Joe Victor: “Night Mistakes” è la notte da ballare!

Dieci canzoni inedite, in inglese, travolgenti, orecchiabili al primo ascolto, dedicate alla notte e alle sue sfumature folli, appassionate e spiccatamente surreali

Può il folk unirsi alla disco Anni’70? Può la disco Anni ’70 unirsi alla folk music africana?
La risposta è sì e la prova è il nuovo disco di Joe Victor, “Night Mistakes” uscito per l’etichetta Bravo Dischi.
Basta premere play e si rimane abbagliati dal primo pezzo “Disco Folk Genial” che sembra un surreale (in senso positivo) tributo agli Abba, ma ciò che stupisce è come la band riesca subito dopo, con il brano “Superstar” ad aprire con una intro degna del più Pop dei Brit Pop Anni ’90 per poi virare improvvisamente su un sound di nuovo Anni ’70 in un nuovamente surreale (e nuovamente in senso positivo) tributo ai Bee Gees .
Il quartetto romano si era già fatto notare per le influenze USA e l’incredibile carica dal vivo già con il suo primo disco, “Blue Call Pink Riot”, ma con questa nuova uscita sembra voler dimostrare al pubblico la sua grande versatilità.
Ed infatti le sorprese e le influenze non finisco qua, si arriva, infatti, a “Goldenation” in cui al sound retro si uniscono anche i ritmi tribali africani.
Da qui in poi i suoni retro si fondono ogni volta con altre sonorità per un risultato che gli anglofoni definirebbero decisamente “groovy” (“Charlie Brown” è un esempio perfetto). Nonostante le fusioni inconsuete ed imprevedibIli l’intero lavoro si presenta come un caleidoscopio di sonorità ben fatte, ben unite e soprattutto mai scontate, dimostrando come la band romana non abbia paura di fare accostamenti inusuali.
Senza contare che, dal momento che ogni tipo di sonorità affrontata ha avuto un’ottima resa, le potenzialità di questi quattro ragazzi sono davvero infinite.
Sicuramente questo disco avrà una resa live incredibile, non so perché ma immagino il pubblico composto da una folla di bionde con i capelli alla Farrah Fawcett, shorts e pattini a 4 ruote in una gigantesca roller disco.
Sarebbe meraviglioso.

 

Federica dell’Isola

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