C’è tutta l’urgenza di analizzare e affrontare il presente con le sue precarietà e le sue angosce, ma anche l’ansia di capire come fare per gestire e costruire la Bellezza in questa quotidianità che spaventa, nell’Ep de Il Branco: primo lavoro autoprodotto omonimo del gruppo che lo ha fatto crescere e donato al mondo.
È una goduria per noi di Uki parlarvi in esclusiva di questo primo Ep della band, un lavoro fatto di quattro tracce disposte due per lato, come nella migliore tradizione analogica. La scelta di distribuire l’Ep in vinile, infatti, è dovuta al calore e alla ruvidità tipica di questo supporto, specchio perfetto della band. «L’urgenza, i graffi, le distorsioni, lo stomaco ristretto dai crampi, i nodi alla gola che continuano a legarci, quasi a soffocare o a liberarci (..come descritto nel brano “Per Sciogliere i Nodi”).. sono l’ispirazione per la foto della donna in copertina, di schiena, a darci le spalle per guardare la fine o l’infinito, uno sfondo indefinito dove tutto è possibile, speranze o buio da illuminare», così Sofia Bucci, l’artista che ha creato l’artwork del vinile, descrive l’ideazione del packaging.
Ebbene, dall’analisi delle dinamiche che governano il mondo in cui le ruote dentate mordono il tempo negli spazi che ci siamo ritagliati e in cui il futuro non appare altro che un tentativo (“Il Teorema di Neaderthal“), attraverso un’atmosfera che diventa sempre più cupa e che scurisce l’anima, Il Branco ci trascina tra “Inferni e Primavera“, in cui le primavere collassano e la verità diventa richiesta ossessivamente urlata.
E non è finita, il lato B si apre con l’acidità di “Lettera Aperta… in Due“, in cui il timore di Dio è eclissato dai colpi di reni con cui si reagisce alla forma dell’amore, e si scioglie in un’ossessiva ripetizione di una domanda tutt’altro che facile: «Dove sono i gomitoli per evitare gli ostacoli?», in cui un Teseo moderno cerca di uscire dai propri labirinti esistenziali (“Per sciogliere i nodi“).
Ecco, come non avremmo potuto parlarvi di una giovane band emergente come questa. Si tratta di un debutto cazzuto, non c’è dubbio, soprattutto per lo spessore dei testi di Francesco Gambini, che accostano la band ad un progetto cantautorale deframmentato solo da un approccio alternativo tipicamente rock, indie… ricamato da venature acustiche subito accompagnate da botte elettriche. I suoni di chitarra acustica ed elettrica, sintetizzatori analogici, percussioni acustiche e pad elettronici formano un tappeto perfetto per la voce di Nicola Pressi, a creare un mood avvolgente ma allo stesso tempo pungente capace di coinvolgere ogni attento ascoltatore. Un’esperienza da provare..
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Nicola Pressi: voce / chitarra
Francesco Gambini: testi / tastiere
Leonardo Pressi: batteria / drum pad
IL BRANCO su:
> Spotify
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non male davvero…
particolarmente forti i testi,ed una musica che regge bene l’ascolto
bravi!
un po’ ostici,devo riascoltare
e poi facci sapere nel bene o nel male ci nutriamo di chi ascolta 😀 e grazie
Che bella scoperta.
Restiamo in ascolto.
devo riascoltare anche io,ma si sente che i contenuti ci sono. una musica che sembra un sottofondo per i testi, ma poi conquista il suo spazio nell’incorniciare la canzone
me lo segno questo gruppo ……….. :))
C’è bisogno di qualcosa di nuovo. Questi ragazzi hanno tutte le carte in regola per farsi valere. Quattro pezzi che sono un biglietto da visita di tutto rispetto e un bel pugno nello stomaco. Quel sasso lanciato arriva. Grazie Uki per queste scoperte. E grazie Il Branco.
Sciogliamo i nodi dalla schiena. L’importante è non lasciarci in asso. 😉
Un pugno nello stomaco che ci ricorda che la bellezza c’è, persiste e resiste come antalgico rimedio diviso tra i buoni. Esperienza tra disagio e speranza calato in una edulcorata puerile e vetusta incoerenza di adulti con la schiettezza di chi sopravvive davanti all’assurdità degli eventi
Grazie per queste segnalazioni.
Bellissime scoperte, acquistato subito.