Mauro Mogliani, un passato come Dj rock e un presente da scrittore di thriller, esordisce con “Nessuno sa chi sono io” (Italic&Pequod, 2014). Pubblica in seguito “Racconti per insognia” (Italic&Pequod, 2015) e nel 2016 “La confessione” (parte del progetto FeelBook: il libro che segue le tue emozioni). Nel 2018 pubblica per Leone Editore il thriller psicologico “Cerco te”, vincitore del premio speciale al concorso nazionale di narrativa gialla-thriller-noir Premio Tettuccio 2019.
–
– Di cosa tratta il tuo nuovo thriller “Cerco te”?
“Cerco te” è un’opera che parla di solitudine, di incomprensione, di vendetta cieca; una storia che incute una genuina inquietudine mentre spinge a riflettere sugli errori che ognuno di noi compie nelle relazioni interpersonali, e sulla instabilità e oscurità della mente umana. Un thriller senza fronzoli, senza parole di troppo e inutili, una lotta contro il tempo, acerrimo nemico tanto quanto Nessuno che, proprio perché senza volto e senza nome, può essere riempito dalla coscienza di tutti, personaggi fittizi e lettori reali.
–
– Quali sono state le fonti di ispirazione per il tuo romanzo?
Basta che uno si guarda attorno e di fonti ne riceve anche troppe… La fonte di ispirazione è arrivata quando un giorno mia moglie mi ha fatto capire che ero appiattito e non riuscivo più a dare quello che tutte le donne si aspettano dall’uomo: l’attenzione. L’attenzione, quella vera, spontanea e non quella appiattita dalla routine della vita quotidiana. Mi ha soltanto detto una frase, senza tante parole, una frase che mi è rimasta dentro da all’ora: ho bisogno di te, della tua attenzione, io ti cerco e cerco di fartelo capire lungo il percorso, ma tu vai avanti dritto, per la tua strada.
–
– Da “Cerco te”: «Nardi ripensava alla sua condotta, alle sue indecisioni, alla sua inadeguatezza. Alle volte capita di trovarsi di fronte a bivi davanti ai quali avremmo bisogno di un tempo quasi eterno per valutare la strada giusta da prendere. Invece il tempo che ci viene concesso è quello di un istante inafferrabile». Chi è davvero l’Ispettore Piero Nardi?
«Nardi è il Capo ispettore di Polizia di Macerata, è sposato felicemente (forse) e ha un figlio che frequenta l’università di Genova. Svolge il suo lavoro con tutta tranquillità. Una tranquillità che la provincia di Macerata gli permette da anni, fino a quando un serial killer (“Nessuno sa chi sono io”) stravolge lui e gli abitanti della tranquilla provincia. Piero Nardi non è certo l’ispettore della serie CSI e l’unica arma che ha a disposizione è il suo impegno e l’amore per il lavoro. In Cerco te inizia il gioco di Nessuno con una mossa sbagliata, e da quell’errore scaturirà una serie di conseguenze che lo porteranno a condurre le indagini con angoscia e frustrazione. Ogni aspetto della sua vita viene messo sotto una lente d’ingrandimento e analizzato. È un uomo dalle grandi responsabilità, messo sotto torchio. Talmente sotto pressione da aver paura lui stesso del passo successivo che deve fare, terrorizzato dalle conseguenze. La frustrazione è alle stelle e il senso di fallimento è sempre dietro l’angolo. Definisco Piero Nardi un uomo come tutti noi.
–
– Ci sono thriller che si limitano a intrattenere con una trama avvincente e poi ce ne sono altri, come “Cerco te”, che oltre all’intrattenimento propongono una riflessione sull’essere umano e la società. Qual è il messaggio che hai voluto veicolare con la tua opera?
Nasce dall’esigenza di urlare agli altri un messaggio che avevo dentro: siate attenti, ognuno di noi ha qualcuno che lo cerca, sempre, nel bene e nel male ed è molto più vicino di quanto possiamo immaginare.
–
– In passato hai lavorato come Dj. C’è una colonna sonora che vorresti suggerire da tenere di sottofondo mentre si legge “Cerco te”?
Darei l’anima per pubblicare un libro accompagnato da un Cd o chiavetta che sia. Sarebbe fantastico! Un libro con la sua colonna sonora da ascoltare mentre lo si legge. Sinceramente ai miei amici insieme al primo libro “Nessuno sa chi sono io”, ho regalato un Cd che faceva da colonna sonora; da me mixato e registrato. Nella colonna sonora di “Cerco te” metterei gli Afterhours, i Cccp, i Cure e qualche brano del punk anni settanta.. Ramones. I diritti d’autore fanno sfumare tutti i miei sogni.
–
– Ci racconti qualche dettaglio del progetto “FeelBook: il libro che segue le tue emozioni”, a cui hai partecipato con la storia La confessione?
FeelBook è un’idea di un mio amico, professore di informatica. È un libro emozionale che segue le tue emozioni. Il testo del libro cambia con i battiti cardiaci di chi lo logge. Su uno smartphone o un tablet che si collega ad un cardiofrequenzimetro, si può istallare l’app FeeelBook. L’app visualizza il testo del romanzo e monitorizza il battito cardiaco del lettore. La sequenza delle pagine che il lettore legge cambia in accordo alle indicazioni fornite dall’autore e memorizzate nel testo in formato elettronico. Il testo del romanzo, che io ho scritto si ramifica in più parti e ha più di un finale. In sostanza è l’emozione (battito cardiaco) del lettore che decide su quale pagina proseguire la lettura. Purtroppo questo progetto non è stato portato avanti e l’unico testo per la sperimentazione è “La Confessione”.
–
– Sei già a lavoro su un nuovo thriller? Puoi darci qualche anticipazione?
Certamente, è quasi pronto per essere pubblicato, forse il prossimo ottobre. Il mio lavoro e dell’editor sta dando buoni frutti. Anticipazioni? Ritroveremo i due ispettori, gli amici del bar e ci sarà l’entrata di altri personaggi, maggiori e minori. Sarà il seguito di “Cerco te”.
–
Frank Lavorino