Una profezia recitava: “Nel 2015 la carta stampata sparirà”. Uno scenario immaginato da quei soliti esperti di “non-si-sa-mai-bene-cosa”, convinti che il passaggio al “libro digital” sarebbe stato inevitabile. I dati relativi alla vendita di ebook del periodo 2008-2010 (fonte: LaRepubblica.it, 24/09/2015) sembravano non lasciare spazio a dubbi eppure non è andata così. In realtà, spulciando nel web, troviamo notizie che smentiscono altre notizie: la stessa Repubblica.it pubblicò a marzo 2015 un articolo che sosteneva l’esatto contrario di quanto riportato poi il 24 settembre, ma va beh, resta il fatto che la situazione non è chiara e il motivo può essere uno solo: se siamo ancora qui a parlarne l’ebook non ha vinto.
La formula “+ comodo = + desiderabile” ha sempre fatto colpo, per logica il tecnologico batte l’analogico. Stavolta cos’è successo? Errore di valutazione: il libro segue regole di marketing tutte sue e nessuno ci aveva pensato. Sì, perché il libro non è un oggetto qualsiasi: il libro è un’altra cosa, ha qualcosa in più. Non parlo dell’odore inconfondibile della carta, della sensazione che si prova a toccare le pagine con mano, del piacere di vedere una libreria piena e variegata. Frivolezze, giustissime ma pur sempre frivolezze. C’é dell’altro, anche se alla base ci sono sempre quelle: le emozioni. Il libro stuzzica l’individuo nel suo intimo, tocca la profondità della sua psiche, stimola l’inconscio. Il libro ha un’identità: ha un nome proprio (il titolo), misure proprie, specifici colori di copertina. E poi c’è l’autore, l’individuo in carne ed ossa che comunica con noi, che vuole trasmetterci qualcosa. Leggerne il nome sulla copertina è un po’ come averlo di fronte. Tutto ciò rende il libro “umano” con tutto ciò che ne consegue: personalità e carattere. Il libro non è semplice carta scritta, è un’entità che gira per la casa e vi aspetta su uno scaffale, lo trovate sulla scrivania e diventa parte del vostro mondo. È inevitabile che tra voi e loro nasca un rapporto.
Tutto molto bello, ma basta a spiegare il fallimento del “technology improvement”? Sì e no. Solitamente davanti a prestazioni maggior abbandoniamo facilmente le vecchie abitudini, emozionanti o meno che siano. Prima, però, dicevamo che il libro non è un oggetto come gli altri: un televisore, un cellulare, un’automobile guadagnano valore in base a quante prestazioni offrono rispetto al modello precedente e a quante operazioni ci consentono di fare contemporaneamente, ma il libro di compito ne ha uno e l’aggiunta di gadget diventa inutile: quando leggi leggi, punto. Niente che non sia già presente nel lettore può migliorare le prestazioni di un libro. Pensateci. Sicuramente i dispositivi elettronici possono dare qualche vantaggio in più rispetto alla carta (ingrandimento dei caratteri, illuminazione…) ma è poca roba. Forse fa eccezione il fatto che grazie a questi “aggeggi” di libri ce ne possiamo portare in giro più di uno. Di certo, però, se ti trovi nella sala d’attesa di una stazione o di un aeroporto puoi portartene anche 100 di titoli ma se ti manca la voglia di leggere non leggi. Se ne hai voglia leggi tranquillamente quello che hai in valigia.
Gli ebook reader sono omologati: stesso design, stessa struttura, nessuna identità… possono contenere migliaia di libri completamente diversi, cambiare autore e titolo con un semplice “click”, esattamente come si farebbe con un robot pronto a cambiare “faccia” a nostro gusto e piacimento. È una cosa che non potremmo mai accettare: le persone ci piacciono così come sono, uniche anche se complesse, indipendenti, imprevedibili, prive di interruttori e comandi. Il dispositivo per e-book fa un po’ questo: ti da ciò che vuoi quando vuoi, il libro cartaceo no.
Il contatto con i libri diventa metafora dei rapporti umani; anch’essi, come quest’ultimi, frutto del nostro assoluto bisogno di interagire; i surrogati elettronici possono essere sostituti temporanei, mai definitivi: usare Skype non è come incontrarsi dal vivo, il “Tamagotchi” (lo ricordate?) non ha sostituito cani e gatti. In realtà, il nostro mondo è popolato da gente che considera gli animali semplici accessori da immortalare con una foto da piazzare su “Instagram” alla disperata ricerca di qualche “like” ma stiamo parlando di una fetta di Umanità poco incline alla lettura e quindi estranea al discorso che stiamo affrontando.
Si potrebbe pensare che la sfida tra ebook e libro cartaceo sia un banale scontro generazionale, un “over” vs “under”, tutt’altro: pare proprio che i “giovani 2.0”, cresciuti immersi nella tecnologia più invasiva, stiano riscoprendo il piacere della carta stampata. E questo fa riflettere. Ma una spiegazione non troppo romantica ci può essere: le nuove generazione usano la tecnologia prevalentemente per svago; probabilmente l’impegno morale, psicologico e fisico che studio e lettura richiedono li spingono a preferire i metodi classici. È una questione di forma che non altera la sostanza. Leggere è un “ozio costruttivo”, diverso dai comuni passatempo, chi vi si dedica ha un unico scopo: arricchirsi intellettualmente e spiritualmente, gadget e applicazioni non interessano, non in quest’ambito per lo meno.
Daniel Nicopòlis
non piace kindle ..non piace E-Book…
non c’è niente come un libro cartonato …
Sono due approcci al medesimo contesto, ma è come mangiare uno stesso piatto all’interno di un semplice fast food o in un’accogliente ristorante con la sua particolare atmosfera. :-)
è solo questione di abitudini dure da morire
interessanti riflessioni di Nicopolis…mi trovo d’ accordo come non mai..
ci ho provato. e’ stato anche divertente. ma poi quando sono andata a fare i regali a natale ho comprato i libri di carta. uno anche per me
complimenti a Daniel, sempre molto acuto :))
io non credo che la gente legga sempre meno…piuttosto non viene più tracciata…volete dirmi che dao che si vendono meno CD la gente ascolta musica sempre meno?
Per il resto, io sono un lettore accanito e preferisco la carta, ma ho affiancato ai libri anche gli ebook per motivi economici e devo dire che leggo molto di più.
anche io tifo cartaceo, eppure sono un tech-addicted … è che per me i libri sono proprio feticci! mi attirano esteticamente. Peccato che da qualche anno abbia quasi smesso di leggere qualsiasi cosa non sia su uno schermo xD
il rischio è quello! nonostante tutte le qualità del libro alla fine la moda ci potrebbe portare all’ebook, anche se con lentezza, vista la resistenza ad abbandonare la carta come ha ottimamente descritto Nicopolis
Vabbé ma serebbe proprio tutta questa tragedia passare all’ e book ???
no per carita’, solo una grande perdita affettiva …. 🙂
Acquisto il libro in versione ebook….e poi se mi prende molto….lo voglio anche il versione cartacea…..proprio perchè lo sento ancora più mio…..posso lasciarlo in giro per casa….aprirlo a caso e leggerne anche solo poche righe…..
come dice Daniel si tratta di un approccio più personale e costruttivo , un ozio che ha a che fare pur sempre con un impegno emozionale maggiore … gioca sui sentimenti quasi …
Condivido pienamente… posseggo e uso un e-reader, ma leggo ancora tantissimo libri cartacei… da assidua frequentatrice di biblioteche, vorrei segnalare: come mai il prestito di un libro cartaceo dura un mese (rinnovabile per un altro mese), mentre il corrispondente prestito “elettronico” solo 15 giorni?? Non capisco questa disparità… risultato: prendo a prestito solo libri cartacei!
La cosa interessante dell’Ebook su scala Nazionale/Globale, era soppiantare i libri di testo e non i libri da spasso. Evitare di dover far spendere migliaia di euro alle famiglie e di sobbarcare di kili di troppo la schieda dei bambini/adolescenti.
Io L’ebook ce l’ho, anzi, ne ho avuti 3, con la tastiera, senza tastiera, ora touch paperwhite e sono soddisfattissimo, viaggiando molto mi trovo a dover finire un libro ed iniziarne un altro e portarne due vuol dire 2/3 kili che evito visto che quello che finisci dopo è solo preziosa zavorra che non lasci in giro e vuoi riportare a casa per reliquiarlo sullo scaffale. Con essi ho anche imparato che i libri possono costare meno, sono un oggetto che è un pò troppo divinizzato.
Un pò come un santino o una croce, è un pezzo di carta o legno, ma c’è chi lo tiene come fosse una cosa che può salvarti la vita.
Interessanti la ricerca e l’analisi. Credo che studi e ragionamenti di questo genere siano indispensabili nel sistema mediatico, che invece si limita a lanciare dati frammentari e previsioni poco fondate. Se questo Paese ha ancora una speranza, essa é legata al valore cruciale della cultura in tutte le sue molteplici forme.
Sgualcire, segnare e fare miei i libri che leggo è una soddisfazione unica, li rende davvero miei i mi dà la soddisfazione di una vera esperienza.
Anche io uso gli e-book, principalmente per imparare. Di ogni e-book che leggo ho un riassunto scritto a mano, e quando devo riguardanti gli appunti vado proprio lì, nei miei appunti, così come quando riprendo in nano un libro che ho già letto amo leggere le mie note ai lati, che mi regalano le riflessioni della prima esperienza di lettura. Pensò di essere troppo feticista per rinunciare al cartaceo, o per lasciare indenne un libro che leggo, porterà sempre i segni del mio passaggio.
Io son per il libro, dalla copertina coi colori sgargianti e l’immagine che lascia presagire il contenuto …
Ebook tutta la vita… Leggo molto di più, spendo di meno, non ho il problema di ingombrare mensole o armadi e posso fare a meno degli occhiali…
Un po e un po dipende in che contesto lo si fruisce quell’intenzione d’autore …sono al secondo kindle’r di 5a generazione che è già superata a leggere e non è che il primo non funzioni più ,è che si va avanti ,il costo irrisorio…la lettura migliorata… il tortino meraviglioso, ha la possibilità di offrirti pure la pausa caffè con la notizia (wifi onnipotendo) o la musica di sottofondo con le cuffiette mentre stai leggendo …certo se sei a spasso non devi esagerare ,la batteria è pur sempre un vincolo ,come il tempo è…