Pierluigi Porazzi è un avvocato e scrittore. Pubblica i thriller “L’ombra del falco” (Marsilio Editori , 2010), “Nemmeno il tempo di sognare” (Marsilio Editori, 2013) – in seguito usciti, rispettivamente, nelle collane “Noir Italia” (Il Sole 24 Ore, 2013) e “Il Giallo Italiano” (Il Corriere della Sera, 2014) – “Azrael” (Marsilio Editori, 2015), “Una vita per una vita” (Pendragon, 2017), “La ragazza che chiedeva vendetta” (La Corte Editore, 2018) e “Il lato nascosto” (La Corte Editore, 2019).
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– Di cosa parla il tuo nuovo thriller Il lato nascosto?
“Il lato nascosto” inizia con l’omicidio di una giovane donna, che, inizialmente, sembra di facile soluzione, ma che in realtà si rivela molto più complesso di quello che sembrava. Le indagini si sviluppano in direzioni inaspettate, coinvolgendo anche personaggi di spicco della vita sociale e politica, e il percorso per arrivare alla soluzione del caso si rivelerà più complesso del previsto. Un ruolo importante all’interno del romanzo è svolto dal DNA, e, senza anticipare troppo della trama, chi leggerà “Il lato nascosto” potrà trovare qualche spunto di riflessione in merito ad alcuni clamorosi casi giudiziari di cronaca nera accaduti negli ultimi anni.
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– Gli ispettori Alba Leone e Ramon Serrano sono i due protagonisti del tuo romanzo, ma sono tante e interessanti le figure che intrecciano la loro vita con quella dei due ispettori. Qual è stato il personaggio de Il lato nascosto più difficile da caratterizzare, e qual è invece quello che ti ha dato più soddisfazione delineare?
Tutti i personaggi sono nati in modo molto spontaneo, quasi come se avessero preso vita dalle pagine scritte. Devo dire che, tra tutti, è stato stimolante pensare e realizzare un esponente della mafia nigeriana che assume un ruolo rilevante nella storia, e che ritengo sia un personaggio di impatto per il lettore.
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– L’efferato omicidio che viene descritto nell’incipit de Il lato nascosto svela pian piano retroscena complessi, da cui emerge anche un legame con la mafia nigeriana. Come hai gestito il reperimento delle fonti per parlare di questo argomento? E in generale, come si svolge il tuo lavoro preliminare per definire l’ossatura delle tue opere?
Per scrivere tutti i romanzi mi avvalgo della consulenza di professionisti di vari settori, in particolare, in questo caso, di un esponente delle forze dell’ordine, che ha svolto indagini anche relativamente alla mafia nigeriana. Mi documento e studio sempre molto, sia per rispetto nei confronti del lettore che per conferire realismo e credibilità alle storie. Per quanto riguarda la stesura dei romanzi, solitamente parto dall’idea di base, ho in mente il finale e l’inizio della storia. A volte prendo appunti, ma non seguo schemi durante la stesura del romanzo, lo costruisco scena per scena, avendo ben presente dove voglio arrivare. Nel corso della scrittura, poi, si può sviluppare una nuova sottotrama, oppure può emergere un personaggio che inizialmente non era stato preventivato.
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– Quali sono tre buoni motivi per i quali è importante leggere Il lato nascosto?
Questo dovrebbero dirlo i lettori… Ma, se proprio devo elencare tre motivi, direi perché è un romanzo che avvince e intrattiene il lettore, perché ha un finale a sorpresa, anche se gli indizi per risolvere l’enigma ci sono tutti, e perché non è solo un giallo, ma anche un ritratto della società in cui viviamo.
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– Da scrittore prolifico di thriller e noir, quali sono gli autori a cui ti ispiri, e che hanno influenzato il tuo stile di scrittura?
Da quando ho iniziato a scrivere non mi sono ispirato a nessun autore, e ho sempre cercato una strada che mi appartenesse, uno stile e una narrazione personali. Comunque gli autori che amo e ammiro sono davvero tanti. Limitandomi al genere thriller e noir, posso fare alcuni nomi, come Michael Connelly, Massimo Carlotto, Jo Nesbo, Alan D. Altieri, solo per citarne alcuni.
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– Di cosa tratta il tuo precedente thriller La ragazza che chiedeva vendetta?
“La ragazza che chiedeva vendetta” è incentrato su un assassino, conosciuto come Azrael – che nella religione musulmana rappresenta l’angelo della morte – che è sfuggito alla polizia e si è sottoposto a un’operazione di chirurgia estetica, per cambiare aspetto, assumendo un’altra identità. Perciò potrebbe essere chiunque, nascondersi sotto l’identità di ogni personaggio che incontriamo nel romanzo.
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– Sei al lavoro su un nuovo thriller? Ritroveremo gli ispettori Leone e Serrano in una tua prossima storia?
Per il momento non sto lavorando a una storia con i personaggi de “Il lato nascosto”, ma a un progetto diverso, che non prevede un protagonista seriale. Comunque penso che Alba e Ramon possano tornare presto in un altro romanzo.
Grazie per l’intervista!