sguardo, appunto, “fuori” dal proprio mondo di certezze.
Evolversi , dunque, restando coerenti con il percorso intrapreso. Ed in piena assonanza con quest’idea, l’Artista ha deciso di raggiungere un suono riconoscibile, registrando il proprio lavoro su un banco Argentini di fine anni ‘60 presso L’AlberoRecordingStudio, con l’intento di affinare maggiormente le proprie composizioni.
Il risultato è un’opera che si sposta verso sonorità più elettriche ed elettroniche. Emblematico, al fine di sottolineare questa dicotomia tra vecchio e nuovo, è il fatto di affidarsi, per la produzione e per il mix, a mani esperte (rispettivamente di Marta Venturini, già al lavoro tra gli altri con Emma Marrone, Calcutta e Paola Turci, e di Daniele Gennaretti), pur continuando a lavorare con i musicisti di sempre: Luca Lepore e Giuseppe D’Ortona, più il contributo di Pietro Paroletti.
Un gradito ritorno, di cui sarà senza dubbio interessante seguire gli sviluppi futuri.
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Federico Ciampi
non lo conoscevo , di primo achito suona molto gradevole.
Forte! Wao
UN SYNTHPOP CANTAUTORALE NIENTE MALE DAVVERO. GRAZIE CIAMPI,SEMPRE OTTIMA MUSICA!
Dopo tutto l’Indie e l’alternativo degli ultimi anni, finalmente torna in scena la semplice natura del cantautorato con Luca D’Aversa, di nuovo in gioco con l’album “Fuori”, disponibile da gennaio: un lavoro di tradizione e esperimenti. Se ricordate Luca D’Aversa per l’acustica e le carezze, adesso copritelo di qualche nota blues ed elettronica e, probabilmente, anche voi vi sentirete lì “Fuori”. Dopo quattro anni di distanza dal disco d’esordio omonimo, il cantaure romano D’Aversa raccoglie, in un disco decisamente più maturo, tutto quello che, in questo silenzio, lo ha portato fin qui. In nove tracce incalzanti e intense Luca fa un gioco molto sottile: ci fa sentire dentro quel “Fuori” dove inciampiamo tutti.
io credo che abbia ragione vittorioche vuol dire che veronica blocca l”esibizione di luca per non fargli fare brutta figura perche” il balletto era lontano dals uo stiletutti li dentro come giustamente ha sottolineato vittorio si sono esibiti in figuracce non può essere una scusante quella di veronica il fatto che lei ha portato il ballerino nella scuola semmai a mio modo di vedere e” un distinzione a favore di luca perchè lei voleva preservare il suo ballerino.quest”anno i professori sono uno peggio dell”altro
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