Eroina, limiti estremi e McDonald’s: storia di un tossico decaduto

Intervista esclusiva ad un ex tossico. L'esperienza reale di chi, coscientemente, gettava la propria vita nelle droghe per travalicare ogni limite umano

> Il cARTEllo

Oggi siamo qui con Giacomo, il “figlioccio del Jaiss”, un ragazzo che ha vissuto l’ultimo anno di attività della famosa discoteca a soli quattordici anni. Ma ha vissuto anche gli anni dei rave e della scena dell’eroina in Toscana di inizio Duemila

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Il cARTEllo: Ciao Giacomo. Com’era essere il “figlioccio del Jaiss” a soli quattordici anni?

Giacomo: Non era facile. Avevo un sacco di pressioni addosso. Ero il più piccolo, ma non per questo il più indifeso. Alcuni pezzi grossi mi presero in simpatia, non so bene perché. Non facevo niente di particolare, ballavo e mi sballavo.

 

Ti sballavi già a quattordici anni? Canne e alcool?

No, pasticche soprattutto. Le canne iniziai a fumarle in terza media, l’alcool non ricordo, ma penso che la prima sbronza sia stata ad undici anni, sì, ero in prima media, o almeno mi sembra…

 

La tua è stata quasi un’investitura allo sballo…

Se vuol dire che mi piaceva sballarmi, sì, direi che investitura va bene.

 

A quell’età io giocavo a Final Fantasy o a pallone…

Che ci vuoi fare…mangi la prima pasticca e…poi una cosa tira l’altra. Ne mangi una, poi due e così via.

 

Qual era la caratteristica che pensi ti abbia fatto prendere a ben volere dalle personalità di spicco del Jaiss?

Non lo so, forse il fatto che reggevo.

 

Cosa reggevi?

Le pasticche. Le reggevo bene. Non andavo giù, ballavo fino a chiusura. Alla serata finale, prima che tutto quel mondo fantastico finisse ne mangiai otto. Ragazzi che botta! Da quel giorno iniziarono a chiamarmi Big Jim… mi piaceva quel soprannome.

 

Otto pasticche a quattordici anni mi avrebbero piegato in due, pronto per esser spedito all’ospedale.

Dopo un po’ ti abitui, non ti fanno più niente e devi salire, salire per raggiungere lo scopo.

 

Perché Big Jim?

Vuol dire Grande Giacomino. Non ho mai capito se il “grande” fosse riferito al fatto che ero già un metro e ottanta oppure al fatto che ero un grande perché riuscivo a mangiare tutte quelle pasticche.

 

Spero per la prima ipotesi. E ti sei fermato alle pasticche?

No… mi sono sparato di tutto: ketamina, mescalina, MDMA, micropunte, eroina, trip, coca, speed, funghi e altre che non ricordo.

 

Una bella lista della spesa. Scusa se te lo chiedo, ma cosa si prova sotto l’effetto di una micropunta?

È fantastica. È come un trip, solo mooolto più potente. Avrò avuto sì e no sedici anni, avevo ancora la macchinina 50, e scoprii di un rave 72 ore vicino Pistoia. Nessuno dei miei amici voleva andarci, per questo decisi di andare da solo.

 

Sei di Figline, giusto?

Esatto. Ben 70 km con una macchinina scassata. Arrivato a questa tre giorni di droga incontrai una vecchia conoscenza del Jaiss. Ci mettemmo a rievocare i bei tempi andati, e ad ogni momento ricordato ci calavamo una pasticca…a fine serata mi sembra arrivai a circa dodici.

 

Complimenti, sicuramente un numero da guiness, ma questo cosa c’entra con le micropunte?

Ci stavo arrivando. Il secondo giorno riuscimmo a trovare queste micropunte bellissime da un ragazzo di Bologna. Ne mangiai una e poi iniziai a vedere tutto liquefatto: muri che si scioglievano, sigarette che colavano fumo da tutte le parti, persino il mio amico si stava sciogliendo…

 

E poi sei tornato fino a Figline?

Già. Ero proprio pazzo a quei tempi… ah, ah, ah.. (ride da solo). Tornai a casa e mio nonno iniziò a chiedermi se stessi bene… pensava fossi malato… ah, ah, ah..

 

Droga preferita?

Senza alcun dubbio l’eroina… me la porto dietro tutt’ora.

 

Brutta bestia, eh!?

Direi bella bestia…

 

Come ci sei arrivato? Problemi in famiglia?

No, da quel punto di vista non posso lamentarmi, ho sempre avuto tutto, ma forse è stato proprio quello il problema. Ero troppo curioso, volevo provare sempre sensazioni nuove, ma la cosa che mi ha fottuto è stato il “limite”.

 

Il limite?

Sì, il limite. Ho sempre voluto oltrepassare il limite di sopportazione umana. Volevo sconvolgermi sempre di più, sempre di più… e l’eroina fu il ponte perfetto.

 

Ogni quanto ti bucavi?

All’inizio poco. Ero giovane e non avevo soldi, ma poi iniziarono ad arrivare tutti insieme.

 

Iniziasti a lavorare?

No. Spaccio di pasticche. Tutti volevano le mie pasticche, tutti si fidavano di Big Jim, ero il re delle pasticche.

 

A sedici anni il re delle pasticche? Mi sembra un po’ eccessivo…

A diciassette. Quando facevano le serate alla Fortezza da Basso a Firenze tutti venivano da me. Romani, genovesi, fiorentini, tutti venivano da me.

 

Ti eri fatto proprio un bel nome. Per curiosità… quante pasticche riuscivi a vendere in una sola sera?

Circa cinquecento. Ero pieno di soldi… per quello iniziai a bucarmi tutti i giorni.

 

Non sembri dispiaciuto dalle tue scelte.

Non posso esserlo. L’eroina è una merda… ma quando l’ago entra sotto pelle… tutti i problemi vanno a farsi fottere. Ci sei solo tu, e Lei.

 

Immagino. Con quella ci andavi piano o facevi l’ingordo come con le pasticche?

Inizialmente pere standard da 30ml. Poi aumentai il dosaggio a 50, fino ad arrivare a 100ml.

 

100ml?

Sì, un cazzo di grammo di ero ogni volta. Lo sai quanti soldi sono? Troppi.

 

E ti bastava spacciare una tantum per soddisfare questo tuo appetito?

Macché… magari. Ho iniziato a frequentare brutti ambienti.

 

Tipo?

Il McDonald’s di fronte alla stazione di Firenze. Posto del cazzo! É pieno di tossici e accattoni.

 

O di tossici accattoni…

Sopratutto… e io ne facevo parte. Sempre a chiedere soldi ai passanti, ad aspettare che a qualcuno cascasse qualche moneta. Ma avevo una mia dignità.

 

In che senso?

Pompini mai. Tanti tossici ci davano dentro di bocca tutti i giorni, ma io mai.

 

A chi?

Ai vecchi che andavano al cinema Italia.

 

Che schifo! Per quanto?

Venti miserabili euro, giusti per una dose.
Una realtà agghiacciante, ecco perché lo hanno chiuso…

Ma pur sempre una realtà. Penso che l’abbiano chiuso per via degli incassi… ai proprietari non fotteva un cazzo del fatto che quattro tossici suonassero il piffero a vecchi bavosi.

 

Sei mai andato in overdose?

Due volte. La prima perché ingurgitai 1,8 gr di oppio. Mentre la seconda con l’eroina.

 

Cazzo 1,8 gr! È una quantità da pazzi.

Pensavo di essere pronto… ma i miei amici hanno dovuto chiamare un’ambulanza. Mi hanno raccontato che provai a violentare un mio amico.

 

Come a violentare?

Pensavo fosse una donna!

 

E l’altra?

Brutta storia… riguarda l’unica volta in cui l’eroina non bastò a farmi dimenticare i problemi.

 

Un lutto?

La donna. Quella troia mi lasciò per un altro. Presi due siringhe da 100ml e ne infilai una in un braccio e una in un altro.

 

Ma ora sei qui a parlarne…

Mio nonno mi salvò. Riuscì a chiamare un’ambulanza, poi iniezione di adrenalina e via come nuovo. Tornato a casa gli spaccai la faccia.

 

Gli spaccasti la faccia?

Sì. Volevo morire e lui me l’aveva impedito. Da quel giorno mi mandarono in comunità.

 

E com’era?

Una merda! Scavavo buche come un forsennato, per poi riempirle di nuovo e così via.

 

E adesso?

Adesso sono pulito da circa un anno. Con il metadone e un po’ di forza di volontà ce l’ho fatta. Dopo dieci anni di tossicodipendenza non pensi di potercela fare…

 

E come ti senti?

Di merda. Sono sempre nervoso… ho i nervi a fior di pelle… è come se mi mancasse qualcosa. Mi sento un tossico decaduto.

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> FONTE da Il cARTEllo

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