“Acme”, in greco “il punto più alto”. Vi aiuteremo a raggiungere la vetta, a conquistare l’uomo e la donna dei vostri desideri con la musica giusta.
In ogni appuntamento con questa rubrica, un musicista, un gruppo, un artista diverso… ma non solo, ci svelerà qual è secondo lui o secondo lei la canzone adatta per scaldare i cuori e i letti. Per raggiungere la temperatura più alta sotto le coperte
Il primo numero di questa nuova rubrica è firmato LinFante. Il cantautore di Cremona ci ha offerto un’analisi dettagliata della sua visione dell’amore, amore che può assumere diverse caratteristiche, carnale, doloroso, proibito, fonte di felicità ma anche di turbamenti.
Da Tenco ai Nirvana, LinFante ci ha spiegato cos’è l’amore per lui e cos’è la musica, già di per sé fonte d’amore.
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LINFANTE: Tutte le canzoni parlano d’amore. Fare musica è di per sé amare, troppo amare: è non riuscire a contenere questa febbre – per la vita, per una donna o per un uomo, per quello che facciamo o per quello che vorremmo fare di noi stessi, per la musica stessa – trasformando questa energia straripante in arte, in un pezzo di noi eternato in una forma, ai nostri occhi, bella – la canzone. Non riusciamo a tenerla dentro, in qualche modo dobbiamo esprimerla e conferirgli la dignità dell’eterno. Ed è chiaro che l’amore è il sentimento più potente, la forza che ci mantiene in vita, che ce la fa bramare, che ci illude, che ci schiaccia. E le canzoni, di conseguenza – che per me parlano sempre d’amore – assumeranno la loro peculiare sfumatura a seconda di ciò che l’amore fa nascere in chi le scrive: dall’estasi alla disperazione.
Non ho mai pensato ci siano canzoni d’amore da ascoltare in compagnia di chi si ama o di chi ci si sta innamorando. È bello farsi guidare dal caso, e assumere la canzone che esso ha scelto per noi come suggello insostituibile di quel momento. Però penso ci siano canzoni d’amore – come lo sono tutte, lo ripeto – che riescono ad esprimere più di altre, per me, ciò che l’amore fa ai nostri deboli cuori assetati di emozioni. Ne potrei citare tantissime, ma mi limiterò alle prime che mi vengono in mente (e solo a quelle che vedono come protagonista l’amore tra due persone), forse perché ci sono particolarmente affezionato.
Ci sentiamo attratti da qualcuno senza sapere davvero perché. Ci attrae e basta, per come si muove, per quello che dice, per come ci fa stare bene e male nello stesso momento, e quando questa attrazione è reciproca ci sentiamo come sospesi, ci sentiamo perfetti: «Just a perfect day / You made me forget myself / I thought I was / Someone else, someone good» [Un giorno semplicemente perfetto / Mi hai fatto dimenticare di me stesso / Ho pensato di essere / Un altro, una persona migliore]. In “Perfect Day“, Lou Reed racconta la perfezione di un giorno d’amore, quando le anime sembrano fondersi in una e ci si dimentica di se stessi, immaginandosi addirittura persone migliori, degne della felicità più grande.
Ma questa canzone è già venata di nostalgia, come se il protagonista della storia già sapesse che quella sensazione di perfezione non potrà durare a lungo, perché l’amore porta con sé, oltre alla felicità, anche il dolore. Anzitutto il dolore di sentirsi morire senza la persona che si ama accanto, il dolore di scoprirsi a metà, incompleti senza di lei. L’amore, per i cuori sensibili, può diventare un’ossessione e a volte stravolgerci la vita, facendoci cambiare totalmente priorità, anche nostro malgrado: «Ed ora / Che avrei mille cose da fare / Io sento i miei sogni svanire / Ma non so più pensare / A nient’altro che a te». Così canta Luigi Tenco in “Mi sono innamorato di te“. Lui non aveva niente da fare, e da un innocuo incontro per non sentirsi più solo è arrivato a maledire quel giorno, perché l’amore è un sentimento fortissimo, che ti prende e ti costringe a pensare solo a lui.
Amore fisico o amore “metafisico”. Non importa. Quando si ama si ama tutto e si desidera l’altro con passione, soprattutto all’inizio, quando il sentimento è giovane e la curiosità di conoscersi scavalca ogni cosa. Non si vede l’ora di incontrare l’amato o l’amata per ritrovare finalmente il momento perfetto, in cui non si pensa più a niente, solo al presente. Come in “Lithium” dei Nirvana, in cui il protagonista non resiste e si sente esplodere, in un delirio incontenibile, quasi sadico, dalla voglia di strare con l’amata: «I’m so excited I can’t wait to meet you there / But I don’t care / I’m so horny, but that’s okay my will is good / I like it – I’m not gonna crack / I miss you – I’m not gonna crack / I love you – I’m not gonna crack / I kill you – I’m not gonna crack» [Sono così eccitato, non riesco ad aspettare di incontrarti là / Ma non m’importa / Sono così arrapato, ma va bene la mia voglia è sana / Mi piace – non sto per schiantarmi / Mi manchi – Non sto per schiantarmi / Ti amo – Non sto per schiantarmi / Ti uccido – Non sto per schiantarmi].
Desiderio ingestibile, ma questa volta anche proibito, è quello di Iggy Pop in “Sixteen“: «Sweet sixteen in leather boots / Body and soul / I go crazy / Baby, baby I’m a hungry / Sweet sixteen» [Dolce sedicenne in stivali di pelle / Corpo e anima / Divento pazzo / Piccola, piccola, sono un affamato / Dolce sedicenne]. Contro qualsiasi morale, il protagonista grida il suo amore per la dolce sedicenne che gli ha invaso i pensieri.
Amore proibito come il tradimento, passione irrefrenabile che acceca, portandoci spesso a soffrire e far soffrire. Gli Afterhours ne “Il mio ruolo” mettono in scena la tentazione del tradimento, esortando la donna a cui la canzone è diretta a stare attenta ai suoi pensieri, ormai “contaminati” dalla passione: «Ma il mio ruolo è il pensiero malvagio / Che ti porta via con se / Perché se vuoi i colori / Stai attenta a te».
Perché l’amore in un attimo diventa disperazione. Quando non è ricambiato: «Lo so che ami un altro / Ma che ci posso fare / Io sono un disperato / Perché ti voglio amare», canta Lucio Battisti ne “Il tempo di morire“. O quando la razionalità prende il sopravvento sul sentimento e capiamo che in una relazione qualcosa non funziona più o non è mai funzionato, come in “Tu e le rose” di Edda: «Oh, il dolore / di non aver saputo amare te / Nessuno però potrà portarmi via l’amore / di averlo fatto davvero con te». Non sempre si riesce ad amare come si vorrebbe, e a volte bisogna arrendersi e lasciare andar via la persona a cui, nonostante tutto, teniamo di più. O infine quando una storia finisce, veniamo lasciati e la malinconia ci assale: «Won’t you miss me? / Wouldn’t you miss me at all?» [Non ti mancherò / Non ti mancherò neanche un po’?] dice con la voce rotta Syd Barrett in “Dark Globe“.
Ma si va avanti. Lo si deve fare, anche nel dolore, anche se ci si sente sprofondare, come in “In the fade” dei Queens of the Stone Age, in cui è proprio chi se ne sta andando a dire: «Ain’t gonna worry / Just live till you die, wanna drown / With nowhere to fall into the arms of someone / There’s nothing to save I know / You live till you die» [Non aver paura / Continua a vivere, voglio solo annegare / Senza sapere dove cadere / Nelle braccia di qualcun altro / Non c’è più nulla da salvare, lo so / Continua a vivere].
E poi un giorno, senza che ce ne accorgiamo, guariamo dalle ferite, riemergiamo dal dolore, torniamo a respirare per ricominciare tutto da capo. Incontriamo qualcun altro, qualcuno che sente di capirci e vorrebbe “salvarci”, ritrovando insieme la perfezione perduta. Eddie Floyd, in “Consider me“, canta: «I know you’re tryin’ to be a big girl / And keep the tears from your eyes / And it’s going to be a little hard / To lift your head up high / And you’re gonna need a man / A man who’ll understand / Whoa darlin’ darlin’ darlin’ / Please consider me» [So che stai cercando di essere una ragazza grande / E trattenere le lacrime dai tuoi occhi / E sta diventando un po’ difficile / Tenere la testa alta / Hai bisogno di un uomo / Un uomo che ti capirà / Tesoro tesoro tesoro / Per favore considerami]. Una nuova opportunità, una nuova vita, un nuovo amore.
Viviamo, e vivendo non possiamo non amare. Per continuare a vivere. E più si ama più si ha bisogno di dirlo. Ecco perché non riesco a smettere di scrivere canzoni.
Francesca Marini
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interessante e piacevolissima rubrica
brava Francesca!
molto interessante anche questo cantautore,davvero brillante!
Si lui piace anche a me,lo conosco bene.
Bello leggerlo sulle sue canzoni d’amore preferite
<3
ha citato un paio di chicche molto azzeccate …..
ma che bel viaggio. affascinante rubrica. sempre grande la Marini…
SARA’ BELLISSIMO LEGGERE LE CANZONI PIU’ HOT DEGLI ARTISTI …. GIA’ CON QUESTO MI SONO VENUTE IN MENTE UN PAIO DI IDEE
COMPLIMENTI A LINFANTE, BRAVISSIMO IN TOTO!
GRAZIE FRANCESCA
questa sezione di uki oltre che provocante è sempre stata anche interessante per certi tematiche carnali solo all’apparenza. ora con questa rubrica diventa anche musicale e il cerchio si completa.
grazie Francesca per questo viaggio nel mondo dell’ eros della musica fatto direttamente dagli artisti.
Linfante lo conoscevo solo di fama , non lo avevo mai ascoltato con attenzione …. sarà il caso di farlo perché mi piace molto la colonna sonora del suo modo di amare , eh eh eh :)))
<3
..nessuno però potrà portarmi via l’amore di averlo fatto davvero con te …..
a Linfante ci voglio già bene come gli voglio a Edda! :))
splendida rubrica e bravissimo cantautore!
straordinario linfante! complimenti per questa nuova rubrica a marini !