Una serata ancora diversa quella che si respira al Fusolab, il luogo che sulla Casilina quest’anno è dedicato alle arti e alla musica in particolare, di cui noi di Uki siamo orgogliosamente MediaPartner e che vi stiamo raccontando dal cuore delle nostre visioni esistenziali. Musica di qualità programmata dalla direzione artistica di Poppyficio, e diffusa nell’etere web da RadioRebel nel nome di Francisco che ci coccola in grande stile in questo quartiere periferico che ospita quest’anno grandi nomi, tra i quali nei prossimi eventi: Giorgio Canali, Paolo Benvegnù, Edda, Gnut, Lucio Leoni e moltissimi altri.
Sento subito una certa vibrazione nell’aria, se non altro nel ritrovare un luogo di cultura che resiste, che si offre, che dona il proprio impegno ad una capitale altrimenti abbandonata alle sfortune di quest’anno malsano. Siamo dei dissidenti culturali non c’è dubbio, entusiasti delle nostre passioni. Questo Festival dell’Effimera riesce a dare una cornice a queste sensazioni; e noi di Uki che siamo soliti contaminarci con scene e linguaggi della scena contemporanea, non potevamo trovare posto migliore per sentirci a casa e per canalizzare le giuste emozioni per i nostri affezionati lettori. La periferica identità di questa rassegna ci restituisce un’estate popolare, un cartellone musicale fantastico, la possibilità di gustose e appetitose percezioni culinarie grazie alla Fucina Alessandrina, e perciò nuove occasioni aggregative che ci rende di nuovi vivi, liberi direi…
Qualche giorno fa è stata la serata di Yellamay; curiosi di conoscere la band ci accingiamo all’intervista, ed ecco che Elena Maiella, la bellissima frontman del gruppo, si intrattiene con noi e ci racconta il progetto con grande simpatia.
Tutto nasce dalla voglia di trovare un volto a questo progetto, in cui i musicisti sono gli autori di tutti i brani. Così Elena ci presenta subito Luca Corrado al basso, Giorgio Tebaldi all’ukulele e Luca Antonino alla chitarra.
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- Se poteste definire il vostro tipo di musica come lo definireste?
Pop elettronico, dal momento che ci sono sequenze elettroniche e i sintetizzatori. Un po’ ci leghiamo agli anni ’80 ma siamo molto attuali nello stesso tempo. I brani nonostante non li abbia scritti io, sembra quasi mi siano stati cuciti addosso, anche questo mi ha coinvolto molto.
- La parola Yellamay da dove nasce?
Dal mio cognome , Elena Maiella. Essendo io di origini campane, abbiamo deciso Yellamay, “mai la jella nella vita”! Inizialmente loro si chiamavano Leg, infatti c’è una canzone che si chiama proprio così.
- Siete dunque appena nati. Avevate avuto subito intenzioni di iniziare a fare live in estate?
Si, subito prima del lockdown è stato il nostro primo live, a proposito di jella! Questo però è il primo in elettronico, come dovrebbe essere.
- Progetti come Ep, singoli, etc?
Per il momento vogliamo viverci i live, magari buttare lì un brano come se fosse un singolo, appunto come “Yellamay” o “Blumalu”. Anche perché attualmente sembra non funzioni più la formula del disco.
- Avete alle spalle molti anni di musica?
Si, io vengo dal Jazz. Vengo proprio da un altro mondo. Ho studiato al St. Luis College canto Jazz. Adesso insegno e canto in una scuola, faccio tributi, cover, scrivo anche cose mie. Al momento sono in questo viaggio assieme a loro, un progetto che mi rispecchia molto. Era un’idea che avevo già nella testa, è come se fosse arrivato nel momento giusto.
- A breve dovrete esibirvi altrove?
Forse a fine agosto da qualche altra parte, ma non è certo. Però si prospetta qualcosa anche a Settembre. Per noi ora in questo momento è molto importante come tutti gli artisti suonare dopo il lockdown, provare e suonare, non perdere l’emozione di stare sul palco.
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Così, la serata ed il concerto si aprono sulle note di canzoni che infiammano subito il palco: quali “Bulimia“, “Torino-Lione” o “L’Imitazione“. Si prosegue con brani come “Io ti adorerei” dallo stile decisamente ironico, o “Sono un rampicante“, canzone che fa pensare dallo stile quanto mai ricercato. Sulle dolci note di “Mentre vado via” si apre un dolce momento. Splendida anche l’interpretazione di “Blumalu“, un brano fantastico molto apprezzato dal pubblico. Ecco poi tra i brani la famigerata “Felicità“, in una versione davvero alternativa ed esplicativa. Arriva poi il sound di “Blackfish” e subito “Yellamay“, presa proprio dal nome del gruppo e cantata in dialetto. Un ottimo live, il primo vero live del gruppo.
Un’altra serata Effimera è così passata sotto pelle a tutti i presenti. Una band emergente che conflagrava nella sua prima esibizione, un pubblico felice e soddisfatto per l’aria che respirava. Una periferia che aveva l’odore del mondo intero, una dedizione che resiste imperterrita alla jella!
Laura Petringa
grazie a voi di Uki per questo blog,siete tutti meravigliosi!
bella e bravissima la cantante. mi piacciono gli arrangiamenti. un gruppo da non perdere d’occhio
prima o poi passerò all’effimera :)))
fichissimo il rifacimento di felicita’
ogni serata sembra essere speciale. bellissimo festival e complimenti alla band!
grazie L.Petringa
BELLISSIMA VOCE. NON LI CONOSCEVO
MI PIACCIONO. OTTIMA MISICA IN QUESTA RASSEGNA
COMPLIMENTI LAURA!