Il dolore nella Metamedicina

Alcune riflessioni sul difficile rapporto con questo fastidioso "visitatore"

Metamedicina e new age.. come dobbiamo comportarci di fronte al dolore? Questo è negativo? O è positivo? Ci sono delle distinzione da fare? Parlare del dolore, in generale, si può?

 

Metamedicina.. potrebbe essere interessante cominciare con un’analisi della parola, non trovate? “Meta” in greco vuol dire “che va oltre”, “che viene dopo”: la “meta-fisica” di Aristotele si chiama così perché i libri di questo argomento venivano `dopo´, perché trovati successivamente, quelli che riguardavano la fisica. La metafisica poi è diventata quella branca che guarda a ciò che è oltre. Comunemente inoltre, forse meno comunemente se usciamo dalle aule universitarie, si parla di “metalinguistica” o di “metaetica” , per esempio. Che sono? Precisamente sono “il linguaggio che parla del linguaggio” il primo e la riflessione relativa a come dovrebbe impostarsi l’etica, intesa come studio disciplinare, la seconda. Quindi sono, in generale, discorsi relativi al funzionamento di certe discipline.

Da diversi anni a questa parte si sta diffondendo la “metamedicina” che non è però da intendersi come “il discorso relativo al funzionamento della medicina”, ma un nuovo modo di fare medicina.

Chiariamo ancora meglio: la medicina comune e diffusa vi offre delle cure per dei mali di cui soffrite, guardando però a quelli che sono i sintomi fisici che vengono mostrati e su questi cerca di agire. La metamedicina invece, dall’alto della sua onniscienza, ci chiarisce una cosa: la medicina comunemente diffusa sbaglia se vuole agire sui sintomi, perché si deve agire sulla causa, che invece è emozionale.

Allora, posta in questo modo, sembra che questa metamedicina abbia fatto la scoperta dell’acqua calda. Il conflitto fra una medicina che cura la parte emotiva e quella che cura la sola sintomatologia non sembra  tanto quello esistente già tra psicanalisi e psichiatria? Solitamente quando si sente parlare uno psicologo o uno psicanalista, quello che ci viene detto è che gli psichiatri alla leggera cercano di curare il male dando al paziente dei semplici farmaci, senza andare a indagare quella che è la causa più profonda che lo causa.

Siamo in odore di insegnamenti new age? Quello che colpisce della moda new age, che magari avrà pur detto qualcosa di sensato, è l’affermazione secondo la quale “il dolore non esiste”.. Ok, c’è da riflettere anche su questo: il dolore, parlando innanzitutto di quello emotivo, non è forse una componente dell’essere umano? L’uomo è fatto di emozioni e anche le emozioni che provocano sofferenza sono da considerarsi una parte di lui. Forse sbaglio? Richiamando ancora Martha Nussbaum e la sua “L’intelligenza delle emozioni”, ricordiamo che una caratteristica delle emozioni è che queste sono legate, in misura maggiore o minore a seconda dei casi, quindi in modo evidente o meno, a ciò che per noi riveste una qualche importanza. Se questa cosa importante per noi dovesse venire a mancare, non proveremo forse dolore e sofferenza? Non sarebbe questa un’emozioni che ci rende umani? Ma se il dolore non esiste, e il dolore è collegato a qualcosa che per noi riveste una qualche importanza, allora non dovremmo attribuire importanza a nulla? Lasciamo perdere il discorso sul consumismo e tutto il bla, bla.. sull’essere legati troppo a dei beni terreni e materiali, e pensiamo che la cosa alla quale noi attribuiamo una certa importanza sia un affetto: non soffrire perché quell’affetto è venuto a mancare cosa ci renderebbe? Degli automi? A me sembra una cane che si morde la coda.. Non è così semplice.

 

Pensiamo adesso al dolore fisico. In una saga fantasy, da cui è stata tratta anche una serie televisiva, che si chiama “La spada della verità” ci sono dei personaggi molto particolari: le Morsit. Sono delle donne che, tra i vari loro aspetti caratteristici, hanno quello di essere impassibili al dolore, perché hanno imparato a proiettare il loro pensiero in luoghi e situazioni in cui il dolore non è minimamente contemplato. Sicuramente un’abilità utile per delle guerriere e altrettanto utile per l’uomo del giorno d’oggi… se non fosse che alcuni dolori rischiano di farci anche morire! Il caso: colpo di pistola, dolore, perdita di sangue.. Visto che a causa di un’abbondante perdita di sangue rischiamo di morire, credo che il dolore sia utile! Il dolore ci segnala che qualcosa non va.. Si vede sempre, nei film, che quando si sta per morire il dolore scompare, non si sente più nulla. Il dolore quindi è una parte integrante dell’essere umano. Si potrebbe dire così?

Tornando al dolore emozionale, possiamo forse dire che questo ha un lato positivo. E come? Basti pensare a due persone che stanno insieme. Se una delle due comincia ad avere qualche dubbio, per darsi una risposta potrebbe pensare “e se ci lasciassimo?”. Se ottiene una risposta emozionale dolorosa allora saprebbe che lasciarsi non è la soluzione ideale. Se non la ottiene, allora forse quella soluzione è l’unica possibile.

Ultima riflessione: se pensiamo a quei bambini che sono affetti da una grave malattia dalla nascita, innanzitutto dobbiamo scartare la possibilità che grazie al controllo sulla propria mente possano escludere il dolore o curare la malattia. E allora? Qual è la causa? Il karma?

Roberto Morra

 

 

La metamedicina -intervista a Claudia Rainville

Share Button
Written By
More from Roberto Morra

L’olfatto riconosce il sesso delle persone…

Perché la sessualità e il mondo erotico è un'esperienza sensitiva totale... anche...
Read More

7 Comments

  • basare le nostre decisioni sul dolore è fuorviante oltre che pericolosissimo. ci servirebbe un'educazione al Sè e alla propria consapevolezza ad altissimi livelli. dovremmo essere spuri da qualsiasi interferenza egotistica… al chè, normalmente è quasi impossibile

  • a giudicare dalle mie solite e frequenti emicranie dentro di me c'è qualcosa che proprio non va… e fin qua, non serve una scienza per capirlo! 🙂

  • alla morte il dolore scompare… è parte del corpo, se davvero sapessimo se l'anima persiste, allora avremmo la risposta

  • il karma in effetti è il risultato delle scelte fatte su basi emozionali… come tutta la nostra vita del resto. capire questo significa capire l'essere umano,la medicina dovrebbe comprendere questo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.