Una mostra d’arte tutta particolare, qualcosa su cui riflettere. Il mondo animale vicino e lontano rispetto al mondo degli uomini. Forse un insegnamento sul rispetto della natura? Forse una riflessione sulla natura umana mostrando ciò che è diverso da noi?
Artista: Doug Aitken
Tipo di mostra: videoinstallazione
Elementi caratterizzanti: spazio naturale, spazio costruito dall’uomo, lo scorrere della vita e il pulsare della musica.
La prima installazione
Gli elementi che caratterizzano la videoinstallazione a tre canali di Aitken son questi, quelli appena descritti. L’intera installazione si chiama “Migration Empire”.
La prima installazione del ciclo si chiama “Migration” ed è caratterizzata da una serie di immagini che si susseguono lentamente su 3 mega schermi con una musica di sottofondo. Il titolo di questa prima installazione richiama la caratteristica base degli animali protagonisti delle immagini: essi infatti sono animali migratori e sono un bisonte, un cavallo, un’aquila americana, un castoro, una volpe e un puma, tutti animali tipici della fauna del nord America.
Ognuno di loro è in una stanza d’albergo o di motel, il cui arredamento è composto da un televisore acceso, lampade rovesciate, rubinetti di vasche da bagno gocciolanti. E fuori dalle stanze? C’è anche un fuori, fatto di paesaggi deserti, esterni di hotel, acqua che scorre, pompe che estraggono petrolio, che in inglese si chiamano “nodding donkey” (asino che annuisce) o “horsehead pump” (pompa a testa di cavallo), probabilmente un richiamo semantico/gioco di parole che si riferisce ai soggetti del video.
Ambivalenze e misteri
Quello che contraddistingue le opere di Doug è la ciclicità, la luce e il fluire: sono questi i simboli a cui si richiama e che ripropone nelle sue opere. In questo caso il mondo a cui rivolge lo sguardo è un mondo parallelo a quello degli uomini. Le stanze dei motel e degli alberghi richiamano sì il passaggio per gli umani, ma per gli animali rappresentano, con la loro immobilità, un’interruzione e una alterazione del ritmo naturale della migrazione. La proiezione sugli schermi è leggermente fuori sincro e questo suggerisce la necessità di concentrarsi meglio sulle immagini che scorrono sugli schermi.
La particolarità di questa installazione sta proprio nell’utilizzo degli animali come protagonisti della scena. Aitken ha sempre presentato degli umani. Stavolta invece ha deciso di concentrarsi sugli animali, dotando così le immagini di un certo mistero: questi esseri diversi e simili a noi allo stesso tempo lasciano qualcosa di irrisolto e di incompreso, qualcosa che lo spettatore non riesce a decifrare fino in fondo.
Il resto dell’installazione
In un secondo spazio, poi, ci sono altri paesaggi, stranianti: le geografie presentate sono surreali, ci sono illusioni ottiche psichedeliche e scritte illuminate.
Il senso delle scritte è completato dalle immagini in sovrimpressione: abbiamo ad esempio “Stars”,
accompagnata dall’immagine di una città punteggiata di luci e che suggerisce quasi una nuova costellazione; c’è poi “Last Blast” caratterizzata da una scritta, ‘Fuck You‘, e la vista lontana del pianeta Terra, dalla coda di un razzo spaziale: quasi a significare l’idea di una rivolta contro il genere umano.
Insegnamenti
Il lavoro di Aitken, anche con quest’ultima installazione, è caratterizzato dalla volontà di esplorare e accostare spazi e luoghi a esseri viventi. Luoghi di passaggio, spazi solitamente abitati che, accostati a quegli esseri viventi, anche insoliti per quei luoghi come nel caso degli animali, fanno nascere nello spettatore delle domande, più che dare delle risposte: domande a cui trovare una risposta certo, ma già la loro ricerca è, forse, un atteggiamento positivo. Non credete?
Roberto Morra
mamma mia che potenza visiva…. bellissima mostra
molto interessante. un concept profondo e dall impatto riuscitissimo
grande Roberto!!! <3
davvero affascinante
Morra ci aggiorna sempre sulle cose piu’ interessante dell’arte digitale e contemporanea. queste mostre passerebbero inosservate per noi. grazie di questo prezioso contributo.
Aitken e’ un personaggio fenomenale,questa istallazione e’ una delle sue migliori e piu’ riuscite. un impatto emotivo davvero surreale
credo che l’aggettivo giusto per questa mostra sia estraniante, come cio’ che sembrano provare quegli animali in ambienti a loro non adatti per natura . un po’ come per noi umani in qualche asettica condizione sociale
e per rispondere a Morra…..si credo che la RICERCA stessa sia gia’ una funzione di questa istallazione
bellissima!