«L’uomo ragionevole adegua se stesso al mondo; l’uomo irragionevole persiste nel tentare di adeguare il mondo a se stesso: Perciò tutto il progresso dipende dall’uomo irragionevole». (George Bernard Shaw)
Con lo sviluppo delle società, l’uomo, quando dovette cercare risorse e mantenerle, rimase intrappolato in risonanze di pensieri negativi ed opportunistici… a quel punto non gli rimase altro che fare i conti con la realtà. Soprattutto quando la natura umana iniziò ad essere sempre più squilibrata verso l‘influenza culturale rispetto all’evoluzione genetica.
Se da una parte l’empatia, come affermava Husserl è il fenomeno alla base di tutte le relazioni umane, dall’altra l’egotismo ne rimarca la rilevanza.
Abbiamo visto come l’uomo sia una goccia di un oceano cosmico ben più vasto. Siamo figli delle stelle che seguono la stessa natura dell’universo, viviamo delle stesse leggi, e così come un buco nero implode su se stesso così una coscienza umana può risuonare di sole energie centrifughe, dove l’entropia, attraverso il libero arbitrio di infinite possibilità, può portare ad un disordine violento. Una condizione che, prima di riequilibrarsi per la sua primaria tendenza all’equilibrio, lascerà degli strascichi proprio nella situazione di crisi che quelle basse energia hanno creato: ossia paura, odio, competizione, frustrazione… Di fatto, nell’uomo le energie ‘basse’ risuonano attraverso frequenze emotive che potremmo definire “negative” e, più ci si attacca ad un “punto di vista”, più ci si polarizza su quell’intenzione… quell’energia: una frequenza che gioco forza finisce per tramutarsi in un sentimento/vibrazione tendenzioso. L’evoluzione detta il suo cammino, lo zoppicare invece dipende dalle interpretazioni cognitive della mente umana, la paura è una frequenza emotiva naturale come l’amore del resto, alimentare una piuttosto che l’altra, farà la differenza. Il Male (se così vogliamo raggruppare quelle vibrazioni) nasce quindi dallo stesso Vuoto creatore, le sue frequenze sono indispensabili per la dialettica dell’evoluzione, ma la mente lo interpreta e lo vive come qualcosa di ‘negativo’ -perché in effetti finisce per estremizzarle, così sceglierlo dispetto al Bene influenzerà innanzitutto la nostra evoluzione.
“Si ricerca il potere principalmente perché ci dona conforto, una posizione sociale e rispettabilità in tutti i canali riconosciuti. Infatti, avere l’esclusiva su delle risorse ci da gratificazione… un bisogno primario, un impulso anche basso potremmo dire, ma potentissimo nell’instaurare relazioni sociali.
Il potere lo troviamo fino agli esempi in cui si idolatra l’autorità, che sia di un libro, di una persona, dello Stato o di un credo. L’uomo è soggiogato da questo impulso ad aggrapparsi a una persona o a un’idea! Ecco che: ci usiamo l’un l’altro per mutua gratificazione.
Fin da Caino e Abele la famiglia è l’embrione del modello di un’organizzazione sociale votata al controllo, ossia ciò che da la sicurezza della sopravvivenza, che la mantiene e la rende possibile. Mettersi in reciproco controllo crea una tendenza alla gerarchia e alla competizione in cerca di soddisfazioni. È uno dei primi impulsi nel momento in cui le relazioni si organizzano.
L’attuale struttura della società, che altro non è che la nostra relazione con gli altri, è basata sul bisogno e sull’utilizzo. Hai bisogno di voti per salire al potere, allora usi le persone per ottenere ciò che vuoi, e loro hanno bisogno di ciò che tu prometti. La donna ha bisogno dell’uomo e l’uomo della donna. La nostra relazione attuale è basata sul bisogno e l’utilizzo: una relazione con queste caratteristiche è intrinsecamente violenta, ed è la ragione per cui la vera base della nostra società è la violenza.
Fino a che la struttura sociale sarà fondata sul reciproco bisogno e utilizzo, sarà necessariamente violenta e negativa; fino a che io userò un altro per la mia personale gratificazione o per la realizzazione di un’ideologia in cui mi identifico, ci potranno essere solo paura, diffidenza e opposizione. La relazione diventa allora un processo di autoisolamento e disintegrazione; e questo è dolorosamente palese nella vita dell’individuo e nelle faccende del mondo. È pur vero che è impossibile vivere senza aver bisogno l’uno dell’altro, come è vero che tutti abbiamo bisogno del postino, ma se lo uso per soddisfare un qualche desiderio interiore, allora il bisogno sociale diventa una necessità psicologica e la nostra relazione avrà subito un cambiamento radicale” (cit.).
Gli antichi simboleggiavano queste concentrazioni di basse frequenze con il concetto del demone -per i nostri orpelli logici invece è poi diventato Satana, ossia un’entità personale, antropomorfa, come Dio del resto. Ma Satana è orrendo, materiale, s’impossessa di noi, è talmente pari a noi che gli si può sputare in un occhio a quello stronzo! Ed è chiaro che in verità dovremmo sputare in aria e farci ricadere la cozza in faccia. Infatti, gli antichi simboleggiavano quelle vibrazioni negative anche con la “bestia“, vedi il Minotauro (ma anche il vampirismo o la licantropia): gli impulsi più bassi e brutali dell’essere umano stesso… soggiogato appunto da frequenze “demoniache”.
Ma soprattutto è nell’origine/radice della “conoscenza” (l’ “Albero della Conoscenza del Bene e del Male” direbbero gli esoterismi) che si gioca questo scarto tra un ideale sistema di vita, paradisiaco, e quello invece così terreno da trasformarsi oggi in un sistema tanto oppressivo-materiale quanto lo sono diventate proprio le “intenzioni” che lo animano. Paradossalmente, da ciò che può rendere divino l’uomo (la ConoScenza… “Sophia“), può nascere la sua condanna. Così come accadde ad Adamo che dopo aver mangiato il frutto proibito dell’Eden (dove poteva ancora istintivamente creare il mondo circostante in conformità con le leggi di natura) forzò il suo Stato di Natura ed acquisì la cognizione del bene e del male (il legame di causa-effetto, le leggi naturali che lo portarono a comprendere l’universo), diventando creatore di sé stesso e del mondo che lo circondava (vedi il “libero arbitrio“). Allo stesso tempo capitò che con questa “caduta” ..Adamo cadde, appunto, proprio nell’inesorabile trappola della costruzione di mondi fallaci, che sono poi dei simulacri -ossia ideologie, visioni del mondo, preconcetti dogmatici sull’esistenza: un mondo che siamo stati in grado di congegnare a nostro piacimento (secondo la Tradizione il “Diavolo” aveva detto una verità quando affermava che quel frutto lo avrebbe reso simile a “dio”, svelando la sua divinità, ma l’acquisizione di quella conoscenza fu ottenuta attraverso l’inganno poi perpetrato, e non per mezzo di un cammino catartico d’iniziazione… di una dialettica evolutiva. Si conobbe senza consapevolezza: razionalità senza profondità d’immaginazione).
Nondimeno, ancora oggi, nella stessa trappola indugiamo imperterriti tutti noi, discendenti di Adam Kadmon, e pensate in che modo nefasto possano “creare mondi”, e rappresentazioni di esso, le èlite di potere quando ancora oggi si pavoneggiano della “ConoScenza” di quell’evoluzione ..quantunque imperfetta e pur sempre mantenuta segreta alle masse. La conoscenza ci renderà liberi, ma se la usiamo in modo infausto… son cazzi amici miei!
L’unica cosa che può permetterci di cambiare e redimerci è superare il sistema “cognitivo” che ci è stato imposto attraverso il condizionamento. Un sistema “cognitivo” è il modo con cui noi interpretiamo i fatti e le circostanze della vita, il modo, cioè, con cui intendiamo o interpretiamo tali eventi -anche la fisica quantistica oggi dimostra che la realtà dipende dall’ “osservatore”. Come poco fa accennato, sono le interpretazioni della mente umana a costruire i modelli socio-culturali della nostra Visione del Mondo, per questo il “condizionamento” è una fottutissima arma nelle mani delle èlite.
Secondo gli esperti le “credenze” producono l’esperienza. Abbiamo già detto di come l’uomo ha esperienza del mondo attraverso il proprio bagaglio emozionale (da cui trae appunto esperienza), e le sensazioni sono energie che si trasformano emanandosi dalla frequenza madre del cosmo. L’azione creatrice di questa Esseità genera frequenze, il nostro campo elettromagnetico, sia cardiaco che cerebrale, è influenzato da questa forza primaria e la nostra mente riconosce queste vibrazioni attraverso le sensazioni di amore, paura, odio, desiderio, ecc… L’uomo è chiamato a gestire con Intuizione emotiva e con la Ragione questo vortice di sensazioni se vuole trovare il suo equilibrio, ergo la sua felicità.
Il problema è che continuano a mancare criteri esplorativi, a differenza delle più funzionali “tecniche” di controllo e prevaricazione. Ciò che ci abbaglia è che una perizia di “misurazione” sembra dare maggiori garanzie: una più sicura e indiscutibile evidenza, vedi l’oggettivismo (dal becero dualismo oggettività/soggettività) che ha partorito la società materialistica di oggi: quello scientismo inebriato di “quantofrenismo” che ha secolarizzato il mondo.
Ecco che oggi l’uomo non vive… funziona! E la gerarchia è una “procedura” importante in tal senso, tanto quanto è tendente a deformarsi in un Sistema collusivo, non di rado confliggente con lo stesso obiettivo esistenziale!
Tuttavia la “variabilità” (potenzialità/possibilità) della Vita se ne frega finanche delle nostre “procedure”. Tant’è che il problema nasce sempre dalla frustrazione del confronto con la realtà. La natura dispensa gioie e dolori senza problemi, segue il corso della sua evoluzione, siamo noi invece che rimaniamo invischiati nella ricerca della gratificazione e ci disperiamo di fronte ogni difficoltà. La realtà è una bufala costruita dalla nostra mente!
Tutto ciò è dipeso anche dal fatto che abbiamo perso i valori emozionali e universali (quelli puri, senza sovrastrutture mentali) che purtroppo spesso non riusciamo ad “organizzare” (per mancanza di accettazione) così come invece ci hanno indotto a fare con gli impulsi all’autoconservazione. Gli impulsi hanno generato reazioni tecniche, tendenti al solo “funzionamento“. Infatti la gerarchia è semplice, facile, funzionale: separa, cataloga, organizza per autorità! Ci vuole poco (Diavolo viene dal greco e significa: “dividere“, il contrario di “simbolo“. I romani dicevano: “dividi et impera“). Di fronte un contenzioso è sempre facile menare di botte l’altro che trovare un dialogo (se poi la cosa ci fa più fighi e tutte le bonazze ce la danno, potete allora immaginare quanto possa diventare vincente questa “tattica”). La violenza è meschina e ipocrita, è vile e vigliacca. L’uomo di fatto non ha avuto le palle per trovare le “competenze” in grado di garantire i valori alti: per mancanza di meritocrazia, di una cultura della diversità, strategia tipica al contrario nella cooperazione (la cui mancanza oggi possiamo trovarla senz’altro nel razzismo ad esempio, o nell’antisemitismo, ma già dall’ “esclusione” che spesso si verifica negli stessi gruppi familiari e sociali).
Di fatto, col passar dei secoli, i custodi della conoscenza furono rappresentati esclusivamente dalle classe agiate, aristocratiche e sacerdotali, giacché le uniche che potevano permettersi il tempo e le risorse da dedicare a questo “surplus” culturale. Avevano il potere di una consapevolezza che le dava una più ampia visione del mondo e dunque dell’esistenza, cosa questa che portò tali èlite ad avere appunto una capacità manipolativa maggiore riguardo le chiavi di lettura, tattiche, inerenti la vita stessa.
Non solo, c’è anche da tener conto che dall’avvento dell’agricoltura e della scrittura cuneiforme il cervello umano iniziò a svilupparsi sempre più in modo analitico (fino a conformare la razionalità che partorì la logica moderna più esacerbata), cosa che diede vita ad una maggiore percezione della dimensione tempo, la qual cosa fossilizzò l’essere umano in una dimensione spaziale, fenomenica… un raggio d’azione calcolato sul tempo e quindi da governare fino all’ultimo secondo, fino alla chimerica ossessione della vita eterna. Il tempo è una canaglia! È il celerino dell’universo intero! Il lato tirannico della divinità! (Vedi “Cronos“..).
Ovviamente, questo significava avere il potere ad esempio di riscrivere sia i Testi Sacri che i “trust” economico-politici a proprio vantaggio, e dunque a guerreggiare pur di continuare a stare a palle all’aria con qualunque privilegio a portata del proprio cesso. È ovvio che questa situazione precipita sempre a discapito delle masse ignoranti, le quali divennero la macelleria necessaria a sfamare il banchetto delle élite.
Fatale
.
.
.
> La Monarchia dell’Essere: “Perché Io so’ Io” (Part. 1)
> La Monarchia dell’Essere: “Perché Io so’ Io” (Part. 3)
> La Monarchia dell’Essere: “Perché Io so’ Io” (Part. 4)
> La Monarchia dell’Essere: “Perché Io so’ Io” (Part. 5)
interessantissimo post… desolante invece il quadro generale
tutto dipende dai sentimenti che scegliamo di perseguire…. anche se spesso sono indotti, sta alla nostra ragione scegliere la cooperazione piuttosto che ‘aggressività
ed è stato importante capire che tutti questi sentimenti dipendono e sono qualificati dalle energie che ci circondano…quindi se come dici te dipende da quali scegliamo, ancor di più dobbiamo stare attenti ai nostri pensieri=energie
splendido articolo!
la Conoscenza di queste leggi universali ha reso le elite dei potenti,dei monarchi…perché avevano maggiori possibilità mnipolative della realtà,ecco quindi il mito dell’Albero del bene e del male nell’Eden??? Davvero illuminante!
Fatale ti adoro…
il controllo del sistema, una cultura basata sull’utile e il bisogno….questo crea la gratificazione del potere e la società violenta in cui viviamo oggi! profondamente vero!!!!! un’analisi perfetta, sia a livello psicologico che a livello della realtà naturale!
straordinario uki!!!!!!!!!!!
sono certamente speculazioni filosofiche, semmai pseudoscientifiche, forse si osa un po’ troppo,ma come sorprendentemente accade su queste riflessioni, il sincretismo metafilosofico e metascientifico rende tutto molto più chiaro, le incredibili corrispondenze fanno si che tutto sembri portare davvero alla quadratura di una teoria scientifica! Con riserva…. ma complimenti!
come ci ha spiegato Fatale negli speciali di “Mettici il Cuore” si tratta di un nuovo paradigma socio-culturale….che presto prenderà sempre più piede nella nostra cultura, soprattutto se l’epistemologia continuerà a confermare le idee dei teorici della fisica quantistica!
la seconda parte non delude! Magico Uki e sempre grande Fatale!! Mi metto in attesa della terza parte eh…
la procedura della gerarchia si deforma in un sistema collusivo…..è sempre qui che cadiamo!
splendido articolo!!!
meraviglioso! fatale sei la nostra salvezza! 🙂
articolo immenso! formidabile Fatale
Speciale davvero esplicativo…….fondamentale prima di votare! 😀