Es Nova: intervista “Politika” sull’essere sociale

La band torna con le sue sperimentazioni artistico-musicali su temi riguardanti la cultura, l'estetica e la filosofia

Abbiamo incontrato gli Es Nova in occasione dell’uscita del loro quarto album, “Politika”. Un lavoro che rappresenta attraverso suoni e immagini la propria concezione dell’essereuomini sociali“, inseriti cioè in un contesto sociale che influenza evoluzioni, pensieri ed azioni.

Benvenuti Es Nova. Quando è nata la vostra formazione artistica e da chi è composta?

Es Nova nasce nel 2015-2016. Attualmente è composta da Erica Agostini alla voce, Michele Fraternali al basso, Antonio Gentili alla batteria, Alice Drudi alle tastiere e Nicola Rosti alle chitarre e alla produzione artistica.

Quali sono le ragioni della scelta di questo nome per il vostro gruppo?

Non saprei, non ci sono ragioni particolari. Attribuiamo a questo nome significati differenti, ma nessuno in particolare.

Se doveste descrivere con un solo aggettivo i vostri primi quattro dischi quale usereste per ciascuno? Ed esiste un fil-rouge che li lega tra loro?

Per “Hyperestasy” diciamo “mondi interiori”, per “Micrologos” “dialoghi alieni”, per “Nostos” “antico e moderno” e per “Politika” “inquietudine sonora”. L’elemento di continuità è senz’altro l’idea di espressione musicale estemporanea e la nostra ricerca sulle correnti artistiche del ‘900.

In quali circostanze è nato questo nuovo album, “Politika”, e a cosa è dovuta la scelta del suo titolo?

Le circostanze sono state quelle di voler proseguire il percorso degli Es Nova sperimentando una chiave sonora di stampo rock, se ancora questo termine può indicare qualcosa di definito. Il titolo, “Politika”, chiama in causa l’elemento sociale, della polis appunto e della nostra stabile appartenenza alla dimensione condivisa. “Politika” è anche espressione del collettivo-gruppo quale luogo-non luogo dell’accadimento e del susseguirsi di decisioni, eventi, stati, risonanze, aperture che poi vengono tradotti in musica estemporanea.

In occasione di questo nuovo lavoro, la vostra formazione si è completata con l’aggiunta di due nuovi artisti (un bassista e un batterista). Come li avete conosciuti e com’è nata la sinergia con loro?

Abbiamo unito il trio blues formato in parallelo agli Es Nova da Nicola, Michele a Antonio con la formazione classica di Es Nova. Ha preso vita un organico più rock, più duro ma allo stesso tempo ricco di maggiori sfumature e possibilità espressive rispetto alla formazione precedente. La sinergia è nata lavorando per molto tempo e in profondità su diversi scenari improvvisativi e modelli relazionali, utilizzando categorie estetiche e riferimenti stilistici come veicolo di un intenso lavoro di studio collettivo e personale. La musica estemporanea, o improvvisata, necessita di un lungo e costante training per essere assimilata e in qualche modo compresa. Non si tratta di jam sessions come normalmente le si intende, ma di un lavoro molto più complesso, sia tecnicamente che psicologicamente, lavoro che si sviluppa dal piano processuale a quello emergente, lasciando aperta la sintesi finale. Ci siamo trovati su questo terreno e abbiamo deciso di lavorare insieme a questa forma espressiva, unendo le forze in un solo collettivo, gli Es Nova appunto.

A chi è destinato un disco come “Politika”?

Come ogni lavoro artistico è destinato a tutti. Non c’è un referente privilegiato. Ognuno può usare l’opera come supporto proiettivo, al pari del cinema o delle opere visive, facendola propria nel modo che più lo rappresenta. Essendo un lavoro per lo più astratto, permette di creare connessioni interne fra eventi sonori su più livelli e quindi ospita al suo interno più punti di lettura e dunque possibili tipologie di ascoltatori.

A chi invece si ispira un disco come “Politika”?

Ai miti nordici, all’idea di città interiore e di futuro, a Man Ray, Richter, Nietzsche, Jung, Zorn, Burzum, Kafka, Pasolini, Derek Bailey, al cinema espressionista, alla transavanguardia, al blues e al prog in generale.

Il primo brano tramite il quale state presentando l’opera è “Dubbio normativo”. Com’è nato e qual è il suo messaggio?

Il messaggio di “Dubbio Normativo” è l’essere immersi nel semiosfera, nei linguaggi, nei codici, nelle parole, nella comunicazione in generale. L’uomo di oggi è preso nella macchina del linguaggio e dei messaggi molto più che in passato, spesso senza saper discernere il valore di verità delle informazioni, cedendo alla forza perlocutiva del linguaggio stesso, anzi, delle semplici parole. È naturalmente una visione ironica, caricaturale, ma che forse, anche attraverso l’ausilio del video clip del brano, permette di cogliere uno spaccato sul vivere quotidiano non di poco conto. Il protagonista del video, realizzato per noi da Andrea Parolo, è l’Uomo Giornale, icona appunto di questi tempi, avvolto nelle riviste e nei quotidiani, assediato dai messaggi che lo confondono, lo sconfortano, fino al punto che, inseguendo il denaro, decide di gettarsi nello scarico del cesso per inseguirlo.

Non solo musica per gli Es Nova. Siete sempre stati un collettivo che comprende anche le arti visive come parte integrante del progetto e per questo lavoro tutte le immagini che utilizzate (dal booklet a quelle raffiguranti i membri del complesso) sono disegni con netti contorni neri. A cosa è dovuta questa scelta?

Le opere di Loretta Militano hanno permesso di creare un immaginario che ritornasse, come fa il disco, alle origini, al bianco e nero, ai contorni netti, alla forma, a elementi più netti e lineari, meno surrealisti e più geometrici. Così abbiamo deciso di trasformare anche noi stessi in disegni, restando in linea con l’immaginario del disco.

Come si svolgono le vostre performance e dove si possono conoscere le loro date?

Si svolgono per lo più al buio o bendati, in quadrifonia e senza supporti registrati. L’ascoltatore è invitato ad un ascolto immersivo e globale, a distaccarsi per il tempo della performance dalle consuete immagini e pensieri, transitando in una dimensione più visionaria e radicale, facendo del suono il mezzo per questa esperienza.

Vincenza De Silva

 

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