La barca affonda abbandonata dal Comandante. E poiché i vigliacchi sono i guardiani dei poveracci, interviene il “governo tecnico” dei soccorsi, ma è troppo tardi…
Certo è la più semplice che si possa fare, l’ha usata pure Beppe Grillo nel suo ultimo post, ma come non farla? Come non aggiungere altri dettagli su questa grande metafora che cola a picco davanti ai nostri telefonini?
Una “similitudine” davvero troppo palese quella tra la Costa Concordia e la nostra Italia che viene abbondata dal comandate mentre va a fondo per poi far arrivare -troppo tardi- il governo tecnico dei soccorsi.
Ma il paragone non si ferma qui.
La stupenda e luccicante mega nave da crociera, piena di ristornati, palestre, piscine, saune, piste da ballo, negozi e via dicendo non era che una grande vetrina, una fiction, un cento-vetrine galleggiante con attori paganti. Pagavano un piccolo sogno di ricchezza che durava una traversata del Mediterraneo, giusto il tempo per non pensare alla vita misera che poi si tornerà a fare tutti i giorni.
«Dopo aver provato Costa Crociere sarà difficile tornare alla vita di tutti i giorni»..
Così recitava una pubblicità di qualche tempo fa, in cui si vedeva una donna nella sua misera vasca da bagno di casa, con il rubinetto gocciolante e dalle luci grigie e fredde che, in piena depressione post-crociera, scoppia in un pianto da angoscia depressiva che riesce a placarsi solo al ricordo della stupenda vasca ad idromassaggio piazzata nel bel mezzo del ponte della nave.
Insomma, non è che quelli che andassero in crociera non erano consapevoli del fatto che fosse tutto un po’ finto, forse il problema è quando non lo sono (o cercano di non esserlo) tutte le persone “normali” che nella vita di tutti i giorni si alzano presto la mattina, lavorano come muli strafatti di coca, ma che non ce la fanno a dire a loro stessi di condurre una vita di cacca, tanto che alle fine s’accontentano di una Panda Multijet nuova, e di un ristorantino o discoteca al fine settimana.
Poi però -per rimanere nella metafora- arriva un piccolo scoglio, magari perché si è andati fuori dalla rotta prestabilita, che in questo caso troveremo nelle borse valori e non vicino l’Isola del Giglio e che chiameremo per comodità: spread.
Ecco, solo in quel momento ci si rende conto di quanto tutto era finto e illusorio, un palliativo a base di piccoli e superflui piaceri. Si prende consapevolezza che le barche affondano e i lavori si perdono, che i ricchi vanno da soli in yacht e i poveracci si devono affidare a comandanti vigliacchi.
Ci si rende conto, sempre dopo.
Si capisce, sempre dopo.
E mentre la nave va sempre più giù, insieme a tutte le inutili consapevolezze ci rendiamo conto anche del fatto che non ci possiamo fare nulla, che possiamo solo guardarla soffrire e dire miseramente a noi stessi: «Chissà quanti soldi d’indennizzo avranno quei poveracci».
Marco Caponera
purtroppo, articolo "profondamente" vero
il paragone c'è tutto purtroppo… ed è sempre una causa umana
ke angoscia..
altri dovrebbero cadere a picco! come quell'omm e merda del comandante..
nn riesco a pensare alle vittime e ai morti di questo incidente, come a dei coglioni che sono andati in vacanza su un sogno di plastica, mi sembra irrispettoso per ora… ma certamente vale per il discorso generale che fa di una nave di plastica il sogno di gente che non si cura del prossimo pur di godersi la vita alla faccia di tutti!
bè, stavolta almeno il governo tecnico era dei "buoni" va..
ci si rende conto che tutto era finto,ci si rende conto di aver perso quell'ingenuità,ci si rende conto che non ci resterebbe altro che reagire..
e magari il comandante è solo il solito capo espiatorio della storia
un altro capitolo dell'italia delle banane..
istantanea dal mondo dei nuovi navigatori sull'italia…
😉