Esercizi drammaticali

Preghiera dell’ubriaco...

Jane è salita in cima alla scala che tiene fuori in giardino per toccare il cielo con un dito, ma una stella cadente a mezzanotte in punto, passando proprio vicino al suo orecchio, le ha fatto perdere l’equilibrio e cadendo dall’ultimo piano di questa triste storia ha sbattuto violentemente la testa in terra, ed ora è in coma. Il medico tuttavia non ha ancora sciolto la prognosi che resta pubblicamente riservata alla mercé delle riviste specializzate in tristi storie inventate.

Mentre tornava a casa dal posto dove rinchiude tutti i giorni i vecchi e lontani istinti giovanili, il signor Hood si è fermato vicino a una pompa di benzina e guardando fuori dal finestrino ha scaricato tutta la sua rabbia sulla donna salita nel frattempo accanto al sedile del guidatore, esplodendo in un immenso coito appiccicaticcio. Sono le tredici e trenta e tutto va bene.

La vita è solo una questione di punti di vista sbagliati, di cattivi gusti, di strane abitudini e comportamenti egoistici. Altrimenti perché gli ultimi sarebbero i primi? Scrivere cento volte, prima da sinistra verso destra e poi in senso inverso, “non rubare, non uccidere e non fuggire, se non è strettamente necessario”. Bravi ragazzi, c’è sempre una prima volta!

Il professor Grassone, noto intellettuale delle balere di periferia, da anni giudicava i pensieri dei suoi studenti –talenti dell’ignoranza come era solito definirli– soffermandosi sulle sole prime cinque righe dei loro maloscritti, ma se un giorno avesse mai letto oltre quelle poche parole scritte con l’inchiostro avrebbe scoperto che la sua vita era in costante e serio pericolo. La fortuna non aveva ancora voltato le spalle al nostro amico, ma come si dice in questi casi, è meglio non tirare troppo la corda no?

Il rumore di uno sparo, quello di una macchina che fugge, quello delle risa grasse e senza pietà dei rapinatori di fichi secchi: il silenzio sulla scena del crimine, quello della buccia di banana stecchita al suolo e la rotta imperscrutabile della sua anima dritta al cielo. Uno strano incrocio del destino, forse la presunta mano de Dios, quella che ha fatto schiantare l’automobile contro una grossa insegna luminosa “Fine della corsa”: il cielo che si capovolge, il mare che la inghiotte, la sabbia che la sputa. La giustizia è quella cosa per cui vale la pena farsi frate.

Nome, proverbio, predicato verbale. L’Amore è cieco, occhio non vede cuore non duole, al cuor non si comanda. Butch era ubriaco al punto da non ricordare il nome di Dio invano quando i poliziotti scesero dalla sella della loro autorità per farsi favorire patente e libretto. Idioti –disse il ragazzo visibilmente fuori di senno– vi pare che se non fossi ubriaco lercio sprecherei il mio tempo a parlare con voialtri? Ebbe solo il tempo di ricordare il volto di sua madre prima di cadere a terra privo di sensi.

Jack rumore di scoregge aveva appena finito il turno di notte nella fabbrica di merda della città, quella gestita dal sindaco, dalla moglie del prete e dalla cognata del farmacista, quando vide un pipistrello slacciarsi la patta dei pantaloni e iniziare a pisciare sulla testa dei lombrichi e dei vermi striscianti. È proprio vero che se mio nonno avesse tre palle sarebbe un flipper!

Barbara, ma tutti la chiamavano Barbi, aveva iniziato a frequentare un tipo il quale a sua volta frequentava un corso per imparare l’inglese in seimila giorni di pioggia battente e incessante riuscendo a perfezionare in così poco tempo lo stile e la pronuncia della sua eiaculazione precoce. Una goduria…

L’uso scorretto del condizionale è il miglior amico dell’uomo. Il cane è solo uno sciocco tentativo di imitarlo. Se avrei un cane lo chiamerò imbroglione!

Mio cugino mangiava una tartarre di manzo bevendo un bicchiere di vino bianco e osservando il sedere perfetto della cameriera e della ballerina di tango. Olè!

Anna amava Marco il quale se non l’avesse tradita su Facebook con la sua migliore amica ora sarebbe ancora un adultero vivo e continuerebbe a sguazzare nei suoi loschi giri di prostitute digitalizzate. Scegliete sempre con cura le persone di cui vi circondate.

 

Dio mio, un altro giorno è andato e un altro è ancora da venire: se continua così finisce male. Tutta questa confusione è il frutto di una società distratta, sgrammaticata e sclerotizzata. Se tu mi ascolti, non cedere alla tentazione ma liberaci dalle catene invisibili con cui riempiamo gli armadi a muro e le cassette degli attrezzi. Io non sono pazzo signore, sono solo diversamente ubriaco. Solamente un grado in più, un dito in meno, ma ugualmente spacciato. E questi sono degli inutili esercizi drammaticali.

Lorenzo Fois

 

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