Giuseppe Mastrangelo, avvocato, si occupa di diritto civile e amministrativo. Ultraventennale è la sua attività nel settore della rappresentanza dell’avvocatura e della formazione dei giovani avvocati. In gioventù ha frequentato la scuola di giornalismo dell’Università di Camerino. Pubblica nel 2020 per Santelli editore il suo romanzo d’esordio “Fuori onda”
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- Ci presenti il tuo romanzo “Fuori onda”?
Ho sempre scritto su temi giuridici. Un giorno parlando con una mia amica ho pensato che era arrivato il momento di scrivere un romanzo. Ho cercato di inserire in questo testo non solo l’esperienza a contatto con le manipolazioni della verità ma anche tutta la delusione di un uomo che si rende conto di vivere in un mondo distopico. Il nostro mondo in realtà.
- A che tipo di pubblico è rivolta la tua opera, e a che genere letterario appartiene?
La mia opera è rivolta a tutti ma in particolare a coloro che sono sempre più a disagio con gli schemi imposti e con i cliché sociali che il mondo dell’informazione ci propina costantemente. Il libro è un thriller psicologico molto incentrato sull’io narrante di un personaggio che volutamente ho descritto alla deriva sia nel suo contesto lavorativo e umano che dentro sé stesso.
- Come descriveresti il protagonista del tuo romanzo? Quali sono state le fonti di ispirazione per la delineazione della sua figura?
Penso che il protagonista sia emblematico di un modo di adattarsi alle convenzioni ed alle comodità degli uomini di successo, che per mantenere fama e soldi non esitano a tacere sulle realtà che scoprono, spesso proprio le vere realtà che andrebbero invece mostrate e denunciate. È un grande atto di accusa alla codardia e alla omertà di molti intellettuali e di gente di vero potere.
- Nella tua opera muovi una giusta e aspra accusa al giornalismo sensazionalistico, e alla manipolazione della verità che ne consegue. La storia che racconti ha origine da uno o più eventi che ti sono realmente accaduti, o è solo frutto di fantasia?
Gli eventi simili a quello del romanzo che mi accade di vedere nel mio lavoro di avvocato sono frequenti. Certo il romanzo è sviluppato su un piano più sensazionale e metaforico. Non c’è stato un evento uguale a quello descritto. Anche se quotidianamente osservo omissioni e menzogne. La narrazione mi è servita per inserire questi concetti e questi vari eventi che purtroppo mi è capitato di osservare realmente.
- Il tuo stile di scrittura è molto caratteristico: secco, tagliente e brutalmente onesto. Quali sono gli autori a cui fai riferimento, e quali sono le opere che più ti hanno influenzato?
Ho letto tanto nella mia vita e non so se è giusto fare solo alcuni dei tanti nomi che mi hanno letteralmente cambiato l’esistenza. Leggere è vivere. Se devo fare tre nomi in attinenza con lo stile del mio personaggio direi Berto, Philip Roth e Holluebecq.
- Fuori onda è un romanzo ricco di sostanza, che si manifesta anche attraverso i pensieri profondi e significativi del suo protagonista. Vorresti condividere con noi una citazione alla tua opera che ti sta particolarmente a cuore?
Più che una citazione io sono molto legato a tutti i monologhi interiori del personaggio. In fondo la storia narrata è il canovaccio ed il pretesto per questi monologhi assordanti, che definiscono il carattere, la storia e la psicologia spesso contorta del protagonista. Sin dall’inizio questa è stata la mia stella polare. Ed infatti il libro inizia con una frase sintomatica di questa lucida confusione: “il fatto che più sconcerta è che abbiamo ancora l’impressione di essere vivi”. Sono partito da lì.
- Sei un avvocato che ha deciso di cimentarsi, con ottimi risultati, nella nobile arte della scrittura. Cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada?
Nella mia vita ho sempre scritto ma ho dovuto farlo per studio e per lavoro in maniera tecnica, scientifica. Ora voglio rispolverare la mia vera passione: scrivere per il puro e semplice piacere di raccontare. È un gesto di libertà ed un momento di ribellione, e vorrei che attraverso questa mia opera si comprenda meglio il mondo di manipolazioni che ci circonda e le distorsioni esistenziali di chi non riesce a trovarsi a suo agio in una sociaìetà in cui tutto spesso è preconfezionato.
Frank Lavorino
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