Durante un programma dedicato alla libertà di espressione e all’attentato parigino al magazine satirico Charlie Hebdo, Jim Naughtie, marito di un’autrice della Oxford University Press, Eleanor Updale, ha raccontato di aver ricevuto a casa le nuove direttive della famosa casa editrice britannica.
La OUP, con un giro di affari tra i più redditizi del Regno Unito, ha deciso di vietare nei suoi testi, principalmente destinati a bambini e ragazzini, ogni riferimento, visivo e verbale, ai suini, in nome del rispetto religioso nei confronti di ebrei e musulmani.
Subito sul web le edizioni on line di famosi quotidiani intitolavano la notizia “L’Inghilterra censura Peppa Pig“.
Ma come si è arrivati a Peppa Pig? Forse che Peppa sia pubblicata dalla Oxford University Press? Niente affatto, e se andiamo a leggere gli articoli dei giornali britannici sulla notizia possiamo trovare critiche, considerazioni, ironie ma nessun riferimento a Peppa Pig. Certo, in qualche caso il personaggio creato da Neville Astley è stato usato nelle immagini a corredo degli articoli (come sul Guardian), ma nient’altro.
In realtà Peppa Pig non c’entra nulla. La maialina rosa, beniamina di tanti bambini, anche di religione musulmana ed ebraica, è stata una trovata della stampa nostrana, che ha cercato di “abbellire” l’articolo con un riferimento più esplicito, appunto facendo appello a Peppa Pig.
Peppa Pig a parte, la notizia ha fatto molto discutere, non solo in Gran Bretagna.
«Molti dei materiali che pubblichiamo nel Regno Unito sono venduti in più di 150 paesi e devono tenere conto delle diverse culture e sensibilità. Le nostre linee guida sono pensate per fare in modo che le nostre pubblicazioni possano raggiungere un pubblico molto vasto», ha spiegato un portavoce della società a giustificazione del diktat, ovviamente, mal tollerato dagli autori.
Il paradosso è però che le stesse comunità ebraiche e musulmane in Gran Bretagna hanno bollato come assurdo il provvedimento.
«È una scelta completamente insensata», ha affermato Khalid Mahmood, parlamentare laburista britannico di fede islamica, mentre il Jewish Leadership Council, l’associazione che rappresenta gli ebrei in Gran Bretagna, si è limitato a ricordare come la loro religione impedisca di nutrirsi del maiale, non di nominarlo.
Inoltre, come riporta il Daily Mail, il deputato labor Philip Davies ha parlato di «politically correct senza senso».
Dan Selinger, portavoce della prestigiosa casa editrice, ha affermato in un intervista su Repubblica: «Il nostro non è un divieto», «Sono soltanto linee guida».
La Oxford University Press cerca di minimizzare: «Non è stata una decisione presa dopo l’attacco islamico contro Charlie Hebdo».
Ma siamo onesti, è chiaro che una notizia del genere non avrebbe avuto seguito se non fosse comparsa nei giorni successivi agli attentati di Parigi.
Il motivo è semplice: in un momento in cui l’opinione pubblica è ancora scossa dai recenti eventi di Parigi e in cui si invita al massimo rispetto per le religioni, ecco che la Oxford University tenta così di evitare critiche o denunce, per presunti “insulti” razziali o religiosi, semplicemente evitando di fare riferimento ad un animale considerato un animale “impuro”.
Dopo che il Financial Times ha storto il naso sulle vignette che ironizzano sull’Islam e si è rifiutato di ripubblicarle, adesso per evitare incidenti con le altre confessioni, hanno censurato i maiali dalle scuole britanniche.
La vicenda, a pochi giorni dai tragici eventi di Parigi, evidenzia quanto fondata sia invece la dichiarazione di Christiane Taubira, Ministro della Giustizia francese che proprio in occasione della gioiosa commemorazione del vignettista Tignous ha detto: «In Francia si può disegnare tutto, compreso un profeta, perché in Francia, paese di Voltaire e dell’irriverenza, si ha il diritto di deridere tutte le religioni».
Katia Valentini
dico io a chi stiamo in mano…
Il “diritto” -di deridere le religioni- magari no… ma la libertà di espressione si!
il problema non sono tanto i maiali, che come dice bene il parlamentare islamico non vanno mangiati, non che non si debba neanche nominarli…il problema è sfottere il profeta…è questa che fa incazzare gli islamici
i maialini fanno parte dell’immaginario infantile, del mercato ludico e non solo….non accadrà mai!
Che deficienti!!!
Grande la Valentini a scovare queste nefandezze… Incredibile!
So che i personaggi di Peppa hanno una “simbologia sessuale” infatti guarda bene la forma delle Facce….poi per quanto riguarda l’uccisione per alimentarsi di questi poveri “Esseri” vai a vedere come vengono trattati prima di morire QUESTO DOVREBBERO FAR VEDERE A TUTTI…SEMBRA UN FILM DELL’ORRORE..