La “maggioranza” del popolo è schiava della propria pigrizia mentale. Preconcetti e mimetismi la rendono un pericolo soprattutto in merito ai rinnovati discorsi sulla democrazia diretta. Nella rete oggi gli affabulatori e i “venditori di idee” sono i nuovi fornitori dell’omologazione… Se l’individuo non attua un cambiamento interno e profondo di se stesso è inutile pensare di rivoluzionare un Sistema ormai ben saldato dalle sue regole, dalle quali esimersi si può solo iniziando un diverso processo di rinnovamento, alternativo dal profondo..
«A queste ultime parole, Pinocchio saltò su tutt’infuriato e preso sul banco un martello di legno lo scagliò contro il Grillo-parlante. Forse non credeva nemmeno di colpirlo: ma disgraziatamente lo colse per l’appunto nel capo, tanto che il povero Grillo ebbe appena il fiato di fare crì -crì -crì , e poi rimase lì stecchito e appiccicato alla parete».
Diciamo la verità, credo che tutti abbiamo provato un poco di simpatia per Pinocchio e nessuna solidarietà per quello sputa sentenze del Grillo-parlante che si, qualcosa di giusto lo diceva anche, ma quanta prosopopea e che saccenteria!
Robespierre, a suo tempo, per contrastare l’ipotesi di un governo dei sapienti, o, più in generale, di rappresentanza, proclamò che l’unica democrazia fosse quella in cui il popolo governa senza mediazioni ..e dette il via alla ghigliottina, cadendone, poi, lui stesso vittima ..sono incidenti di percorso.
L’ipotesi che la gestione diretta del potere sia vera democrazia è poi esatta?
Non so, ho dubbi, perplessità e forse anche ripensamenti, e più in generale, ciò che si designa con l’ambiguo termine “democrazia” è tendere veramente alla “giustizia” e alla felicità”?
In passato, ne ero certo e non starò qui a sottolineare che già allora, se fossi stato meno pirla e idealista, mi sarei reso conto che i sistemi politici che si prendevano ad esempio, in verità, sotto belle parole nascondevano diktat di un leader che si era auto elevato alla carica di un quasi santone. Non sto affermando che gli eventuali Mao Tse Tung o Fidel Castro non abbiano portato i propri seguaci a un benessere un poco più diffuso, ma da qui, ad affermare che poi sia stata instaurata la marxiana “volontà del proletariato” ce n’è di strada e, a parziale scusante, si può solo dire che per lungo tempo le notizie che ci giungevano da quei paesi erano poche e, per di più, spesso filtrate dai diretti interessati che, sotto l’accusa di tacciare di tradimento gli eventuali dissidenti, imponevano una stretta censura (corsi e ricorsi dei periodi storici).
Quello che viene da domandarmi è se oggi, in un’epoca in cui la comunicazione e la trasmissione delle idee, salvo casi sporadici, sembrano regnare sovrane, e che tutti hanno la possibilità di esporre le proprie idee e di partecipare direttamente alla gestione del potere, sia possibile istituire una vera democrazia diretta ..ecco proprio su questo ho i miei dubbi e perplessità, non solo sulla ipotetica possibilità e non controllo, ma anche se una sua eventuale istituzione sia poi una cosa così desiderabile.
Innanzitutto va tenuto conto che proprio l’indistinta quantità di informazioni reperibili in rete da origine non solo ad una falsa conoscenza e alla velleitaria certezza di avere la verità in tasca, ma che la velocità con cui vengono diramate le esternazioni dei santoni e di come le stesse, poco dopo, risultino essere già vecchie le renda molto simili a prodotti-merce. Come la proposta di un dentifricio o di un liquore, per conquistare mercato, deve toccare l’immaginario del potenziale acquirente e spingerlo ad una cieca omologazione, allo stesso modo i venditori di idee, per promuovere se stessi come salvatori della patria, usano slogan dal forte impatto emotivo in cui chiunque possa identificarsi. Non è un fenomeno nuovo, lo abbiamo potuto osservare già in passato, e per accennare ai tempi più recenti, si possono citare i vari Di Pietro o Bossi che, oltre a sperticarsi in sproloqui conditi spesso con un generico turpiloquio, non proponevano nulla di veramente alternativo e fattivo ..però risultavano molto simpatici e popolari, davano soddisfazione a chi era accorso a sentirli e chiunque poteva dire con sentita partecipazione: “hai sentito quante gliene ha cantate? Finalmente uno che la pensa come me ..quant’è bravo, lo voto!”
Oggi il linguaggio usato dai nostri venditori di fumo è ancora più diretto e gridato.
Il pubblico non è più di nicchia ma allargato e il bersaglio ha superato il particolarismo per investire tutto il sistema ..sembra invocare una sorta di presa della Bastiglia, speriamo senza ghigliottina. È sicuramente vero che per circa cinquant’anni siamo stati governati da persone al limite della incapacità che non solo non hanno curato gli interessi nazionali e privilegiato quelli di determinati settori, che si sono spesso invischiati in giochetti di sottobosco pro domo sua e che, quindi, sia necessario un sacrosanto cambiamento, ma la strada che è stata indicata è quella giusta?
L’idea che a legiferare in Parlamento ci siano persone “comuni” pescate nella Rete può essere simpatica, dà l’impressione che, finalmente, a gestire il paese vi siano individui che abbiano provato sulla propria pelle le priorità e problematicità di tutti noi, tuttavia a me spaventa il loro essere completamente digiuni della differenza che corre tra il gestire uno Stato o una società sportiva.
Le logiche e regole che intercorrono tra Stati o nei confronti della finanza internazionale, che saranno anche delinquenziali, non possono tuttavia essere ignorate, almeno, purtroppo, sin quando a livello internazionale non sarà stata trovata una alternativa.
È con essi che dobbiamo confrontarci e, a meno che non si sia disposti a chiuderci in una sorta di autarchia, molto simile a quella in cui si è trovata l’Albania per lungo tempo, invocare un generico crucifige è tempo perso.
Checché si pensi del capitalismo, della globalizzazione e dei mercati allargati, allo stato attuale sono l’unica realtà ..e blaterale su di una nostra eventuale uscita dall’euro è pura follia, significherebbe non solo innescare una inevitabile svalutazione che, se da un lato potrebbe avere una ricaduta positiva sulla bilancia dei pagamenti, andrebbe a colpire proprio i settori sociali più deboli che ci viene detto che si intende tutelare, ma, più realisticamente, ci spingerebbe ai livelli della Grecia. Altra cosa sarebbe istituire monete locali complementari agganciate al demanio e liberarsi in parte della dipendenza dalla BCE.
Invocare lo stipendio minimo garantito è bellissima cosa! Ma per non far la stessa parte del nostrano Affabulatore di professione (peraltro bravissimo) che promette la restituzione dell’Imu e tace che, nell’eventualità che ciò avvenga, la stessa cifra ci verrà poi ripresa dagli Enti locali, chi lo propone non ci dice dove potranno essere reperite le risorse.
Ridurre gli stipendi dei politici (secondo me non dovrebbe superare la media alta nazionale: 2.500 € netti), anche se ha un alto significato etico, non basta. Mi sta bene anche il taglio al finanziamento pubblico dei partiti, ma come la mettiamo con le organizzazioni politiche che non godono dei favori di potenti interessi?
È giustissimo tuonare contro l’inquinamento e lo spreco energetico ..ma conosco fior fiore di ecologisti che d’estate fanno andare i condizionatori a tutta gallanza, che per fare 200 mt di strada prendono l’automobile e che si battono per la promozione delle energie alternative, a patto però che le eventuali centrali alternative non siano costruite sotto casa loro.
A questo punto mi si chiederà cosa propongo ..non è cosa facile, sono molto pessimista e temo che un vero cambiamento possa avvenire solo dopo uno shoccante tracollo globale e che il primo vero grande mutamento, più che nelle istituzioni, dovrebbe investire il modo di pensare di tutti noi, detto in altri termini, non sono poi così sicuro che la maggioranza abbia sempre ragione e non sia, invece, schiava, per pigrizia mentale, di preconcetti e mimetismi.
Forse, nel frattempo, l’unica strada percorribile è, come in altra occasione ebbe a dire Montanelli, di turarci il naso e dare a quei quattro ciarlatani che dicono di rappresentarci il mandato di trovare un accordo per attuare riforme, nella speranza che, spaventati dai latrati di Cri-cri, siano meno generici e lavativi.
Non ultima e non meno determinante per la perplessità che nutro nei confronti di Cri-cri è il suo dichiarare, non si sa in base a quali prove, non solo che le donne in Iran godano di grande libertà e che sia giusto e sacrosanto che detto paese si doti dell’energia nucleare, ma che il vero pericolo alla pace e stabilità internazionale sia rappresentato da un ipotetico e non dimostrato potere giudaico-massonico che avvolge tutto il pianeta… la solita solfa insomma.
Melog
sono sempre d'accordo con melog. un po' meno stavolta sull'idea che siccome le regole sono queste (sistema politico, finanza, Ue, ecc..) bisogna giocare con le stesse regole. infatti credo che in realtà non si giochi mai ad armi pari. molti economisti esperti affermano che l'uscita dall'euro non sarebbe in verità così catastrofica come ci vogliono far credere. appurato questo, anch'io sono dell'idea che la cosa non è poi così semplice e veloce. in ogni caso, c'è bisogno di uno scossono per buttare giuù tutto il marcio che abbiamo intorno..
se il senso del post di Melog è quello che prima di cambiare il Sistema dobbiamo appunto cambiare prima noi stessi, allora, sono perfettamente d'accordo
bè, mi trovo d'accordo con Alessio Pj
il discorso vero è che ormai in rete c'è molta fuffa… si possono indirizzare gli argomenti, i fatti e le notizie tanto quanto si è fatto finora sui media. il rischio di un altro tipo di omolagazione è in agguato
non è sempre detto, perchè in rete è anche sempre possibile lo sputtanamento diretto.servono le fonti
secondo me il punto di partenza (perchè di questo si tratta..) di melog ha il suo perché!
"La natura dei popoli è varia; ed è facile a persuadere loro una cosa, ma è difficile fermarli in quella persuasione". Machiavelli
l'idea di istituire monete locali complementari potrebbe essere un idea iniziale? un primo passo per affrancarsi dagli interessi finanziari del debito! perchè no!?
xkè non te lo fanno fare!
La normativa UE prevede tale possibilità, basta che non sia a livello mazionale ma locale. Alcuni enti l'hanno messa in pratica, si tratta di "associazioni private".
Gli EE.LL. potrebbero istituire una associazione tra residenti e prevedere anche il pagamento dei tributi con quella divisa.
Il discorso è molto ampio per poter essere svolto in breve spazio
interessante. 🙂
bè, come dice Melog: o tracollo globale, o lento cambiamento a partire dal profondo di noi stessi,le chiacchiere stanno a zero
Politiche di cambiamento radicale? Cambiamento di che cosa? Della società? Non diciamo fesserie! Badate bene, il mio punto di vista conta come il due di picche, a meno che io non mi riveli a voi come un personaggio noto -ancorché idiota- allora qualsiasi cazzata io dica varrebbe come l'asso di danari a briscola, ma qui il discorso non parte dalla mia opinione, né da quella di qualche altro, parte invece dalla realtà dei fatti, realtà storica ormai. Ma come si può pensare di cambiare la società attraverso un sistema che per sua stessa natura vuole questo tipo di società, inclusa la tipologia di ogni singola 'persona' che ne fa parte? Ma sarebbe come pensare di trasformare il brodo in pane! E che crediate o no a queste parole, tutto, ma proprio tutto in questo tipo di società è funzionale a questa stessa società, che si rigenera secondo un progetto, secondo un'istruzione precisa calata dall'alto e che include la stessa massa societaria, istruita anche lei a questo scopo. Io vedo gente che si arrabatta nel cercare di rovesciare l'esistente -nobile volontà- ma sono tentativi destinati a fallire, come le rivoluzioni borghesi, ed infatti falliscono, perché ognuno di quei tentativi si attua per mezzo dei medesimi strumenti del sistema: invertendo l'ordine dei fattori il prodotto non cambia. Citare il Bruno e dire che è un'illusione chiedere al potere di riformare se stesso? A che cosa serve citarlo, se la massa è istruita a dire 'sì, Bruno ha ragione, ma…'? E' la sequenza di quei 'ma' che il sistema ha voluto che si formasse nel tessuto sociale. C'è riuscito. La pesantezza di quei 'ma' serve a misurare lo stato immutabile delle cose, ed è una pesantezza titanica, la bilancia pende dalla parte della sconfitta del vero cambiamento, dalla parte della rassegnazione, dell'abitudine, dell'automatismo mentale e morale. C'è uno scollamento pauroso tra l'intenzione di cambiare e l'abitudine che porta alla stessa mèta di nome 'sistema', e non c'è alternativa: o si procede nella massificazione e nell'illusione, oppure si dovrà mettere in discussione tutto, tutti gli strumenti che sembrano atti al cambiamento, ma che non lo sono affatto. In discussione anche se stessi. Mi muovo in questo senso, mentalmente prima ancora che attivamente, ribaltando il ribaltabile, rinnegando le consuete conoscenze, legiferando a modo mio sulla base del buon senso, non credendo a nient'altro che non sia 'informazione naturale', mia propria, nulla che possa arrivarmi dall'esterno. E ammiro incondizionatamente le pochissime anime che, da sole o in gruppi, oltre a distruggere l'esistente e i suoi strumenti, riescono a costruire alternative umane veraci e felici, piccole alternative ma gigantesche per forza morale, nonostante la società-serva-kapò le accusi, anche con un vigliacco e fottuto 'ma'. Ignoratemi.
(un post di italiani imbecilli)
come darvi torto. e certamente le parole di Massimo sono vere,se non si mette in discussione anche se stessi,non si va da nessina parte
l'unica cosa buona di Grillo è che ha portato il vento del cambiamento..se solo in Italia gli italiani (e qui mi ricollego, condividendolo, al discorso di Melog e Massimo) riuscissero finalmente a trovare il coraggio di cambiare,finalmente uniti.
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