Grace di Monaco: una pellicola sotto ghiaccio

Un film descrittivo ma che non mostra, neanche quello che vuole il pubblico... peccando di emozioni

Grace di Monaco… un’altra principessa triste? Così sembrerebbe, dato il film, o comunque la parte della sua vita che viene presentata! Spero che la sua vita non sia stata tutta così francamente. L’attenzione è puntata su un momento particolare della sua esperienza quale principessa di Monaco, ma il suo passato da attrice vincitrice dell’Oscar si farà sentire.

 

Grace di Monaco e la sua storia:

Il film racconta la storia di Grace Kelly che, dopo essersi fatta un nome nel mondo del cinema e aver vinto anche un Oscar, alla fine degli anni Cinquanta si trasferisce a Monaco. Perché? Perché dopo il corteggiamento, ha ceduto ed ha sposato Ranieri di Monaco. Così da attrice famosa diventa una figura istituzionale. Il film racconta di come viene vissuto e risolto questo conflitto, che Grace vive dentro di sé.

Grace di Monaco con Nicole Kidman protagonista:

Sicuramente l’attrice si presta molto ad interpretare ruoli in cui è prevista una certa eleganza, come il ruolo di una principessa. Forse però è un po’ troppo elegante. Risulta quindi distaccata e fredda, nonostante il ripetersi di inquadrature di occhi che spesso piangono… ecco perché la domanda: era anche lei una principessa triste? E poi vederla vicino ad un Tim Roth, che abbiamo visto in ruoli da psicologo irriverente e alternativo come in “Lie to me“, crea una certa dissonanza, per quanto lo stesso Tim è strano da vedere nei panni di un principe rigido e reggente.

Grace di Monaco e il ripetersi di una tematica già conosciuta:

In effetti ci accorgiamo che il film vuole scendere in profondità nella vita della principessa. Vuole mettere in luce il suo lato umano, probabilmente lo stesso che poi l’ha resa mito. Il film vuol mettere in risalto il conflitto interiore che questa donna vive, stretta in una realtà troppo formale e ufficiale per un’attrice proveniente dal mondo del cinema. Sicuramente questo tentativo è da apprezzare, ma poi fa troppo eroina da romanzo del Settecento.

Grace di Monaco: eroina alla Robinson Crusoe.

Nel romanzo del 1700 è tipico incontrare dei personaggi appartenenti alla borghesia, che allora stava cominciando ad avere un ruolo sempre più influente, che riescì a risollevarsi da situazioni di difficoltà. Sono presentati come degli eroi dell’umanità, dalle grandi doti ingegnose. Qui abbiamo lo stesso: come è tipico, anche Grace riesce a far breccia nel cuore dei sudditi e dei capi europei tutti grazie al suo ingegno e al suo intuito femminile.

Grace di Monaco: manca il prima e il dopo.

Quello che manca, e che qualcuno alla fine della visione si è chiesto che fine ha fatto, è l’incidente nel quale Grace muore. Per una strana attrazione verso il macabro e il tragico, le persone sono attenti a questi particolari (non tanto strana visto che un filosofo del quarto-quinto secolo a.C., conosciuto dai più come Platone, già ne parlava). È la fine tragica che rende degna di attenzione la storia di qualcuno. Non vogliamo indagare sulle motivazioni psicologiche riguardanti l’essere umano, fatto sta che esiste. E nel film non c’è questa cosa, così come anche tutta la fase favolistica del corteggiamento che precede la sua giunta a Monaco.

Grace di Monaco: vederlo o no?

Quindi se volete andare a vederlo per conoscere un po’ tutta la storia di Grace Kelly, evitatelo perché perdereste il vostro tempo e il vostro denaro. Se invece non ne sapete niente e volete andare a vedere il film per conoscere qualcosa della vita dell’attrice tanto famosa, allora ci potreste fare un pensierino.

Roberto Morra

 

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