L’articolo 18 secondo gli Italiani

L'articolo 18 svenduto al mercato. Cosa ne pensano gli italiani è questione di sarcastica fantasia?

Il tema caldissimo di questa settimana, ancora in piedi al momento della redazione di questo articolo è la riforma del lavoro da parte del Governo Monti.
Tra le varie modifiche della flessibilità (che forse diventerà meglio retribuita ma ancor più flessibile, fino alla frattura del lavoratore) e dei contratti quello che fa più discutere è la modifica dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
Ovviamente, un Governo chiamato appositamente da un gruppo di banchieri che ha giocato con la finanza e adesso deve rimettere a posto il giocattolo (guadagnandoci magari pure qualche ulteriore soldino), facendo diventare uno stato democratico una piccola azienda post-capitalista, di certo non poteva non snellire il mondo del lavoro, ancora così sbilanciato verso i lavoratori!
Ma nella sostanza cosa dice questo articolo 18?
In breve secondo questa norma: il giudice, con la sentenza che dichiara inefficace il licenziamento o annulla il licenziamento senza “giusta causa” o “giustificato motivo” o ne dichiara la “nullità”, ordina la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro. Il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno subito per il licenziamento di cui sia stata accertata l’ “inefficacia” o l’ “invalidità”.
Il governo Monti vorrebbe riformulare questa norma togliendo la possibilità di reintegro sostituendola con un indennità, di modo che tutti possano aggirare la norma e attuare in tranquillità un licenziamento economico.
Per vederci più chiaro però abbiamo realizzato un sondaggio grazie alla nostra fantasia, chiedendo alle varie categorie di lavoratori cosa ne pensano di questa modifica e come vorrebbero il loro articolo 18..

 

Gli Imprenditori

Il 59% degli imprenditori vorrebbe poter licenziare ogni volta che il loro SUV fa le bizze, mentre il 20% della categoria vorrebbe poter licenziare tramite sms senza pagare indennità e senza avere nessun cenno di protesta da parte del lavoratore.

Un 11% vorrebbe la libertà di poter decidere tra uno o più lavoratori da licenziare solo dopo una battuta di caccia tra dipendenti. Il restante 10% ha solo lavoratori rigorosamente in nero e va fiero del fatto di potergli dare un calcio in culo quando vuole.

 

I dipendenti
Dal sondaggio sono emerse molte controversie; se da una parte abbiamo un 44% dei lavoratori che si dicono disposti ad essere licenziati anche senza giusta causa o giustificato motivo con in cambio un terzo dell’azienda, dall’altra troviamo un netto 38% che anzi vorrebbe inasprire il vigente articolo 18 includendo la possibilità non di essere licenziati ma anche di non essere lontanamente rimproverati dal proprio datore di lavoro durante i primi dodici anni di contratto. Il restante 51% crede che l’articolo 18 vada benissimo così e che sia da riformare solo dopo che gli avranno pagato il secondo stipendio arretrato.

 

I precari
Difficile interpretazione anche per quanto riguarda gli umori dei precari. Quasi la totalità degli intervistati -81%- si è detta disgustata per tutto questo clamore suscitato intorno ad una norma che a loro avviso suona come un coltello dentro ad una piaga, mentre il restante 81% (è qui che arriva la difficile interpretazione) prima di esprimere un giudizio sull’argomento vorrebbe avere un lavoro a tempo indeterminato per poter empatizzare e capire i disagi dei loro presunti colleghi. Una piccolissima fetta, il 4%, dichiara di aver risposto “Non so’, non m’interessa” anche a nome del restante 19%.

 

La mafia
Il 100% degli intervistati (in modo anonimo ed esprimendosi a gesti) si compiace del fatto che finalmente i loro metodi stiano facendo breccia nella società civile.

 

Il Vaticano

Nell’ambiente ecclesiastico la tensione non è da meno. Il 62% degli intervistati non vorrebbe questa modifica che comporterebbe solo ulteriore tensione sociale e toglierebbe a molta gente quella serenità che poi porta a farsi delle domande così angosciose e profonde alle quali la chiesa da millenni risponde con la sua dottrina studiata ad hoc per queste situazioni. Solo il 5% si dice favorevole, ma con un allargamento anche ai preti e alle suore. Il restante 32% afferma di fare politica solo attraverso comunicati stampa ufficiali e i sensi di colpa.

 

Sicuramente, questa riforma stravolgerà il mercato del lavoro (per molti in positivo per molti altri in negativo)… e il futuro sarà molto diverso dal passato, tanto che forse arriverà finalmente ad essere un mercato e basta!

Marco Caponera

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