È ripartita proprio domenica scorsa, 20 ottobre, al Soul Kitchen di Roma la nuova stagione di Rocksteria.
Per chi non conoscesse, trattasi di uno degli appuntamenti domenicali a carattere gastronomico-musicale più seguiti della capitale. Nato da un’idea di Federico Fiume e Raffaella Mastroiacovo, Rocksteria si base sulla semplice ma quanto mai azzeccata intuizione di coniugare buon cibo e musica, in una formula brunch estremamente conviviale ed informale. Un tipo di evento che si adatta molto bene al lento e dolce risveglio domenicale e che per questo nuovo inizio di stagione -la terza per l’esattezza- ha deciso di riservare la scena ad Antonio Diodato.
Giovane artista trantaduenne, Diodato, ha raccolto svariati apprezzamenti e ottime critiche a soli pochi mesi dall’uscita del suo album di esordio “E forse sono pazzo” (Le Narcisse/Goodfellas), e ha visto la sua cover del pezzo di De Andrè “Amore che vieni, amore che vai” scelta come colonna sonora per il nuovo film di Daniele Lucchetti “Anni felici”.
Accompagnato da Alessandro Pizzonia alla batteria e Daniele Fiaschi alla chitarra elettrica, Diodato appare in realtà proprio come un bravo giovanotto, timido ed autoironico che pungolato, tra l’esecuzione di un brano e un altro, dalle domande di Federico Fiume, rivela la sua personalissima visione dell’attuale successo: un gradevole quanto inaspettato incidente tra fatalità e destino.
Il suo cantare tra l’aspro e il malinconico, ricorda molto da vicino un cantautorato italiano proprio dalla vecchia scuola da Modugno a Tenco passando appunto per De André, ma anche – e speriamo che non ce ne voglia– i ruvidi virtuosismi canori di un più contemporaneo Giuliano Sangiorgi (leader dei Negramaro, ndr), se non addirittura del Francesco Sarcina delle ormai quasi scomparso gruppo Le Vibrazioni. Senza poi lasciarci trarre in inganno dai titoli scelti per i brani come “Ubriaco”, “E forse sono pazzo”, che potrebbero indurre a presupporre un cinico romanticismo alla Vinicio Capossela, Diodato parla in realtà di amore nella più classica delle sue forme, e spiega: «È proprio per questo che ho deciso di fare la cover di “Amore che vieni, amore che vai”, perchè De Andre è riuscito esattamente ad esprimere quello che anch’io sento ma per cui non avrei trovato parole migliori».
Insomma modestia e semplicità, buona musica e cibo per una domenica semplice ma calorosa, che lascia rincasare con la piacevole sensazione di essere andati a far visita a qualcuno di famiglia.
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Daniela Masella
Foto: Marco Caponera
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