Il Duopolio del Lusso: i francesi delle Vanità!

L'impero di Pinault e Arnault

Il business del lusso in mano a due manager francesi, diversi ma complementari

 

Femminile/Maschile, Espansione/Contrazione, Scuro/Chiaro, Leggero/Pesante, Freddo/Caldo, Vegetale/Animale, Passivo/Attivo: Yin e Yang! Nulla è mai tutto Yin  o tutto Yang,  c’è sempre un po’ di Yin in Yang e viceversa. Lo Yin, ruotando vorticosamente, si trasforma in Yang e viceversa; inoltre, ciascuna metà contiene parte dell’altro elemento, tutto in natura è unità, nonostante i suoi diversi aspetti.

Questa legge appare molto evidente anche nello scenario contemporaneo del fashion business mondiale, dove troviamo due contendenti complementari e attuali, che a colpi di acquisizioni e miliardi, muovono e alimentano tutto il comparto lusso, francese e non..

Sono pochi gli acquirenti illuminati, che conoscono questi retroscena, e quasi nessuno sa che in realtà dietro la miriade di proposte che i brand del lusso offrono nel mercato globalizzato, si nascondano due, e dico due, uomini importantissimi e francesi. Complementari e allo stesso tempo diversi, per attitudine e scelte.

Sono François-Henri Pinault, 48 anni, Presidente e Amministratore Delegato del colosso francese Ppr, e Bernard Arnault Presidente e CEO del Gruppo Louis Vuitton Moët Hennessy (LVMH).

Uguali e distinti comunque, soprattutto nell’approccio che hanno alle loro mission e alle loro acquisizioni.

Per la Ppr è stata fondamentale l’acquisizione della maison Bottega Veneta, faro storico del Made In Italy e dell’intramontabile esclusività, mentre ha fatto molto rumore l’ultima operazione finanziaria di Arnault/LVMH, l’acquisizione di Bulgari, per oltre 6 miliardi di dollari che ha fatto raddoppiare la presenza del gruppo nel settore dei gioielli di lusso.

 

D’altronde basta guardare la lista dei brand controllati dai rispettivi poli per farsi un’idea dell’approccio che i due imperatori della moda hanno verso i loro business.

La Ppr detiene i marchi Gucci, Bottega Veneta ,Ysl, Balenciaga, Stella McCartney, Sergio Rossi, Alexander McQueen, e Boucheron, e da poco anche un marchio, vanto della capitale, Brioni Roman Style, marchi dall’innegabile appeal fashion iconoclastico, ma che comunque rappresentano, in termini economici, una piccola fetta del settore del lusso mondiale.

Mentre Arnault/LVMH possiede il gotha del lusso main-stream con brand come Louis Vuitton, Bulgari, Fendi, Dior, Marc Jacobs, Emilio Pucci, Givenchy, Kenzo, Loewe, Sephora, Guerlain, Acqua di Parma, Cèline, Donna Karan, TAG-heuer, Dom Pérignom, Moèt&Chandon, (tra gli altri)…

 

Si può partire proprio da qua per delineare l’approccio dei due verso la scalata al lusso.

Se Arnault fagocita e scala i vertici di tutte le maison mondiali, con ardore e sprezzante ottimismo, Pinault dal canto suo crede in un lusso diverso, ed ha dichiarato in una recente intervista di aver visitato cinque aziende italiane, ma senza fretta, perché secondo lui, le scalate svelte e veloci non portano mai a buoni affari (forse una piccola frecciatina al collega/complementare Arnault?). Proprio questo approccio più rilassato e focalizzato su un lusso meno ostentato ha portato il patron di Ppr ad effettuare delle scelte logistiche, come per esempio vendere le sue quote in aziende che non rispecchiassero più questa sua nuova visione manageriale, ed ecco dunque l’uscita della Ppr da realtà come Fnac (librerie) e Redcats (vendita su catalogo).

Altro slancio di Pinault/Ppr sarà lo sviluppo dello sport&street style, altra branchia che interessa parecchio e dove ha già iniziato a muoversi comprando il 72% della Puma e la Volcom.

 

Anche le dichiarazioni su possibili e future acquisizioni danno un’idea delle divergenti personalità dei due imprenditori…

Pinault alla domanda su quale potrebbero essere le aziende in cui investire, complementari alle sue visioni, risponde dicendo che le uniche due non in mano a famiglie sono Burberry e Tiffany, ma a suo parere troppo costose… dall’altro canto Arnault non nasconde le sue mire su un colosso come Giorgio Armani, Re Giorgio permettendo..

La sfida è tutt’altro che in via di chiusura, anzi gli scenari si stanno sempre più allargando, merito o demerito della globalizzazione e dell’inarrestabile volata che il settore del lusso continua a compiere, soprattutto nei paesi dei nuovi ricchi.

Oggi si può solo notare come il Signor Pinault/Ppr sia secondo Forbes il 77° uomo più ricco del mondo, mentre Mr. Arnault/LVMH sia nella top-ten degli uomini più ricchi del globo, esattamente al 4° posto, nonché 1° in Francia.

 

Sembra comunque che almeno in amore il meno ricco dei due, Pinault, sia più fortunato.  Felicemente sposato con la splendida attrice messicana, Salma Hayek, ha avuto anche una relazione con Linda Evangelista, seppur quest’ultima abbia richiesto, in sede legale, 46 mila dollari al mese (poco più di 32 mila euro) per il mantenimento del figlio Augustin, 6 anni, nato nel 2006 dalla fugace relazione tra i due. Spiccioli comunque, ma che segnano uno tra i più alti assegni di mantenimento della storia!

Solo il futuro potrà dire se questo duopolio sia destinato a continuare oppure si risolverà in un monopolio dittatoriale. Io credo di no, perché c’è sempre bisogno di un dritto/rovescio di Femminile/Maschile, Espansione/Contrazione, Scuro/Chiaro, Freddo/Caldo, Vegetale/Animale, Passivo/Attivo… Yin/Yang!

Inoltre, aldilà dei detentori del potere economico, sarà sempre imprescindibile la sapienza e la maestria di tutti i comparti utili alla creazione di un prodotto: designer, sarte, pubblicitari, ecc…

 

P.S. -Consiglio a chi vuole comprare una borsa molto costosa, IT bag, come si chiama in gergo: meglio investire in una Bottega Veneta che in una Louis Vuitton. La prima regge la svalutazione molto meglio della seconda, ma come piace pensare a me, la moda è un gioco e nei giochi non si vende o rivende mai nulla, si impara semplicemente! E per imparare è necessario dimenticare!

Andrea Algieri

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